"Dio sta preparando il mondo per offrirgli l’acqua viva e quest’acqua non è altro che l’unità con lui e tra noi"

 

Esperienza di una teologa musulmana

di Shahrazad Hushmand

 

Shahrazad è una teologa musulmana che attualmente sta studiando la teologia cristiana all’Università Lateranense. È lei che ha accompagnato Piero Coda nel suo viaggio in Iran, di cui si parla nelle pagine precedenti, rendendo così possibile l’inizio di un dialogo con personalità di quel Paese. Qui riportiamo il suo intervento al nostro convegno, rispettandone il linguaggio parlato.

 

Ascoltando Piero Coda mi viene in mente che stanno succedendo cose nuovissime. Egli ha fatto questo viaggio in Iran ed ha preso contatto con i più grandi teologi islamici, considerati tali in tutto il mondo, e poi ha parlato anche alle studentesse islamiche. Ora io qui parlo con voi. Tutte cose nuove, un lavoro – mi sembra – dello Spirito Santo.

Gesù e Maria nel Corano

Come prima cosa vorrei leggervi alcuni versetti del Corano che parlano di Gesù e di Maria. La quinta Sura del Corano nei versetti 44 e 46 dice: "In verità noi abbiamo rivelato la Torah in cui c’è guida e luce. (...) Sulle orme dei profeti abbiamo poi mandato Gesù, figlio di Maria, a conferma della Torah rivelata prima di lui e gli abbiamo dato il vangelo, in cui ci sono guida e luce, affinché i virtuosi lo seguano e credano nelle sue parole".

In un altro versetto dice che Gesù Cristo è il Verbo di Dio soffiato tramite l’azione dello Spirito Santo in Maria e ripete che egli è stato guidato sempre dallo Spirito Santo.

C’è un’intera Sura dedicata a Maria, la decimanona del Corano, e s’intitola appunto la Sura di Maria. Racconta tutta la sua storia e, iniziando prima della nascita, parla di sua madre; quindi della sua devozione, della sua purezza, della sua grande immacolatezza. In tutto il Corano è l’unica donna ad essere nominata col proprio nome e ad avere un livello così alto. Vi leggo un versetto: "O Maria, Dio ti ha prescelta, ti ha purificata e ti ha elevata sopra tutte le donne del creato". Più forte di questo il Corano non lo dice di nessuno.

Ho parlato un po’ di Gesù e di Maria per mostrarvi cosa pensa il Corano di queste figure grandissime.

Anche il Corano vuole l’unità

In un altro versetto si legge: "O gente – spesso il Corano parla così senza fare distinzione fra maschio e femmina o fra razze – noi in verità vi abbiamo creato diversi, affinché vi conosciate a vicenda" (19-43).

In un altro versetto lo dice ancora più esplicitamente: "Se Dio avesse voluto, vi avrebbe fatti tutti uguali" (5-48).

E un altro versetto ancora: "Quelli che credono – i cristiani, gli ebrei ed altri – non devono aver paura di niente, se credono in Dio e nel giorno del giudizio" (5-69).

Anche il profeta Mohammad diceva: "Nelle vostre differenze c’è una grazia; basta che abbiate la capacità di leggerla e di vederla".

Il nostro dialogo

Ho sentito spesso Chiara che ci invita ad aprire i nostri cuori verso l’altro, a cercare nell’altro i semi del Verbo, oppure a vedere Gesù nel fratello. Proprio vedere, cercare Gesù nell’altro senza nessuna distinzione di razze, popoli, lingue e religioni. Gesù è nell’altro.

Posso paragonare questa verità ad un versetto del Corano. Il libro sacro vuol rispondere a quelli che cercano il volto di Dio: "Ma dov’è il volto di Dio? Dovunque voi vi giriate, lì è il volto di Dio" (2-115).

Ho studiato la teologia islamica per quasi dieci anni e sono molto contenta di essere adesso nell’Università Lateranense per approfondire di più la religione cristiana. Voi capite molto bene che per chi crede nella propria religione e la pratica, non è tanto facile capire le dottrine dell’altro. Per essere veramente sincera all’inizio ho fatto una grande fatica, soprattutto riguardo al mistero trinitario. Sì, studiavo ed avevo buona volontà per trovare i punti di contatto, ma cercavo anche un’apertura dell’altro per farmi capire e per poterlo capire ancora meglio. Poi ho raggiunto questo livello in Dio con gli amici del Movimento dei focolari, perché in loro ho visto la Parola viva ed ho capito quale grande significato ha l’eucaristia.

