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La Trinità e il pensare

Un contributo originale nei contenuti e nel metodo

 

Si tratta di una raccolta di contributi del versante filosofico e teologico che, divisa in tre parti, cerca di comprendere e di approfondire, alla luce della prospettiva kenotico-pasquale e trinitaria, alcuni grandi autori e tematiche attuali del pensiero cristiano. La prima parte presenta con Hegel, Schelling, Nietszche e Heidegger quattro “padri” della filosofia moderna che, essendo allo stesso tempo «profeti» di quanto avrebbe recato con sé lo sviluppo futuro dell’umanità, rappresentano in modo esplicito o implicito il travaglio della modernità.

La seconda parte offre interpretazioni dell’opera di quattro grandi teologi – Solov’ëv e Florenskij per l’ortodossia, Bonhoeffer per la riforma e Teilhard de Chardin per il versante cattolico – che hanno cercato di ripensare la fede in modi originali e diversi, convergendo però, da prospettive anche molto differenti, nella centralità della croce e del mistero trinitario.

La terza parte, infine, vuole offrire alcune prospettive teologiche che si aprono – sempre in un’ottica pasquale-trinitaria – nella teologia sistematica e in quella pratica, nell’ontologia e nell’antropologia.

Ma ciò che, assieme a questo ricco contenuto, attrae l’attenzione è un’altra caratteristica del volume: il metodo con il quale esso è stato scritto. Come, infatti, viene detto nell’introduzione, vi è un legame vitale che unisce tutti i saggi, perché essi sono nati da una vita condivisa nel quotidiano e da un dialogo intellettuale cresciuto nel corso degli anni. Tutti i loro autori, cioè, si conoscono da tempo e, in parte hanno vissuto insieme facendo, alla luce del carisma dell’unità, la gioiosa esperienza che vita e pensiero, teoria e prassi, ricerca personale e dialogo come dono del proprio pensiero all’altro, non solo si possono fecondare l’un l’altro, ma si richiamano a vicenda e confluiscono in uno.

Il libro, in questo senso, non vorrebbe essere solo un contributo alla riflessione sulla Trinità, ma anche un invito a un pensare nuovo, un “pensare trinitario”, un pensare nella “logica trinitaria” che nasce dal dialogo e dall’ascolto reciproco, da una comune ricerca di quel luogo dove si dà la presenza del Cristo (cf. Mt 18, 20). Grazie ad essa il pensare teologico diventa quello che in realtà dovrebbe essere: conoscenza che è partecipazione, essere introdotti attraverso il Figlio nello “spazio” dell’Essere trinitario (cf Mt 11, 27). «Più che nuovo pensare della/sulla Trinità, nuovo pensare nella Trinità, dove si è Uno essendo Distinti: trinitizzazione, come scrive Chiara Lubich» (p. 423).

Come è stato ricordato dal cardinal Ruini durante la presentazione del volume all’Università Lateranense, nel libro sono presenti alcune importanti prospettive che non possono essere trascurate, anzi, che compongono il quadro dell’attuale ricerca teologica: il rapporto tra rinnovamento culturale e spiritualità; il dialogo tra teologia e filosofia e il nesso vitale tra esistenza e pensiero. Il che fa sì – sottolinea il cardinale – che si tratti di un genere di riflessione che «non rappresenta un’evasione dalle problematiche attuali della chiesa e dell’umanità». Al contrario, per il fatto di essere «condotto con rigore e con spirito creativo al di dentro dell’esperienza cristiana», può rappresentare uno dei fecondi contributi «per la missione cristiana nel nostro tempo e nel cammino della nostra civiltà».

Lubomir Zák

 

 

 

P. CODA – A. TAPKEN (edd.), La Trinità e il pensare – figure percorsi prospettive, Città Nuova Ed., Roma 1997, pp. 436, L. 48.000.