Flash di vita

 

Ecumenismo
della vita

Negli ultimi cinque anni la comunità cattolica e quella evangelica di Isola Liri, una cittadina della provincia di Frosinone, vicino Roma, si sono incontrate dieci volte per pregare, due per un pranzo di amicizia, due per commemorazioni comuni, sette per uno studio della Scrittura. Questa breve sintesi per capire l’attuale intensità dei rapporti tra le due comunità dopo 89 anni di forti contrasti. Quest’anno ci sono stati due incontri di preghiera durante la Settimana per l’unità – uno in un locale cattolico e l’altro nella chiesa evangelica – e due conferenze.

Attualmente il responsabile della comunità cattolica è don Domenico Ferri e della comunità evangelica è il dottor Sergio Tattoli. I due portano avanti un dialogo ecumenico costruttivo tra le due comunità.

Per preparare il primo incontro di quest’anno il parroco è andato nella casa del pastore. Ha accettato la sua proposta dei canti: belli, ma sconosciuti ai cattolici. C’è stato un confronto di idee su molti argomenti, sul papa e sull’ecumenismo. Piuttosto che aprire una discussione su punti controversi, il parroco gli ha raccontato qualcosa dell’ecumenismo del popolo e della vita, portato avanti dal Movimento dei focolari. Ad un certo punto il pastore ha esclamato: «Ma allora Chiara aprirà una grande strada».

Guardando l’orologio si è accorto che erano passate due ore e doveva andare a riprendere il figlio a scuola. Alzandosi ha detto: «Noi dobbiamo continuare questo discorso».

Dopo qualche giorno ha telefonato al parroco: «Forse è meglio fare i vostri canti; solo il Padre nostro canteremo nella nostra melodia...». Ma la sera dell’incontro, quando si doveva cantare il Padre nostro, ha detto: «Cantiamolo secondo la melodia vostra».

Il rapporto fraterno stabilito fra i due aveva fatto cadere tante barriere da ambo le parti. Quando è venuto il suo turno per parlare, ha iniziato citando san Francesco e un laico evangelico, e nel mezzo del discorso ha detto: «Ma la chiesa cattolica ha ancora due donne veramente grandi: Chiara Lubich e Teresa di Calcutta, che lavorano tanto bene per l’ecumenismo». L’uditorio ascoltava in silenzio e con stupore.

Ma la sorpresa più grande si è avuta il 25 gennaio scorso nella chiesa evangelica. Il pastore aveva invitato suor Piera Cori delle Pastorelle, una cantautrice da lui conosciuta un mese prima nella parrocchia, e che lo aveva colpito – diceva – perché «Dio emana dalle sue canzoni in maniera fresca e genuina». La chiesetta era stracolma, l’atmosfera gioiosa e i canti di suor Piera creavano un’aria di paradiso.

Il parroco, che dirigeva l’incontro di preghiera, voleva concluderlo con l’inno a Cristo di Paolo VI a Manila, ma aveva un po’ di esitazione. Il pastore avrebbe accolto un testo del papa? Glielo chiede e questi risponde: «Tu avevi dato questo testo al mio predecessore due anni fa ed io l’ho trovato così bello che lo recitiamo anche nella nostra comunità».

È seguita la lettura del commento di Chiara Lubich alla Parola di vita del mese, «Lasciatevi riconciliare con Dio», che coincideva come ogni anno con il tema della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. È caduta in un terreno propizio e il pastore ha chiesto di avere regolarmente quel commento alla Parola, che i cattolici cercano di vivere ogni mese nella loro parrocchia.

Per crescere nella reciproca conoscenza e dietro richiesta delle due comunità, il parroco ed il pastore hanno programmato altri quattro incontri di natura culturale. Così una domenica il pastore ha tenuto una interessante conferenza sul libro dell’Apocalisse nella sala parrocchiale ad un centinaio di persone di ambedue le comunità. Il tema è stato molto apprezzato ed ha suscitato un interessante dialogo tra il pubblico e il pastore.

In seguito il parroco è stato invitato nella chiesa evangelica per presentare un tema sullo Spirito Santo. Questa volta non si trattava però di un incontro ecumenico per le due comunità, dovendo parlare durante la celebrazione liturgica domenicale. Il parroco ha comunque portato con sé una piccola delegazione rappresentativa, una decina di persone. Con queste egli si era trovato in precedenza e, in un clima di profonda comunione, avevano chiesto che lo Spirito Santo operasse a gloria di Dio.

La liturgia è iniziata con un canto, quindi c’è stata «la memoria del giovedì santo» e alla fine il pastore ha dato la parola al parroco, ringraziandolo per aver accettato l’invito. Questi ha iniziato avvertendo che non era venuto per fare una lezione accademica o un semplice commento esegetico sullo Spirito Santo, ma per contribuire a far crescere nella città lo spirito di famiglia tra cattolici ed evangelici. Prendendo lo spunto dalle parole bibliche, ha messo in rilievo quello che lo Spirito opera in noi se lo lasciamo agire, concludendo col racconto di due esperienze personali sul perdono.

È stato un momento di intensa commozione per tutti. Quando il parroco ha concluso dicendo che Gesù ha fatto di tutto perché noi vivessimo quaggiù come si vive nella Trinità, il pastore gli è andato incontro col volto radioso ed ha preso il microfono: «È proprio vero – ha detto – che lo Spirito Santo ci porta di stupore in stupore. Chi avrebbe mai pensato che don Domenico ci avrebbe detto delle cose così belle?». E rivolto a questi: «Torna per svolgere la seconda parte...».

