Chiesa e Università

Per un autentico dialogo tra fede e cultura

 

Dopo lunghi anni di lavoro e di fattiva collaborazione tra la Congregazione per l’educazione cattolica e i Pontifici Consigli per i laici e della cultura, è uscito un documento dal titolo «Presenza della Chiesa nell’Università e nella cultura universitaria».

Il documento è destinato in primo luogo ai vescovi, in modo particolare quelli direttamente interessati al problema per la presenza di centri accademici nelle loro diocesi. Ma sono interpellati ugualmente tutti coloro che operano e vivono nel mondo universitario: agenti pastorali, professori, studenti, istituti religiosi, movimenti ecclesiali.

È diviso in tre parti. Dopo aver introdotto il tema sottolineando l’esigenza pressante della presenza ecclesiale nell’ambiente universitario, un primo capitolo offre una panoramica delle sfide che la pastorale universitaria è chiamata a raccogliere in questo campo.

Nel capitolo centrale vengono prese in considerazione le varie modalità che concretizzano la presenza della Chiesa nel mondo universitario: le forme istituzionali nella struttura stessa dell’Università (cappellanie, parrocchie universitarie, cattedre o dipartimenti per l’insegnamento della teologia o delle scienze religiose); le Università cattoliche, che esprimono in modo singolare la presenza della Chiesa nella cultura universitaria; e, infine, tutte quelle iniziative intraprese dalle Chiese locali per rispondere alle esigenze peculiari di questo specifico settore.

Un terzo capitolo, da ultimo, raccoglie i suggerimenti e gli orientamenti pastorali. Vengono riprese alcune proposte, provenienti dalle Chiese locali, circa un auspicato coordinamento delle varie attività nell’ambito della pastorale universitaria; parimenti si sottolinea la necessità di sviluppare l’apostolato dei laici, in particolare degli insegnanti.

Una breve conclusione invita tutti coloro che si trovano impegnati in questo ambiente, ad affrontare con generosa dedizione la sfida della presenza della Chiesa nell’Università, non solo come servizio alle persone che vi operano, ma anche, attraverso di loro, come servizio alla società.

Ma qual è l’intento specifico del documento? «Certamente, l’intento non è – ha detto il card. Pio Laghi – quello di cattolicizzare l’istituzione universitaria. Essa deve continuare a perseguire in piena libertà ed autonomia le proprie finalità di ricerca, di approfondimento e di comunicazione nell’ambito dei vari campi della conoscenza. L’auspicio che anima il documento è piuttosto quello che tutti i cattolici presenti nell’Università siano condotti a dare il loro specifico contributo al superamento di ogni visione riduzionista del sapere. Occorre promuovere in loro la consapevolezza che è necessario aiutare la cultura e la scienza ad operare per la ricerca disinteressata della verità, per il bene dell’uomo e dell’umanità. Dall’incidenza della testimonianza di fede dei battezzati, individuale e comunitaria, dipende, in gran parte, la possibilità di porre le basi d’una sintesi del sapere che non escluda il trascendente».

Si tratta evidentemente di una sfida immensa, come sottolinea il cardinale Paul Poupard in questa testimonianza: «L’impegno pastorale della Chiesa, pur essendo diretto verso l’evangelizzazione delle persone, non si esaurisce con una pastorale degli studenti e dei docenti, ma investe un ambito molto più vasto e complesso: una pastorale organica della cultura. Il futuro del cristianesimo si gioca sulla capacità o meno della Chiesa di confrontarsi con la cultura e la scienza, in tutta competenza.

«Per questo, la pastorale universitaria mira ad evangelizzare sia le persone, sia la stessa cultura. Tra Chiesa e Università ci sono ancora tensioni, anzi incomprensioni da sormontare, e soprattutto non si può evangelizzare il cuore dell’uomo senza evangelizzare la sua cultura. Solo una comunità profondamente inserita nella fede e nella sua cultura dà una vera testimonianza di feconda sintesi fra fede e cultura».

Lo scopo è quello di raccogliere le nuove sfide della cultura contemporanea e mostrare come la fede cristiana ricolma pienamente le aspirazioni del cuore e le esigenze dell’intelletto, assimilando i valori positivi delle varie culture e mostrando la creatività culturale della fede.

