Lo Spirito agisce in ogni essere umano di buona volontà

 

Dialogo fra persone di convinzioni religiose e non

di Arnaldo Diana

 

Che si possa e si debba instaurare un dialogo tra i cristiani è divenuto un imperativo; anche il dialogo tra i fedeli delle grandi religioni è ormai avviato. E il dialogo fra i cristiani e coloro che non professano una fede religiosa? Anche questo dialogo è in atto e si sta rivelando particolarmente fecondo.

Vogliamo testimoniare il dialogo esistente tra il Movimento dei focolari ed una parte significativa del mondo moderno, che vive secondo principi e valori che poggiano su convinzioni non religiose

Io e i due amici che parleranno dopo di me, lo facciamo a nome di tutti quegli altri che in diversi Paesi portano avanti questa stessa realtà di dialogo. Io sono focolarino dal 1954 e credo di essere fedele alla chiesa e al vangelo; loro due sono fedeli ai propri valori umani.

Si potrebbe parlare anche di "valori laici", perché in Italia si definisce laico chi crede in principi razionali, autonomi o non derivanti esplicitamente da quelli religiosi. Uso questa terminologia, perché non sono capace di definire questi miei amici e fratelli come non-credenti, né sono capace di definire tale il mondo intorno a noi, perché me lo vietano il vangelo, la chiesa e la mia esperienza di molti anni vissuti fraternamente con queste persone. In esse ho scoperto tesori di amicizia sincera, di umanità, di libertà, di unità, di impegno comune a vantaggio dei più bisognosi e dei più divisi: divisi da guerre, da pregiudizi e da insensato odio ideologico.

Non vi faccio una storia di questo dialogo nel Movimento, perché è già stato descritto nelle pagine di questa stessa rivista1. Voglio soltanto dire che ci si sforza nell’ascoltarci reciprocamente sino in fondo: capirci con tutto l’amore e l’umiltà di cui siamo capaci, perché è in gioco l’umanità stessa dell’essere umano, i valori che lo rendono tale.

Ci rispettiamo, non imponiamo la nostra idea, ci apriamo all’altro, ci universalizziamo. Non è una specie di suicidio, è solo amore disinteressato, è non-proselitismo, è amore autentico che prima o poi viene corrisposto e ci arricchisce reciprocamente.

Siamo ancora in cammino. Tante cose ci uniscono e possiamo parlarci francamente e agire insieme, ma la strada ci si illumina davanti man mano che progrediamo nell’ascolto reciproco. La mia esperienza è che questi rapporti sono benedetti da Dio: lo si avverte attraverso i frutti e si sentono il suo aiuto e la sua presenza.

Arnaldo Diana

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1. Cf. le due interviste ad A. Diana e C. Dal Rì, allora incaricati di questo dialogo nel Movimento dei focolari, fatte da H. Blaumeiser in "Gen’s" 1 (1991) 3-10; e da E. Cambón in "Gen’s" 4-5 (1993) 121-126. Vedi anche gli Atti del Convegno "In dialogo per costruire un mondo più unito", (ad uso interno del Movimento dei focolari), Città Nuova, Roma 1997.