Vocazione
a vivere
insieme

 

Parole di saluto di GIOVANNI PAOLO II
ai seminaristi (Castel Gandolfo, 30 dicembre 1994)

 

A

llora è buona cosa che voi siete qui in Castel Gandolfo, che siete venuti in questo cortile, perché focolare dice una cosa molto semplice e molto profonda. Dice che c’è un insieme. Allora la vocazione seminaristica non è vocazione solitaria, è vocazione per vivere insieme; vivere fuori famiglia, senza famiglia a causa del celibato, ma vivere per gli altri, nella famiglia più larga. E io penso che la spiritualità focolarina vi prepara molto bene a questa vocazione, che è vostra.

Oggi queste parole suonano in modo del tutto speciale, perché si celebra nella liturgia della chiesa la festa della Sacra Famiglia. Abbiamo celebrato questo Anno della Famiglia in tutta la chiesa, in diverse parrocchie, diocesi, in diverse comunità. Qui a Roma il vertice era in ottobre: la grande adunanza e celebrazione per le famiglie del mondo.

Allora, alla fine, ci vuole un ringraziamento, perché tutti dobbiamo tanto alla famiglia. Poi sappiamo quale cosa è nella nostra vita la famiglia – la famiglia sana, la famiglia cristiana, la famiglia forte – in quanto la nostra vocazione sacerdotale dipende da quella famiglia; una famiglia anche abbastanza numerosa, perché nelle famiglie poco numerose è più difficile prendere la decisione per la vocazione sacerdotale o religiosa. Se c’è vocazione, vince anche se è figlio unico. Ma è più difficile psicologicamente.

La prima cosa è questa: dobbiamo oggi, alla fine di questo anno, riflettere, fare conto di quello che noi dobbiamo alla nostra famiglia.

E poi un’altra cosa che vi auguro è di prepararvi bene, da futuri sacerdoti, a servire le famiglie. Se questo anno è riuscito abbastanza bene come programma mondiale, universale, questo è frutto della pastorale della famiglia. E voi dovete preparavi a questo. E anche un po’ pagare il debito: io vengo dalla famiglia; come sacerdote voglio servire la famiglia, le famiglie, tutte le famiglie, quelle che il Signore mi dà.

Carissimi, volevo dirvi questo, ringraziando per la vostra visita e augurandovi una buona continuazione di questo gioioso incontro; continuazione anche in questa strada focolarina che è molto aperta.