Lo stesso sentimento si notava in tutti i presenti che non finivano di ringraziare e di stringergli la mano in segno di affetto. «Tutto mi è piaciuto – ha detto una ragazza – ma le tue esperienze sul perdono sono rimaste scolpite nel cuore».

Alla fine del culto una signora cattolica, uscendo dal tempio, si è incontrata con un suo ex-alunno evangelico e questi le ha detto: «Tenetevi caro questo sacerdote, perché è una ricchezza anche per noi».

In occasione delle feste pasquali c’è stato uno scambio di messaggi tra le due comunità. «Nel comune amore a Gesù risorto – ha scritto il parroco al pastore – auguro a te e alla tua comunità una felicissima Pasqua. Il Risorto dia a tutte le chiese una pioggia di Spirito Santo perché la gioia sia piena». Il pastore dal canto suo ha così risposto: «Ti ringrazio tanto del tuo biglietto augurale, l’ho gradito moltissimo e lo leggerò durante il culto di pasqua alla mia comunità che ne sarà molto contenta. Ti invierò anch’io un biglietto che potrai leggere alla tua comunità». E il messaggio è arrivato puntuale: «Carissimo Domenico, giunga a te e a tutta la tua chiesa l’augurio di una sempre più intensa vita di fede, illuminata dallo Spirito, nel segno della riconciliazione che la Pasqua rappresenta per tutti noi credenti. Il Signore ci benedica».

La lettura dei messaggi nelle rispettive comunità è stato un momento di intensa gioia, in sintonia con l’impegno delle chiese per la prossima assemblea ecumenica di Graz.

I cristiani di Isola del Liri non perdono occasioni per mantenere viva la carità fraterna: a maggio il pastore farà un’esposizione dei suoi quadri nella sala parrocchiale.

E. P.

Date e vi sarà dato

«Date e vi sarà dato». Questa parola del vangelo mi ha colpito e mi ha messo dentro la voglia di viverla alla lettera, andando al di là dei calcoli umani, delle abitudini e delle paure che a volte mi condizionano, impedendomi quell’abbandono alla Provvidenza che Gesù chiede al cristiano.

Ogni domenica una signora di immigrati macedoni viene a chiedere aiuto. Conosco la situazione di questa numerosa e poverissima famiglia, composta di tre adulti e quattro bambini. Ora il papà ha iniziato un lavoro in una cooperativa ed è in attesa del primo stipendio, che arriverà, secondo il regolamento, non prima di due mesi. Nel frattempo non può più andare in giro a chiedere l'elemosina, come faceva prima, per sfamare i figli. La nostra parrocchia si è impegnata a sostenerli fino all'arrivo dello stipendio con generi alimentari, vestiario e con quant'altro occorre.

Nella prima domenica di febbraio la signora è tornata come sempre e, prima che lei mi chiedesse qualcosa, le sono andato incontro ed ho sentito di darle tutto ciò che avevo in tasca: una busta ancora chiusa con un'offerta ricevuta pochi minuti prima. Avevo ancora negli occhi l’immagine di questa signora, quando arriva un’altra offerta in denaro. L'ho messa da parte per i poveri. La Provvidenza si manifesta continuamente e con abbondanza.

All'inizio del mese c’è stato un momento d'incontro di tutti i gruppi della parrocchia. Commentando questa parola del vangelo, abbiamo parlato della famiglia macedone e di altri poveri presenti in parrocchia e abbiamo deciso subito di vivere il «date e vi sarà dato». Da quel giorno i singoli gruppi quando si riuniscono mettono sempre un cesto per raccogliere quello che ognuno liberamente può dare.

L'esempio è stato imitato da tutta la comunità parrocchiale nella messa domenicale. Molte persone, dopo che hanno iniziato a dare, hanno detto di aver sperimentato tanta gioia e tanta Provvidenza.

M. C.

 

Tutti invitati
al banchetto

Ero sul treno verso Bonn e, non trovando posto nei compartimenti, mi sono seduto nel vagone ristorante vicino ad altre tre persone, una di Essen e due di Amsterdam.

Queste ultime parlavano della fiera dell'antichità di Francoforte, dalla quale venivano, mentre io leggevo delle notizie che mi davano tanta gioia. Loro se ne sono accorte e, ad un certo momento, la persona di Essen mi ha chiesto: «E lei, cosa fa, cosa ci dice?». Dato che in tedesco si usa per la fiera la parola messe ho detto che anch'io venivo da una messa, ma da una messa che avevo celebrato! Capivano immediatamente che ero sacerdote.

Una delle due persone di Amsterdam, mi ha chiesto allora che cosa avevo predicato nella messa di quella domenica. Ho risposto che avevo cercato di dire quello che Gesù stesso avrebbe predicato: c'è un banchetto al quale tutti dall'ovest e dall'est, dal nord e dal sud sono invitati. Un invito che noi cristiani dobbiamo fare non tanto con le parole, ma con il nostro stile di vita e che dobbiamo rivolgere a tutti, anche e specialmente alle persone lontane dalla chiesa, perché queste spesso sono animate da buona volontà.

«Lei in questo momento – mi risponde l’interlocutore – sta già vivendo quanto ha predicato stamattina!». Le faceva eco l’altro di Essen: «Io ho abbandonato la Chiesa, ma desidero ritornare, perché ho bisogno di Dio».

W. H.