Quali i frutti dello Spirito quando trasformiamo il dolore in amore?

Il dinamismo dello Spirito


Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei focolari, il 24 maggio 1985 ha risposto ad alcune domande dei giovani che nella cittadella di Loppiano si preparano a donare la loro vita a Dio nel focolare. In quel periodo si approfondiva quel punto della Spiritualità dell’unità che è lo Spirito Santo. Le sue risposte sono sintetiche e spontanee, ma profonde e attuali. In occasione di quest'anno dedicato dalla chiesa cattolica allo Spirito Santo in preparazione al 2.000, le offriamo ai nostri lettori, così come abbiamo potuto raccoglierle, nello stile parlato di una conversazione familiare.


Di fronte al dolore

Di fronte al mistero del dolore un giovane mi dice che ha paura, un altro che si sente frenato ed un altro ancora che baratta la sua scelta, perché mentre ha promesso di seguire Gesù fino al suo abbandono in croce, prende una via meno impegnativa… È quello che tutti sperimentiamo nella vita.

Come risolvere questi tre stati d’animo per rimanere fedeli alla nostra scelta? La risposta è: allenandosi! Voi siete giovani, potete diventare degli atleti! In genere avete davanti tutta la vita, anche se si può morire presto, perché non si sa mai quando arriverà la nostra ora. In ogni modo, ricordate che la cosa più bella che può esistere al mondo è diventare degli atleti di Dio. Quindi, allenarsi. Le partite di calcio fatele per mantenervi in forma, anche questo è un aspetto che va curato; ma il primo allenamento è quello dello spirito. Dobbiamo diventare degli atleti per trascinare il mondo dietro a Gesù. E potete far questo abbracciando Gesù abbandonato (nota 1).

Come comportarsi, allora, se ad un dato punto viene la paura? Approfittare della stessa paura per abbracciare Gesù abbandonato. Lui, infatti, sembra proprio "il pauroso". Prima di salire in croce prega il Padre di evitargli tale prova e sulla croce grida: "Mio Dio, perché...?". Sembra impaurito al massimo: la sua paura supera e riassume tutte le nostre paure. Ma subito dopo si risolve e, credendo all’amore del Padre dice: "Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito". Dobbiamo fare così anche noi: abbracciare la paura e approfittare della stessa cosa che ci sbarra la strada per camminare in avanti, per crescere nell’amore.

Questo vale, nello stesso modo, per chi si sente frenato. Anche Gesù sulla croce, abbandonato, sembra proprio che subisca una frenata. Lui che aveva continuato ad affermare: "Il Padre è con me ...", sulla croce dice: "Dio mio, perché mi hai abbandonato?". È stata – per così dire – una divina frenata, perché Lui ha preso su di sé tutte le frenate che hanno fatto gli esseri umani di fronte a Dio. Approfitta, quindi, di questo senso di freno per dire: "È Gesù abbandonato" per scoprirlo e abbracciarlo. E avanti!

L’altro giovane, poi, dice che baratta la scelta che ha fatto di Gesù abbandonato con qualcos’altro. Questo è un fallimento, un piccolo fallimento. Ma Gesù abbandonato si è fatto fallimento, è il fallimento. Quando ci si accorge allora di averlo barattato con altro, non fermarsi. Che cosa importa se tu l'hai barattato? Tu non vali niente, chi vale è Gesù abbandonato. Dire allora: "L'ho barattato? Ne approfitto per abbracciarlo in questo fallimento".

L’agire dello Spirito Santo

Abbracciando Gesù abbandonato cosa succede? Viene in noi lo Spirito Santo, che sboccia, fiorisce e fa sentire i suoi impulsi.

Vorrei approfittare di questa risposta per parlarvi proprio di questo, per farvi scoprire come Egli vive e opera dentro di voi. Lo sentite, ma forse non vi accorgete che è Lui. Vorrei allora che vi rendiate conto non solo che è dentro di voi – sappiamo, infatti, dal catechismo di averlo in noi per la grazia – ma anche che Egli agisce in voi, e farvelo riconoscere. Lo Spirito Santo, quando si abbraccia Gesù abbandonato, non solo illumina la mente, ma tonifica l'anima.

Per vedere le molte cose che egli opera in noi, passiamo in rassegna due preghiere molto note nella chiesa cattolica: il Veni Sancte Spiritus e il Veni Creator

Visita le nostre menti

Io sono sicura che le vostre menti sono state visitate dallo Spirito Santo. Altrimenti non sareste qui. Ci siete, infatti, perché qualcuno vi ha detto: "Vai in quel posto". E chi è stato a dirvelo? Lo Spirito Santo.

È ottimo consolatore

Abbiamo provato milioni di volte – voi forse solo migliaia – che, abbracciando Gesù abbandonato, dentro di noi fiorisce la gioia, la consolazione. Tant’è vero che alcune volte lo si sfrutta e lo si abbraccia perché porta la gioia. Ma allora si rettifica l’intenzione, si abbraccia Gesù abbandonato per amore e lo Spirito Santo arriva quale "ottimo consolatore". Questo certamente l’avete provato. Ricordatevi che è Lui e nessun altro che vi ha consolati.

