L’unità fra i Movimenti è possibile con l’attuazione fra loro del Comandamento nuovo di Gesù, dovere di tutti i cristiani

La comunione tra i Movimenti

Iniziando il suo intervento al convegno dei fondatori o responsabili dei nuovi Movimenti e Comunità eccelsiali a Speyer nel giugno scorso, Chiara Lubich ha esordito con la domanda del perché di quel convegno, cercando poi di rispondervi nel corso del suo breve ma sostanzioso discorso che offriamo ai nostri lettori.

Perché ci siamo radunati qui a Speyer? Ci siamo radunati qui, tutti insieme, fondatori, responsabili internazionali e incaricati nazionali, di Movimenti o nuove Comunità ecclesiali, per un preciso scopo, per iniziare ad attuare un dovere e portar avanti un compito, che ci è stato segnalato dalla Chiesa e in particolare dal Santo Padre Giovanni Paolo II: fare in modo che nasca una profonda e vera comunione tra i vari Movimenti nella Chiesa.

Un fatto storico: Pentecoste '98

Conoscete, certamente, o perché eravate presenti o perché avete seguito l’avvenimento per televisione, cos’è successo la vigilia della Pentecoste, il 30 maggio ’98 a Roma, in piazza San Pietro.

È avvenuto qualcosa di veramente storico per i nostri Movimenti e le nuove Comunità ecclesiali. Quella piazza gremita di persone (con i dintorni: tremila, quattromila? – non si sa) di circa 60 di queste realtà ecclesiali, sembrava un giardino meraviglioso, fiorito con tutti i colori, per i fazzoletti che vi si sventolavano a festa.

Il Santo Padre, dall’alto della scalinata della basilica, ha parlato dicendo cose importantissime per noi, che hanno riempito il cuore di tutti di un gaudio immenso.

I due aspetti della Chiesa

Nel suo discorso ha definito, e lo ha fatto con grandissimo amore, il posto delle nuove realtà ecclesiali, il nostro posto nella Chiesa. Egli che, tempo prima, l’aveva promesso, ora lo rivelava.

Ha spiegato che la Chiesa ha due aspetti: uno istituzionale e uno carismatico, effetto questo di carismi. È stata questa una precisazione che ci voleva, anzitutto perché molta gente, pur essendoci stato il Concilio Vaticano II, che aveva presentato la Chiesa come popolo, popolo di Dio, intende per essa soltanto il Papa, i vescovi, i sacerdoti, i religiosi; la identifica, insomma, con la sola gerarchia. Ora il Papa chiariva ulteriormente che la Chiesa, questo popolo di Dio, ha – come ho già detto – due aspetti: quello istituzionale e quello carismatico, in profonda sintonia tra loro. E definiva i nostri Movimenti e Comunità ecclesiali come significative espressioni del suo aspetto carismatico, anche se non le uniche.

Giovanni Paolo II, in quel suo memorabile discorso, ha avuto pure altre affermazioni di grande rilievo per noi, come quando ha menzionato le nuove consacrazioni a Dio presenti nei Movimenti, vocazioni che, prima, non erano venute in evidenza. Sappiamo invece come la Chiesa può oggi gloriarsi di tante novelle vergini e nuovi giovani e sacerdoti consacrati, come pure di sposati, in qualche modo donati a Dio, presenti nei vari Movimenti.

E non solo: quante altre vocazioni, per così dire tradizionali, fioriscono ancora dai Movimenti!

In quel giorno, come a molti è noto, io stessa, perché chiamata, assieme ad altri tre fondatori, a dir qualche parola di fronte al Papa, gli ho promesso ciò che sapevo fortemente desiderato da lui e dalla Chiesa. "Anche perché il nostro Movimento – ho affermato – ha il carisma dell’unità, mi premurerò, assieme ad altri, già da qualche tempo orientati a ciò, di intraprendere un’azione per la comunione più piena fra i Movimenti".

E il Papa ne è stato molto contento.

Un prima e un dopo Pentecoste ’98

C’è, quindi, da quel giorno – così sentiamo noi – un "prima" e un "dopo" Pentecoste ’98. Prima dovevamo soltanto pensare a incrementare, a sistemare e portar avanti con tutto lo zelo, il nostro Movimento, ciò che sarà sempre per noi un primo dovere. Ora si aggiungeva l’impegno di guardare anche fuori di noi e di far comunione con gli altri Movimenti. Per quanto riguarda alcuni di noi, fondatori e responsabili di Movimenti, quest’azione è subito iniziata a Roma. (17/06/1999). Ora l’unità fra i Movimenti è possibile con l’attuazione fra noi del Comandamento nuovo di Gesù, dovere di tutti i cristiani.

