Profilo del sacerdote

L’ultimo libro in italiano di Klaus Hemmerle

 

Ci troviamo di fronte a un testo sotto certi versi eccezionale. Contiene una miniera di spunti utili per la meditazione, per l’approfondimento teologico del ministero nella Chiesa, per ripensare la vita presbiterale e la pastorale, per riflettere in gruppo tra sacerdoti e per ritiri sacerdotali, o addirittura per arricchire la predicazione e la nostra presentazione del messaggio evangelico nelle più svariate occasioni. E’ uno di quei libri sostanziosi che dopo averlo letto bisogna conservare come qualcosa di prezioso, da ri-prendere e utilizzare al momento opportuno. Sono pagine la cui lettura non ci lascia come prima: offre una carica spirituale e ci matura teologicamente.

Sarebbe interessante fare una sintesi del contenuto, ma non avendone lo spazio offriamo solo alcune linee portanti. Si troverà in esso una tipologia dei vari modelli di sacerdote attualmente prevalenti (centrati sulla Parola, sul culto, sul servizio, o concependolo alternativamente come l’uomo spirituale, l’uomo della comunione, l’uomo della missione), seguita da un’analisi della mutua connessione tra queste sei dimensioni. Ci sono pagine molto realistiche sui tormenti della vita sacerdotale oggi e dove trovare delle risposte adeguate. Si offrono spunti di spiritualità sacerdotale attraverso i temi della vocazione, la se-quela e la conversione. Rie-sce a fare una sintetica sistematizzazione per mostrare il rapporto pericoretico che deve attuarsi fra le tre dimensioni inscindibili del ministero sacerdotale: essere al cospetto di Dio, essere nella comunità, essere per l’umanità. Molto stimolante nell’ultimo capitolo la de-scrizione di sette aspetti concreti della vita sacerdotale, trattati con profondità teologica, lucidità ed acume esistenziale.

Ancora una breve indicazione su una parola che può darci la chiave ermeneutica di tutto il libro. Dopo l’esposizione dei principi fondamentali, il libro è diviso in tre parti: la via che porta al centro, essere al centro, testimonianza dal centro. In cosa consiste quel «centro»?

Il prete, secondo la co-scienza che cresce oggi nella comunità ecclesiale, va incontro ad un dilemma che può apparire insolubile, poiché si trova proprio nel centro e tuttavia non è affatto il centro: «Il sacerdote si trova ‘al centro’ non per sé, ma per gli altri. Il centro, il Signore che ci ha redenti nell’evento pasquale, l’amore di Dio che in lui si dona completamente, deve diventare centro per gli altri, per tutti. A questo serve il sacerdote con il suo operato e con il suo essere. Non lui è importante ma il Signore, che è nel centro, che è il centro. Egli, non il sacerdote, è Colui che veramente opera con efficacia. Proprio per questo però necessita ed esige la completa dedizione del sacerdote» (p. 163).

Come conciliare il fatto che il sacerdote è chiamato dalla Chiesa a svolgere un ruolo di guida e unione nella comunità, di santificazione e di insegnamento, e allo stesso tempo, come ogni discepolo di Gesù, deve mettersi «all’ultimo posto» (cf Lc 14,10)? Per far possibile ciò, il sacerdote deve identificarsi con il Cristo crocifisso: è lui allo stesso tempo l’ultimo posto e il «punto centrale» in cui tutte le linee confluiscono e che tiene insieme ogni cosa: «In lui si realizza l’ultimo posto, il centro, l’unione... è il posto non-posto... l’utopia iper-reale da realizzare nel presente» (pp. 20-21). Solo partendo da lì si costruisce l’unità e si rende possibile la presenza del Risorto nella comunità.

Merito non ultimo del libro potrebbe essere il suo interesse ecumenico. Parte, ovviamente, dall’esperienza cattolica, ma è ecumenico nella sostanza, nel suo profondo radicamento biblico, nella sua teologia vitale e sapiente.

E. C.

 

K. HEMMERLE, Scelto per gli uomini. Profilo del sacerdote, Città Nuova Ed., Roma 1995, pp. 215, L. 23.000.