Notizie dal mondo dei seminari

Perché tutti siano UNO

Riflesso della Trinità per essere credibili

Missioni al popolo in una diocesi del Nord Italia. Per l’occasione, il vescovo riunisce gli operatori pastorali. "Dove sono due o più riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro", recita il Vangelo della domenica. E il vescovo, nell’omelia: "Mi interessa quest’ultima frase, perché è troppo importante per capire che cos’è la Chiesa. C’è una parentela che nasce dal sangue – egli spiega ai presenti – ed è quella che ci lega con i nostri familiari, e c’è una parentela che nasce dalla fede e che è altrettanto forte, anzi per Gesù è più forte di quella familiare. "Credo che voglia dire questo: "Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io in mezzo a loro"... In mezzo a loro vuol dire che quando ci sono questi legami di fraternità e di amore, in quei legami, lì è Gesù presente. Sono quelli che esprimono la sua presenza. È nella carità e nell’unità e nella comunione; non semplicemente nell’essere fisicamente insieme". "Quando questo avviene – continua a spiegare – allora la comunità cristiana diventa un luogo dove il Signore è presente e dove lo si può incontrare". Non è facile – ammette – però "è fondamentale per sperimentare la Chiesa"."Gesù Cristo vivente nella sua Chiesa", è in effetti il tema attorno al quale, in queste settimane, sono riuniti in Vaticano i ca. 250 partecipanti al Sinodo dei vescovi per l’Europa. Ed è il filo rosso che lega tutti i Sinodi continentali di questo fine millennio. Mettere a fuoco il modo in cui si rende presente Cristo, è, infatti, "troppo importante per capire che cos’è la Chiesa". Afferma l’Instrumentum laboris del Sinodo per l’Europa a questo proposito: "Perché la Chiesa possa presentarsi davvero come corpo vivo di Cristo, segno credibile della presenza del Padre mediante Cristo Salvatore nella potenza dello Spirito, flusso apportatore di vita nuova dentro la storia degli uomini, è necessario che i discepoli di Cristo diventino una cosa sola nell’amore". E ne indica il motivo: "Solo così essi sono riflesso splendente della Trinità... Se, infatti, l’Eucaristia è la presenza più grande del Signore risorto, l’amore reciproco vissuto con radicalità evangelica è la presenza più trasparente, che più interpella e induce a credere" (n. 45).Quotidianamente, nei seminari e nelle comunità cristiane, si celebra l’Eucaristia. Per indurre il mondo a credere, si tratta di dar vita quotidianamente anche ad un’altra "celebrazione": quella della presenza di Cristo "nella concretezza di una comunità cristiana che vive nell’amore, come un cuore solo e un’anima sola, facendo propri gli atteggiamenti della Chiesa degli apostoli" (ibid., n. 32). Una sfida che seminaristi nel mondo intero cercano di accogliere, nelle situazioni di ogni giorno, per essere all’altezza dei tempi di oggi.



Stile di vita che dilaga

"Altri si sono uniti a noi"

Cile. "Recentemente nella nostra casa si sono verificati alcuni contrasti attorno a situazioni anali, come il fatto che qualcuno è entrato in casa con scarpe sporche o ha lasciato accesa la luce. Si è creata un’aria tesa e si sono fatte discussioni futili. Per rispondere a questa situazione, assieme ad un compagno ci siamo messi ad aver cura delle piccole cose, cercando di mantenere l’ambiente pulito e mettendo tutto in ordine. Dopo un paio di giorni, ci siamo accorti che, senza dir nulla, altri si sono uniti a quanto avevamo cominciato a fare". (F.P.)

"Nella nostra comunità è entrata la mentalità del dare"

Filippine. "All’inizio dell’anno scolastico, per incrementare la comunione fra i compagni, nel nostro settore del seminario abbiamo pensato di predisporre una stanza dove tutti possono prendere il caffè o il tè e mettere in comune cose da mangiare. Abbiamo comprato una pentola elettrica per riscaldare l’acqua, raccolto cose da mangiare e sistemato la stanza. Per sostenere le spese, si è avviata una comunione di beni fra tutti. Subito si poteva percepire quanto era grande fra noi la voglia di far famiglia. Col passare del tempo, alcuni dei seminaristi nuovi hanno voluto avere il commento mensile alla Parola di vita e abbiamo cominciato ad incontrarci per leggerlo insieme e condividere le nostre esperienze sulla Parola. A poco a poco, la nostra iniziativa si è ripetuta e sono nate caffetterie anche in tutte le altre parti del seminario. Uno dei formatori ha offerto addirittura il suo frigorifero ed altri hanno portato dolci oppure frutta. Sarebbero tanti gli episodi da raccontare. Ma la cosa più bella è che nella nostra comunità si è fatta strada la mentalità del dare. Siamo ormai alla fine del primo semestre e l’atmosfera è cambiata: i seminaristi sentono il seminario come loro casa". (A.R.)

Guardando a Gesù in croce

Isole Fiji. "Una mattina ho lavato e pulito bene le mie scarpe da ginnastica e le ho lasciate fuori ad asciugare. Quale sorpresa, quando nel pomeriggio non le ho più trovate! Sono passate alcune ore e le scarpe sono tornate al loro posto, ma chi le riconosceva? Erano sporchissime! Qualcuno le aveva usate in un campo fangoso. Sono rimasto sconvolto ed arrabbiato. Ma ecco che un pensiero si fa strada in me: anche questa è una piccola croce da amare! Con gli occhi fissi su di lui, mi rendo conto che questa esperienza dolorosa è nulla a confronto con la sua agonia tremenda, con quel suo non capire quando ebbe l’impressione di essere abbandonato anche dal Padre. Diminuisce la rabbia. E non importa più scoprire chi si era appropriato delle scarpe. Le lavo di nuovo e le lascio ad asciugare, per chiunque ne abbia bisogno. A volte mi rendo conto che qualcun altro le ha ai piedi, ma non importa, perché Gesù mi incoraggia ad amare gli altri, anche quando fanno delle cose che non mi piacciono". (M.T.)

A contatto con musulmani e animisti

Burkina Faso. "Nel Collegio dei Fratelli delle Scuole cristiane in seguito al racconto del mio viaggio a Roma (per il Congresso internazionale di seminaristi) e della spiritualità dei Focolari, gli studenti mi hanno dato il nome l’Abbé tout-passe-sauf-Dieu. Hanno parlato del mio intervento ai loro amici di un Collegio privato ed ora anche questi vogliono sentire la mia testimonianza. Recentemente ho potuto parlare ad una classe dell’essenziale della religione che è l’amore. Solo l’arte d’amare che insegna il Vangelo – ho spiegato loro – non passa mai. Dio che è Amore, eternizza ciascuno dei nostri atti d’amore. Egli si ricorda persino del bicchiere d’acqua che noi offriamo al prossimo nel quale Egli vive. Gli studenti di quella classe, per la maggioranza musulmani e animisti, erano molto toccati da questo messaggio e continuano a chiedere ai loro professori di invitarmi ancora. Anche alla radio diocesana Unitas ho potuto esporre più volte i principi dell’amore vero. Ma non parlo soltanto della spiritualità dell’unità, bensì cerco soprattutto di viverla nel quotidiano. Ogni sera rivedo la mia vita alla luce del punto dell’arte d’amare che ho scelto per quel giorno. Ed è una cosa formidabile rendersi conto dei molteplici volti di Gesù che si sono incontrati nel corso della giornata".