 

 

II Assemblea ecumenica europea

Sulla riconciliazione

La seconda Assemblea ecumenica europea si svolgerà nel maggio 1997 sul tema «Riconciliazione, dono di Dio e fonte di vita rinnovata». La prima riunì nel 1989 a Basilea cattolici, anglicani, protestanti ed ortodossi – sotto la presidenza del cardinale Martini e del futuro Patriarca ortodosso russo Aleksij I – sul tema «Giustizia, pace e salvaguardia del creato». La data e il tema della seconda Assemblea sono stati decisi dal Comitato congiunto del CCEE e del KEK (il CCEE è il Consiglio delle Conferenze Episcopali cattoliche d’Europa, mentre il KEK è un organismo ecumenico formato da rappresentanti delle Chiese anglicana, ortodosse e protestanti d’Europa). L’anglicano John Arnold, presidente della KEK, e l’arcivescovo di Praga, Miloslav Vlk, presidente del CCEE, hanno inviato una lettera alle Chiese e alle Conferenze membri dei due organismi. Ne riportiamo alcuni stralci:

«L’Europa sta sperimentando profondi cambiamenti sia nel campo politico, economico e sociale che in quello spirituale e religioso. Molti sono convinti che questa nuova situazione chiami le Chiese a rinnovare le forme della loro testimonianza nella società (...).

Se vogliamo affermare insieme la nostra fede con convinzione nell’Europa di oggi, è importante prendere sin da ora le misure necessarie a livello locale, nazionale e regionale. Facciamo quindi appello alle nostre chiese e conferenze membri, affinché prendano le iniziative adeguate in vista della testimonianza della riconciliazione come dono di Dio offerto a tutti, dell’ulteriore sviluppo del senso comunitario e del rafforzamento del ministero comune di riconciliazione nel mondo.

Gli organi direttivi della KEK e del CCEE avranno una riunione comune ad Assisi nel maggio 1995, nel corso della quale saranno valutate le prime esperienze locali e regionali. Soprattutto, l’incontro stesso dovrà dare un impulso decisivo per un ministero di riconciliazione esercitato in una reale comunione ecumenica.

Vi invitiamo perciò ad impegnarvi fermamente sul cammino che ci condurrà insieme verso questa seconda Assemblea ecumenica europea (...), e a diffondere ampiamente il presente invito. Così vivremo nuovamente un’Assemblea sostenuta dall’insieme del popolo di Dio e rivolta all’intera società».

Il KEK e il CCEE stanno lavorando per nominare un gruppo preparatorio che elaborerà una bozza di programma per l’Assemblea.

 

Notizie in breve

La pastorale sanitaria e la vita consacrata Dal libro «Curate infirmos e la vita consacrata» – che raccoglie riflessioni, suggerimenti e proposte in vista del Sinodo dei Vescovi sulla vita consacrata –, veniamo a sapere che attualmente sono 456 gli istituti religiosi italiani, 10.000 le religiose e altrettanti i religiosi e i sacerdoti impegnati nella cura dei malati.

Nel passato non sono mancate iniziative importanti in questo settore pastorale, come l’attività delle consulte regionali e diocesane, il servizio delle 700 cappellanie ospedaliere, delle famiglie religiose, nonché l’attività spesso sconosciuta delle parrocchie, delle associazioni professionali e di volontariato.

Le religiose e i religiosi chiedono, partendo da questa realtà già operante, di essere coinvolti nella preparazione di un progetto pastorale della salute più rispondente ai bisogni attuali.

Nella scuola italiana il 94% sceglie l’ora di religione – L’Ufficio Catechistico Nazionale sta conducendo, con la collaborazione dell’Osservatorio Socio-Religioso del Triveneto, una indagine sull’insegnamento della religione cattolica a livello nazionale.

Si è già in grado di fornire un primo significativo risultato: nell’anno scolastico 1992-93, il 93,9% degli alunni e delle famiglie hanno dichiarato di volere l’insegnamento della religione cattolica. La percentuale si riferisce al 53,6% della popolazione scolastica (4.370.575 studenti su un totale di 8.124.177) e il 57,5% delle diocesi (130 su 226).

