Settimana di preghiera per l’unità

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a Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani si celebra in genere nell’emisfero nord dal 18 al 25 gennaio. Nell’emisfero sud, essendo gennaio mese di vacanze estive, la si suol realizzare nella settimana che va dalla domenica della Pentecoste a quella della Trinità o, come in Brasile, si conclude il giorno della Pentecoste, festa dello Spirito autore dell’unità.

I prodromi di questa iniziativa si possono far risalire molto in dietro. La prima idea di una settimana mondiale di preghiera comune dei cristiani è stata promossa dall’Alleanza evangelica nel 1846.

In campo cattolico nel 1894 il papa Leone XIII incoraggiò la pratica di un Ottavario di preghiere per l’unità, attorno alla Pentecoste.

Un momento decisivo in questo cammino è stata l’iniziativa, nel 1908, di celebrare un «Ottavario per l’unità della chiesa» da parte di P. J. Wattson, ministro della chiesa episcopale protestante (anglicana) degli USA, poi entrato nella chiesa cattolica e fondatore – con lo scopo di dedicarsi a lavorare per l’unità dei cristiani – dei Frati Francescani dell’Atonement (è loro, ad esempio, il noto «Centro Pro Unione» di Roma). Questa iniziativa fu poi appoggiata e promossa da Pio X, Benedetto XV e Pio XI.

Nel 1926, il Movimento «Fede e Costituzione», che in seguito sarebbe confluito nell’attuale Consiglio Ecumenico delle Chiese, diede inizio alla pubblicazione di «Suggerimenti per un Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani».

Un altro impulso fondamentale venne dato dal grande pioniere ecumenista cattolico, il sacerdote francese Paul Couturier (+1953). Per lui la preghiera e una vita rinnovata dal vangelo costituiscono «il superecumenismo, l’ecumenismo spirituale, l’anima dell’ecumenismo» (espressione questa ripresa poi dal Vaticano II). È sua la nota preghiera «Signore, abbi pietà della tua chiesa! Dacci l’Unità che tu vuoi, attraverso i mezzi che tu vorrai». Lui promosse la «Settimana universale di preghiera per l’unità dei cristiani». È molto indicativo dell’evoluzione verificatasi nel cammino ecumenico, il seguente confronto:

Le intenzioni del citato Wattson per ogni giorno dell’Ottavario erano:

-   Ritorno delle altre pecorelle all’ovile di Pietro.

-   Ritorno degli Orientali separati.

-   Sottomissione degli Anglicani a Roma.

-   Ritorno dei Luterani.

-   Unione degli Americani con Roma.

-   Ritorno ai Sacramenti dei non praticanti.

-   Conversione degli Israeliti.

-   Conquista missionaria del mondo a Cristo.

Molti nostri contemporanei ricorderanno ancora di aver fatto questo tipo di preghiere nella chiesa cattolica prima del Vaticano II, così come la menzionata Settimana promossa dall’Alleanza evangelica conteneva – e in certi posti conserva ancora – un carattere anticattolico.

Le intenzioni di Couturier invece erano  le seguenti:

-   Unità di tutti i Cristiani.

-   Santificazione dei Cattolici.

-   Santificazione degli Ortodossi.

-   Santificazione degli Anglicani.

-   Santificazione dei Protestanti.

-   Santificazione degli Israeliti.

-   Santificazione dei non Cristiani.

-   Unità di tutti gli uomini nella carità e verità di Cristo.

È palese il cambiamento di mentalità: dalla ricerca del «ritorno» e «assorbimento» (preghiera, ovviamente, inaccettabile per tutti gli altri), alla richiesta di conversione più profonda al vangelo che porta ad una crescita in Cristo e quindi a una convergenza nella carità e nella verità. Lo stesso Wattson, con la grandezza d’animo delle persone veramente «spirituali», conoscendo l’iniziativa di Couturier si rallegrò per la nuova formulazione.

Nel 1958 il Centro ecumenico «Unità cristiana» di Lione (Francia), cominciò a preparare il tema per la Settimana di preghiera in collaborazione con la commissione «Fede e Costituzione» del Consiglio Ecumenico delle Chiese.

Dal 1968 fino ad oggi, quest’ultima commissione  prepara la Settimana insieme al Segretariato vaticano per la promozione dell’unità dei cristiani (oggi Pontificio Consiglio). Il tema è scelto da questi due organismi, e la base dei testi biblici e delle preghiere proposte per ogni giorno della Settimana sono elaborati ogni anno da gruppi ecumenici di Paesi diversi.

Infatti i testi del 1996 sono stati composti, in un primo progetto, da rappresentanti del Consiglio delle Chiese e dalla Commissione episcopale cattolica per l’ecumenismo del Portogallo, e nella sua versione definitiva da una commissione internazionale nominata dai due organismi di Roma e Ginevra. Naturalmente i testi proposti ogni anno sono suggerimenti che devono essere adattati, se possibile attraverso una collaborazione ecumenica, alla realtà religiosa e sociale di ogni luogo. Il tema di quest’anno è: «Ecco, sto alla porta e busso» (Ap 3, 14-22).

In molti posti purtroppo la Settimana di preghiera è l’unica attività ecumenica. Sarebbe invece una meta auspicabile fare di essa un primo passo per rapporti fraterni e una collaborazione pratica con cristiani di altre chiese, a servizio delle realtà locali, da portare avanti durante tutto l’anno. Da parte cattolica tale collaborazione pratica è stata vigorosamente raccomandata dal Vaticano II e dal recente Direttorio ecumenico, e lo stesso card. Ratzinger scriveva che sebbene si faccia già tanto, si potrebbe fare molto di più. Mentre nell’incontro di «Fede e Costituzione» di Lund (già nel 1952) si formulava quel principio tante volte poi ripetuto in ambito ecumenico ma poco realizzato: i cristiani dovrebbero fare tutte le cose insieme, eccetto nei casi in cui la fedeltà alla coscienza non lo permette.

a cura della redazione