Per un musulmano pensare di mangiare il corpo di un Dio è assolutamente impensabile. Basta sentirlo dire ed uno scappa. Però Dio ha voluto farmelo capire ed ho compreso che l’eucaristia è il segno più grande dell’unità. I cristiani mangiano insieme un unico pane e questo pane è l’Uno, che li fa diventare tutti uno fra di loro e con Lui. Questa realtà dell’eucaristia, prima di allora assolutamente inaccettabile per me e per i teologi musulmani, è stata una scoperta grande e bella!

Ho fatto tantissime altre scoperte, che non elenco. Solo per dirvi che questi sono i frutti del farsi vuoto e dell’aprirsi verso l’altro. E devo ringraziare molto don Piero, perché lui come teologo mi ha aiutata moltissimo. Non che mi spiegasse i concetti; più che altro perché era vuoto di sé e nel nostro vuoto Dio ci faceva capire: io capivo la bellezza dei vostri misteri e lui riusciva a capire la nostra religione. E vedevo e vedo in questo il dialogo più attivo e più reale che si possa fare oggi. Un dialogo che andrà avanti e porterà tantissimi altri frutti.

"Ho chiesto al nostro Gesù…"

L’altro giorno all’Università sono scesa nella cappella e ho chiesto al nostro Gesù di darmi l’ispirazione per scrivere qualcosa per voi. Se me lo permettete – sono appena due pagine – ve le leggo.

Karl Rahner parla dell’essere umano come ascoltatore della Parola; dice che il cristiano, il fedele, è colui che ascolta, che diventa ascolto, che sa ascoltare la voce di ogni cosa: pronto per ricevere, un nulla che si lascia riempire, un fiat. Gesù Cristo prende con sé la sua croce, insegnandoci a morire, a prendere la nostra croce, a morire ancora prima della morte fisica, morire a noi stessi, al nostro egoismo, al nostro limite per aprirci all’infinito, per diventare uno con l’illimitato, per poter ripetere con san Paolo: non sono io che vivo, ma Dio vive in me.

Un grande teologo mistico islamico del tredicesimo secolo, Rumi, scrive: "Io sono come una canna, un flauto. Se sono pieno di me, Egli non può soffiare, non può cantare attraverso di me. Solo quando sono vuoto completamente, farò un canto per tutti: un niente di me e un tutto di Lui".

In un hadith si legge: "Chi mi cerca – è Dio che parla – mi trova; chi mi trova, mi conosce; chi mi conosce, s’innamora di me; chi s’innamora di me, io m’innamoro di lui; e di chi m’innamoro, lo faccio morire; e chi faccio morire, allora avrà me come ricompensa: divento i suoi occhi, la sua lingua, i suoi piedi; con me vede, con me parla, con me cammina: sono io in lui".

Insieme verso l’umanità

Il Cristianesimo e l’Islam sono due grandissime religioni monoteiste immerse oggi in un mondo che ha tanti dubbi sui concetti religiosi; un mondo che da una parte crede di poter creare e procreare facendo a meno di Dio, ma dall’altra parte ha dentro il bisogno di qualcosa di superiore, cui abbandonarsi e affidarsi. Non possiamo lasciarlo nelle mani delle nuove tendenze spiritualiste sorte al di fuori delle religioni monoteiste.

Quali sono le proposte che questi movimenti religiosi offrono, presentandole così affascinanti che tanti lasciano i propri concetti religiosi e si lasciano prendere da loro?

Nel mondo postmoderno si parla di una nuova religione superiore nella quale tutti possono entrare. Si parla di un Dio che non è più trascendente, ma che si identifica con le cose. Si parla dell’essere umano che può diventare divino, che arriva allo stato più perfetto dell’illuminazione; si parla di salvezza universale

Carissimi sacerdoti e messaggeri della Parola, nella Bibbia e nel Nuovo Testamento, nelle parole sacre di Gesù, noi non troviamo già tutte queste risposte?

Nel Nuovo Testamento non esiste il concetto di salvezza universale? Non esiste il concetto della perfezione umana, quando nell’essere umano non è più lui che vive ma è Dio che vive in lui? E poi non abbiamo il massimo, proprio il massimo dove Gesù prega: "Come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola"?

