Settimana di preghiera per l’unità 1998

 

«Lo Spirito viene in aiuto della nostra debolezza» (Rm 8,26) è il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani per il 1998. Bello e importante, tra l’altro perché viene incontro almeno a due aspetti fondamentali del cammino ecumenico: non ridurre la spiritualità a preghiera, né il nostro ecumenismo alla pur importante e provvidenziale Settimana annuale di preghiera.

È vero che senza preghiera non sarà possibile l’unità dei cristiani, perché l’unità è un dono di Dio. Però la preghiera non è tutta la spiritualità, che comprende ben altri aspetti, come testimonia la recente storica proposta di C. Lubich a Graz, riportata in queste stesse pagine. Infatti è sintomatico che spesso, quando si parla di “ecumenismo spirituale”, ci si riferisce ai nn. 7-8 del documento sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II, ed al suo richiamo a “pregare sempre”. Mentre in realtà quei numeri non parlano solo di preghiera, ma anche di conversione del cuore e santità di vita, con testi come questo: «Si ricordino tutti i fedeli che tanto meglio promuoveranno, anzi vivranno in pratica l’unione dei cristiani, quanto più si studieranno di condurre una vita più conforme al Vangelo».

L’ecumenismo infatti costituisce, nella sua essenza, una chiamata alla ricerca comune di un cristianesimo sempre più genuino ed autentico. E questo è un compito che non finisce con la Settimana di preghiera, ma da portare avanti tutto l’anno. Anche se non incontrassimo mai un cristiano di un’altra tradizione, nella misura in cui ogni chiesa punta a vivere più pienamente il Vangelo, sta già facendo ecumenismo perché – come segnalava il compianto Y. Congar – contribuisce a guarire quelle ferite che sono state causa della divisione dei cristiani e a evitarle nel futuro.

Questo, ovviamente, non lo si può fare senza lo Spirito Santo, «che viene in aiuto della nostra debolezza». Perciò, come contributo alla riflessione ed alla vita, vogliamo trascrivere questa pagina riportata dal teologo ortodosso O. Clément nel suo libro Dialoghi con il Patriarca Atenagora:

«Senza lo Spirito Santo                 
Dio è lontano,                    
Cristo rimane nel passato,             
il Vangelo è lettera morta,  
la Chiesa è una semplice organizzazione,
l’autorità è una dominazione,         
la missione una propaganda,        
il culto una evocazione,      
e l’agire dell’essere umano una morale da schiavi.

Ma nello Spirito Santo:       
il cosmo è sollevato e geme nella gestazione del Regno, 
Cristo risorto è presente,   
il Vangelo è potenza di vita,           
la Chiesa significa comunione trinitaria,    
l’autorità è un servizio liberatore,   
la missione è una Pentecoste,       
la liturgia è memoriale e anticipazione,      
l’agire umano è divinizzato».          

a cura della redazione