E.P.

GIORDANI - Segno di tempi nuovi

Una breve biografia di un uomo che affascina

Nella lettura di queste poche pagine – l’autore sta preparando una biografia più ampia – mi ha colpito l’attualità della figura di Igino Giordani. Si ha la sensazione che egli sia esistito e abbia pensato e scritto non solo per il suo tempo, ma per il futuro: «un profeta che annunziava e apriva tempi nuovi» (p. 32), «una voce – e un’esperienza viva – che parla non solo ai cristiani ma a tutti gli uomini, e non solo di questo secolo ma anche dei tempi a venire» (p. 101).

Cito un esempio che riguarda la sua attività politica. Scrive Tommaso Sorgi che Giordani, «oltre a criticare i partiti di impostazione totalitaria – quello fascista e l’analogo comunista – avvertiva anche la sua Democrazia Cristiana: occorre formare nella base una cultura e una coscienza politica, sì che ognuno possa partecipare con la propria testa alla vita di partito e a quella pubblica. E avvertiva un pericolo, che oggi appare come una profezia: «se non inseriamo una più pronta e profonda coscienza morale e spirituale nella massa democristiana, essa, passato il pericolo comunista (...), si risolverà in un conglomerato elettorale» (...), pronto a dissolversi al suonar della marcia di questa o quell’altra demagogia» (pp. 62-63).

L’autore espone il pensiero originale e pacificamente rivoluzionario di Giordani in tema politico. Avendo condiviso con lui anche la passione politica, egli ne ricorda i punti principali: l’impegno nel Partito Popolare di Sturzo; le denunce degli arbitri da parte del governo fascista e le critiche nei confronti dello stesso Mussolini; la straordinaria amicizia con De Gasperi, pur nel rispetto reciproco delle non lievi differenze tra loro due, come pure il «discorso nuovo, tendente a superare la pregiudiziale anticomunista» per avviare una politica di dialogo. E «molti altri temi, fra i quali quello dell’unità europea, suo vecchio sogno» (p. 64).

Un secondo aspetto, quello centrale, della figura di Giordani è il suo incontro con il Movimento dei focolari.

Fu una svolta nella sua vita, una «impennata della sua storia totale, personale e pubblica» (p. 119), che prese le mosse dall’incontro a Montecitorio con Chiara Lubich il 17 settembre 1948. Questo evento fuse in uno il «primo» e il «secondo Giordani». Aveva 54 anni al momento di quell’incontro ed aveva ormai accumulato una ricchissima esperienza. Si era affermato in vari campi: «deputato del nuovo Stato italiano dopo una vita già matura di battaglie condotte con pari vigore sul piano religioso e su quello civile» (p. 17). Infatti, come membro della Chiesa, «egli ha lavorato e battagliato per una vita intera, ergendosi con la statura di un profeta biblico» (p. 20); e, come cittadino, egli concepiva «una santità non relegata ai confini della società, ma itinerante per le nostre strade, con noi laici» (p. 22). Per questo egli vedeva «il cristiano come fuoco che non può non ardere nella vita privata e nella testimonianza pubblica» (p. 24). E tutto confluì in quell’evento singolare, come «punto di arrivo di tutta la sua vita» (p. 31).

Giordani si era imbattuto in un «carisma» e subito intuì che esso «conteneva in sé anche una preziosa carica di incarnazione in economia, nella cultura, nella politica, in ogni campo della vita sociale» (p. 19).

Tommaso Sorgi ci presenta poi Giordani come precursore sul piano Chiesa. Uno dei suoi contributi più notevoli alla comunità cristiana fu quello di aver posto le premesse, accanto a Chiara Lubich, per l’approvazione da parte della Chiesa di quegli Statuti che consentono anche agli sposati di entrare in focolare, dove convivono vergini e sposati a immagine della famiglia di Nazaret. In questo Giordani è considerato da Chiara Lubich «confondatore» del Movimento dei focolari.

Il lettore si accorge che Giordani è stato «pioniere» anche in campo ecumenico. Molto interessanti risultano poi le pagine che lo descrivono come scrittore con una risonanza internazionale sul fronte della cultura.

Il libro si chiude con alcune pagine di Chiara Lubich. Per lei «Giordani è stato uno dei più grandi doni che il cielo abbia fatto al Movimento dei focolari» (p. 172). E cita una delle pagine più eccelse di lui, in cui egli descrive il suo straordinario rapporto con Maria. Un rapporto umano e divino allo stesso tempo, che lascia stupito il lettore, il quale, dopo aver ammirato un  Giordani politico e letterato, scopre di trovarsi davanti ad un mistico.

Lino D’Armi

TOMMASO SORGI, Giordani segno di tempi nuovi, Città Nuova ed., Roma 1994, pp. 200, L. 18.000.