Ma cosa è più forte, più grande, più affascinante di questo? Ma dove può esistere un’unità più perfetta di questa: come siamo uno io e te, anch’essi lo siano con noi e tra loro? Più profondo e più perfetto e più uno di questo, dove sarà, come sarà?

Quando tutti saremo uno tra noi ed uno con Dio, quale unità più forte e più affascinante e quale sentiero moderno può mai arrivare a questo livello?

Dio parla
attraverso le persone carismatiche

Cari fratelli in Dio, noi e voi che ci presentiamo come i messaggeri della Parola, del Verbo, solo facendoci sempre più vuoti di noi e morendo ogni attimo a noi stessi, faremo parlare lui attraverso le nostre voci e la nostra lingua. Dio forse non lo troveremo tra le righe dei libri o nelle biblioteche ma, solo svuotandoci sempre più, lui sarà dentro di noi e studierà, camminerà, leggerà e parlerà in noi.

Ed è per questo che l’umanità per secoli e secoli non ha potuto fare a meno delle grandi figure carismatiche. La religione è andata avanti nei secoli grazie a queste persone che, svuotandosi di sé hanno fatto parlare lo Spirito divino, lo Spirito Santo. Sì, anche con i grandi teologi, ma soprattutto con quei teologi che erano loro stessi dei santi oppure erano in contatto con i santi e le persone carismatiche.

Gesù entrava tra la gente semplice e parlava in modo semplice e chi ascoltava col cuore, capiva. Ed ecco che nella nostra era Dio ci dona una nuova creatura carismatica, una creatura tutta vuota di sé, nulla di sé, morta a sé; una creatura che ha preso la propria croce, che è già crocifissa, che non è nient’altro che un’ascoltatrice della Parola, è solo un essere diventato ascolto; come san Paolo, non è più lei che vive ma Dio che vive in lei, non è più lei che pensa ma Dio che pensa in lei, non è più lei che parla ma Dio che parla in lei. Una creatura limpida, chiara: è Chiara.

Dentro al suo cuore c’è uno spazio grande per tutti, per accettare e ascoltare ed amare tutti; un cuore e una mente vuoti di sé, pieni di lui, tali da poter capire che il più importante, il centro, il più profondo messaggio del vangelo per il quale lei era nata è questo: "Come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola".

Come credenti sappiamo che tutto è nelle mani di Dio. È lui l’unico vincente, onnipotente. Allora tutto va verso il bene: egli è l’Alfa e l’Omega. E non è altro che l’assoluta bellezza, non è altro che l’amore infinito.

Allora, cari fratelli in Dio, tutto quello che sta succedendo con la scienza, questo sentirsi indipendenti da Dio da parte degli esseri umani, e d’altra parte questa sete di una profondissima unità tra le cose, fra l’umano e il divino, tutto per noi credenti fiduciosi nel Dio amore, non è altro che una preparazione alla seconda venuta del Signore che, come dice Chiara, ha una sua epifania nella presenza di Gesù in mezzo a noi.

Tutta questa sete nel mondo è necessaria, perché come dice Hafez, un mistico islamico del dodicesimo secolo: "Non cercare tanto l’acqua, ma cerca di assetarti e l’acqua ti scenderà da ogni parte". Allora per trovare quest’acqua di vita, bevendo la quale non avremo più sete, prima dobbiamo aver sete.

Lo Spirito Santo sta preparando il mondo per poi offrire l’acqua viva. Sì, quello che lo Spirito Santo sta facendo con Chiara, e con tutti noi che l’abbiamo seguita, è presentare e offrire l’acqua della vita eterna. E quest’acqua non è altro che l’unione tra di noi e l’unione con Dio, che alla fine non saranno più due, ma Uno.

Dice Chiara che noi siamo raggi di un unico sole, magari anche opposti, ma tutti raggi dell’unico sole. Più ci avviciniamo al sole, più ci avvicineremo tra noi fino all’unità.

Dice il Corano: "Siamo tutti e tutte di Dio e torneremo verso di lui". Nell’attesa non ci resta altro che amarci radicalmente e profondamente come egli ci ha amati. Un amore che supera tutte le tenebre e cancella tutti i limiti e ci fa diventare uno fra noi e con lui: "Come tu Padre sei in me ed io in te, anch’essi siano uno in noi".

 

 

 

Shahrazad Hushmand