Proprietà dei beni
e comunione trinitaria

Non vi è comunione più piena della comunione di ogni cosa, secondo quanto sta scritto: «Ogni cosa era fra loro comune» (At 4, 32). Tuttavia può creare perplessità quello che viene detto poco dopo: «Veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno» (At 4, 35). Che rapporto ci può essere fra la comunione e la divisione, fra la comunione e la proprietà? (...)

La carità ama la comunione, ma ama anche quella proprietà che favorisce il bene della comunione o che, quanto meno, non la impedisce. Anzi, la comunione non può esistere senza la proprietà, anche se questa può certamente esistere senza il bene della comunione. Come infatti vi potrebbe essere qualcosa in comune, se la proprietà non distinguesse l’uno dall’altro quanti possiedono qualcosa in comune?

Nell’altissima e indivisibile Trinità unica è l’unità, una è l’eternità, una la forza, una la sapienza, una la vita, una l’essenza, e tutto ciò è comune alle tre persone. Ogni persona si distingue dalle altre per una sua proprietà, ma una sola beatitudine è comune a tutte e tre. E questo possedere in comune non impedisce che solo il Padre sia Padre: poiché non è Padre per se stesso, ma per il Figlio che egli ha generato dalla sua sostanza e a cui ha permesso, generandolo, di avere la vita in se stesso. (...)

Chi dunque riceve da Dio un dono suo proprio deve essere cosciente di averlo non per sé soltanto, ma per Dio e per il prossimo. Per Dio, cercando quindi nel dono di Dio non la gloria personale, ma la gloria di Dio; per il prossimo, fissando sempre lo sguardo sull’utilità comune e non sulla propria. La carità infatti non cerca il suo interesse, ma quello di Gesù Cristo; ama la comunione, non la proprietà sottratta alla comunione. (...)

Il dono proprio di ciascuno porta al bene della comunione, perchè ciò che è di uno quanto alla proprietà del dono ricevuto diventa di un altro quanto all’utilità del dono comunicato. (...) Chi ha comunichi a chi non ha, come avverte colui che dice: «Date e vi sarà dato» (Lc 6, 38). L’avidità, incline com’è a non comunicare, trattiene per sé ciò che ha: quanto è contraria alla comunione, tanto è nemica della carità.

Baldovino di Ford