I primi passi concreti

Ed ora vorrei dirvi – a mo’ di comunione fraterna – come si è cominciato ad attuare intanto questa carità reciproca fra noi appartenenti a tre Movimenti: la Comunità di Sant’Egidio, il Rinnovamento nello Spirito, presente in Italia, e il Movimento dei Focolari, tenendoci naturalmente aperti a tutti quelli che avrebbero avuto lo stesso desiderio.

Possiamo osservare con soddisfazione che alcune cose tipiche del reciproco amore dei primi cristiani si possono già riscontrare nella nostra esperienza.

Tutto è iniziato a Roma subito dopo la Pentecoste.

Ci siamo accordati tra noi e poco dopo ne abbiamo parlato con mons. Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione; con Charles Whitehead, responsabile internazionale del Rinnovamento nello Spirito, e altri. Abbiamo saputo che sono favorevoli a quest’unione anche parecchi fra i presenti.

Aiuto reciproco fra Movimenti

Ma come abbiamo proceduto per realizzare questa prima comunione?

– Si è cominciato col pregare gli uni per gli altri.

– Ci si comunica, di tempo in tempo, l’avanzare del Regno di Dio attraverso il proprio Movimento, perché si possa goderne insieme.

– Si mettono in comune le espressioni positive, colte qua e là, sull’altro Movimento, per incoraggiarci a vicenda.

– Si soffre insieme delle difficoltà e ci si aiuta a superarle.

– Si fa in modo che i rispettivi Consigli si conoscano fra loro e si aggiornino ogni tanto sul lavoro dei propri membri. Ad esempio: il prof. Andrea Riccardi, della Comunità di Sant’Egidio, ha parlato in questi giorni ai tre Consigli riuniti del suo lavoro in Africa, nel Centro America, in Indonesia, ecc.; noi su un convegno importante a Strasburgo a cui abbiamo partecipato, presentando la cosiddetta Economia di Comunione tipica del nostro Movimento, e Salvatore Martinez, del Rinnovamento nello Spirito, su meravigliosi progetti che sta preparando.

– Ci si aiuta concretamente in una specie di comunione dei beni. Sapendo, per esempio, che nel nostro Centro per convegni di Castel Gandolfo mancavamo di strutture per la notte, sono state messe a nostra disposizione dalla Comunità di Sant’Egidio delle case, mentre noi, assieme al Rinnovamento nello Spirito, abbiamo aiutato Sant’Egidio in una raccolta di firme, perché, almeno durante l’anno giubilare, sia abolita nel mondo la pena di morte.

– Partecipiamo e collaboriamo a qualche manifestazione degli altri Movimenti. Così è stato a Bucarest, a Rimini, in Sicilia, ecc.

– Si dà spazio sulla propria stampa alla presentazione e attività degli altri Movimenti.

– Si cerca di tener informati di ogni cosa anche i membri del proprio Movimento nel mondo, affinché questa comunione sia partecipata il più possibile. Non si opera quindi solo al Centro o fra i responsabili, ma tutti i membri della nostra realtà ecclesiale nei cinque continenti sono interessati e vi sono coinvolti.

– Ci si accorda per vedere come aiutare Movimenti piccoli o grandi in difficoltà.

– Si sono create – in ciascun Movimento – Segreterie, di un paio di membri, per il lavoro inerente a questa comunione tra Movimenti.

Una nuova ora nella Chiesa

Ciò che si osserva dovunque è che lo stesso Spirito Santo ha preparato quest’ora nella Chiesa. Dappertutto, infatti, troviamo un’attesa incredibile per questa comunione, un grande entusiasmo, una spinta che non può essere che soprannaturale. Continua quella spontanea amicizia, che noi tutti abbiamo visto fiorire a Roma soprattutto quando il Papa ha detto: "Oggi, da questo cenacolo di piazza San Pietro, s’innalza una grande preghiera: Vieni Spirito Santo, vieni e rinnova la faccia della terra. Vieni con i tuoi sette doni! Vieni Spirito di vita, Spirito di verità, Spirito di comunione e di amore! La Chiesa e il mondo hanno bisogno di Te. Vieni Spirito Santo e rendi sempre più fecondi i carismi che hai elargito".