Suscita in noi la Parola

Quanti di noi dicono: "Ero una persona che non parlava mai. Poi nel Movimento mi hanno fatto raccontare la mia esperienza e ho parlato". Se uno ha parlato, è perché aveva qualcosa da dire. La parola è un veicolo, ma l’importante è aver qualcosa da dire. Quella persona aveva qualche cosa da dire e si è sentita sulla sua bocca la Parola. Chi gliel’ha messa? Lo Spirito Santo!

È fiamma ardente dei cuori

Arrivando a Loppiano molte focolarine e focolarini mi scrivono: "Mi scoppia il cuore". Che cos’è questo scoppiare del cuore? È lo Spirito Santo che dona una gioia che fa scoppiare il cuore.

Sana le ferite

È verissimo. "Ho sbagliato – dici – mi confesserò, ma adesso abbraccio subito Gesù abbandonato in questo mio dolore", e tu senti che la ferita si rimargina. Chi è stato a rimarginarla? Lo Spirito Santo!

È balsamo

Questo vorrei proprio mettervelo in rilievo, affinché ogni tanto entriate dentro di voi a dirgli grazie. Mi è piaciuto moltissimo leggere che il papà del grande Origene, un martire dei primi secoli, quando suo figlio era piccolino, gli scopriva il petto e glielo baciava perché era tempio dello Spirito Santo. Dovremmo pensarci spesso e sapere che noi non abbiamo soltanto un dono dello Spirito, ma proprio il Dono che è lo Spirito Santo. Prima, infatti, è venuto il Verbo, poi ci ha dato lo Spirito Santo ed Egli è in noi e magari non gli diciamo neanche grazie. È proprio una vergogna! Eppure sperimentiamo continuamente la sua presenza in noi.

Reca in dono la pace

Se non ci fosse Lui saremmo dei poveracci, tristi, sempre senza pace, mentre lo Spirito Santo ce la porta in dono.

E mille altri doni

Lo Spirito Santo, ad esempio, è presente in noi non in forma passiva, ma con un dinamismo molto attivo: quando noi abbracciamo Gesù abbandonato, egli ci risponde, si interessa di noi, partecipa alla nostra vita, interviene, ci esorta. Quando ci sentiamo spinti, ad esempio, a fare tanti atti di amore e incominciamo fin dal mattino, è Lui che ci spinge, nessun altro!

Egli viene in aiuto alla nostra preghiera, come dice molto bene san Paolo. Egli mette in noi il gusto della vita interiore. La vita interiore è una vita stranissima, o meglio misteriosa, che nessuno all’inizio vorrebbe abbracciare, perché tutti vivono per mangiare, per godersela, ecc. Chi ci attira, allora, alla vita interiore che è una cosa così sopraffina? È lo Spirito Santo! Perché siete qui? Perché avete il gusto della vita interiore; e chi vi ha mandato qui? Lo Spirito Santo che voi avete ascoltato.

Lo Spirito Santo crea dentro di noi una legge nuova. Chi è che vi fa distinguere e vi fa dire: "Questo è l’uomo vecchio, questa è una falsa allegria, questa è una falsa libertà"? È la voce dello Spirito Santo.

Egli ci fa penetrare la verità. Tante volte, magari studiando, voi avete un approfondimento maggiore della verità. Chi vi ha portato più in profondità? Non l’intelligenza, non il raziocinio; è stato lo Spirito Santo. Chi vi fa venire in mente una frase del vangelo in determinate occasioni? È lo Spirito Santo.

Egli ci dà il senso vero della vita. Tanti non sanno per che cosa vivono: ci sono addirittura dei bambini che si tolgono la vita, gettandosi dalla finestra, perché non hanno più il senso dell’esistenza. Chi dà a noi il senso di che cos’è veramente l’essere umano? Lo Spirito Santo.

Io sono convintissima che voi avete già sperimentato tutte queste cose. Ad ogni modo, se abbiamo sperimentato tutto questo, conviene sperimentarlo di più, andare avanti, esser pieni di Spirito Santo, traboccare Spirito Santo.

E come si fa? Qual è l’atteggiamento nostro? La docilità: ascoltare la sua voce e collaborare sempre e subito, togliendo gli impedimenti – il nostro io, l’egoismo – e abbracciando Gesù abbandonato nel dolore.

Per concludere la risposta alla vostra domanda, di come fare in pratica per amare meglio Gesù abbandonato, senza paura, senza fermarsi di fronte al dolore, senza barattare la sua scelta, vi ripeto che è tutta questione di allenamento. Voi avete la possibilità di farlo, perché tutto vi spinge verso la vita e siccome avete già sperimentato la vita di Dio in voi, allenatevi in questa. Vi ripeto: è questione di allenamento.

Chiara Lubich

Nota 1. Così C. Lubich spiega in un altro testo il concetto di "abbracciare Gesù abbandonato": "Vedendo Lui in ogni sofferenza, andiamo in fondo al cuore, lo abbracciamo e gli diciamo il nostro sì. Poi continuiamo a vivere la volontà di Dio. Ed ecco che quel dolore – soprattutto se spirituale – si tramuta in amore. Lo costatavamo fin da quando compivamo i primi passi di questa vita: "Gesù abbandonato, abbracciato (…), voluto come unico tutto (…), consumato in uno con noi, consumati in uno con Lui, fatti dolore con Lui dolore: ecco tutto. Ecco come si diventa Dio, l’Amore"". (Lo Spirito Santo e il Movimento dei focolari, Gen’s 5/1990, p. 167.)