Dopo questa invocazione noi non eravamo più quelli di prima: ogni indifferenza reciproca era sparita, ogni prevenzione svanita, ogni resistenza sciolta. Era nato fra noi tutti l’amore, l’abbraccio reciproco in Gesù.

Maria, "prima discepola di Cristo, Sposa dello Spirito Santo e Madre della Chiesa", così l’ha chiamata il Papa quel giorno, che ha accompagnato gli apostoli alla prima Pentecoste, era senz’altro presente. E non poteva non esserci. È Lei la prima carismatica della Chiesa.

Giornate Pentecoste '99

Aiutati da questa nuova e incoraggiante situazione, che si è venuta a creare, noi tutti, già uniti, abbiamo poco dopo programmato – come forse saprete – delle giornate comuni che abbiamo chiamato "Giornate Pentecoste ’99" da svolgere in tutto il mondo, in qualsiasi periodo dell’anno.

Alcune si sono già attuate, con l’approvazione, la benedizione o la presenza dei vescovi del luogo, in una gioia generale, unica e con grandi frutti; altre sono previste nei prossimi mesi. Tutte sono state precedute da sentiti e calorosi incontri fra membri dei diversi Movimenti dove hanno potuto conoscersi e distribuirsi i compiti che una simile giornata richiede.

Effetti

E quali sono gli effetti di tutto quello che si è potuto fare finora?

– È aumentato l’amore per il Papa (che ci ha così largamente benedetti e beneficati) e per chi lo rappresenta nel Pontificio Consiglio per i Laici.

– Il nostro cuore si è allargato maggiormente su tutta la Chiesa, per la cui totalità è stato donato ogni carisma.

– Nello stesso tempo, con gioia, si è vista nelle giornate l’occasione di svelare a qualche Chiesa particolare ciò che ha nel suo seno: queste nuove forze, non sempre conosciute, perché ne goda e prenda nuovo coraggio.

– Per l’amicizia che si è creata, si è avvertita nei singoli Movimenti come una rinata giovinezza.

La benedizione del Papa

A Natale ho ricevuto una lettera autografa dal Santo Padre, la cui benedizione è anche per i Movimenti, che si sono impegnati e si impegneranno nella loro comunione.

Avevo scritto al Papa, assieme agli altri due promotori, dandogli relazione, come per un piccolo dono di Natale, di quanto stavamo facendo. Gli avevo allegato una videocassetta, che rievocava la Pentecoste ’98 e presentava alcuni Movimenti.

Il Santo Padre ha risposto: "La ringrazio per quanto mi ha comunicato sul lavoro in comune con altri Movimenti ecclesiali per trovare un punto d’incontro, d’unità, pur nella diversità dei vari carismi; questo non è solo un piccolo regalo natalizio, ma è una notizia molto confortante, che mi riempie di gioia, perché l’indispensabile collaborazione tra le varie realtà ecclesiali certamente porterà molti frutti. (...)

Sono contento anche dell’iniziativa, presa in accordo con il Pontificio Consiglio per i Laici e gli Ordinari Diocesani, di organizzare incontri... per rivivere insieme nelle singole diocesi, l’esperienza del grande raduno in piazza San Pietro. (...)

Ringrazio per il dono della videocassetta Sulle ali dello Spirito, che mi ha fatto rivivere il Grande incontro della vigilia di Pentecoste dello scorso anno".

Nuove prospettive

Quali possono essere ora le previsioni?

Noi vorremmo, con quanto facciamo, dare tanta gloria a Dio e gioia alla Chiesa.

Questo lo potremo fare, se è vero quanto ha detto un Cardinale (e non lui solo) che ha potuto costatare i frutti prodotti da una manifestazione fatta insieme da due Movimenti: "Se i Movimenti si uniranno, saranno una potenza nella Chiesa".

Una potenza nella Chiesa, nonostante noi, che siamo quel poco che siamo; una potenza, ma per Dio, la quale farà in modo che il suo Nome sia santificato e torni ad essere di moda nelle nostre strade, spesso assiderate dal materialismo e dal secolarismo, nelle nostre case, nelle nostre scuole, nei posti di lavoro, nelle amministrazioni pubbliche e soprattutto sulle frontiere più avanzate, luoghi in cui, in genere la Chiesa non arriva con i mezzi normali, ma dove i nostri Movimenti sono spesso presenti. A ciò, infatti, li ha chiamati e li ha fatti particolarmente atti lo Spirito Santo.

Chiara Lubich