«Il dato del 93,9% –- si legge in una nota dell’Ufficio catechistico Nazionale – è rilevante in sé: pure in un contesto di cambiamento del quadro culturale c’è una sostanziale tenuta della scelta. Non esiste in Italia nessuna ‘agenzia’ di carattere culturale-formativo rivolta ai giovani che trovi un libero consenso così elevato.

Immigrati: ricchezza per le Chiese locali – Sono circa un milione gli immigrati extracomunitari «regolari» che vivono oggi in Italia, di questi il 32% è di religione cattolica.

Ma qual è l’attenzione delle comunità parrocchiali e diocesane per queste persone?

«Molto difficilmente – afferma padre Bruno Mioli della Fondazione Migrantes – essi sono raggiunti da operatori pastorali qualificati e dotati di strumenti culturali adatti per comunicare con loro.

Per promuovere sensibilità culturale e accoglienza è fondamentale l’iniziativa della Caritas e di altri organismi ecclesiali locali, occorre soprattutto – sottolinea padre Mioli – che il tema dell’immigrazione sia posto all’attenzione dei consigli pastorali e delle associazioni per poter tradurre in scelte concrete le indicazioni della Chiesa italiana».

Donna e giornata mondiale della pace – «La donna: educatrice della pace» è il tema scelto da Giovanni Paolo II per la Giornata Mondiale della Pace che si celebrerà il 1 gennaio 1995.

È la prima volta che questa ricorrenza viene dedicata alla donna. D’altra parte nel settembre del prossimo anno si terrà a Pechino la Conferenza delle Nazioni Unite su «Donna e la sua azione in favore della legalità, dello sviluppo e della pace».

E.P.

GIORDANI - Segno di tempi nuovi

Una breve biografia di un uomo che affascina

Nella lettura di queste poche pagine – l’autore sta preparando una biografia più ampia – mi ha colpito l’attualità della figura di Igino Giordani. Si ha la sensazione che egli sia esistito e abbia pensato e scritto non solo per il suo tempo, ma per il futuro: «un profeta che annunziava e apriva tempi nuovi» (p. 32), «una voce – e un’esperienza viva – che parla non solo ai cristiani ma a tutti gli uomini, e non solo di questo secolo ma anche dei tempi a venire» (p. 101).

Cito un esempio che riguarda la sua attività politica. Scrive Tommaso Sorgi che Giordani, «oltre a criticare i partiti di impostazione totalitaria – quello fascista e l’analogo comunista – avvertiva anche la sua Democrazia Cristiana: occorre formare nella base una cultura e una coscienza politica, sì che ognuno possa partecipare con la propria testa alla vita di partito e a quella pubblica. E avvertiva un pericolo, che oggi appare come una profezia: «se non inseriamo una più pronta e profonda coscienza morale e spirituale nella massa democristiana, essa, passato il pericolo comunista (...), si risolverà in un conglomerato elettorale» (...), pronto a dissolversi al suonar della marcia di questa o quell’altra demagogia» (pp. 62-63).

L’autore espone il pensiero originale e pacificamente rivoluzionario di Giordani in tema politico. Avendo condiviso con lui anche la passione politica, egli ne ricorda i punti principali: l’impegno nel Partito Popolare di Sturzo; le denunce degli arbitri da parte del governo fascista e le critiche nei confronti dello stesso Mussolini; la straordinaria amicizia con De Gasperi, pur nel rispetto reciproco delle non lievi differenze tra loro due, come pure il «discorso nuovo, tendente a superare la pregiudiziale anticomunista» per avviare una politica di dialogo. E «molti altri temi, fra i quali quello dell’unità europea, suo vecchio sogno» (p. 64).

Un secondo aspetto, quello centrale, della figura di Giordani è il suo incontro con il Movimento dei focolari.

Fu una svolta nella sua vita, una «impennata della sua storia totale, personale e pubblica» (p. 119), che prese le mosse dall’incontro a Montecitorio con Chiara Lubich il 17 settembre 1948. Questo evento fuse in uno il «primo» e il «secondo Giordani». Aveva 54 anni al momento di quell’incontro ed aveva ormai accumulato una ricchissima esperienza. Si era affermato in vari campi: «deputato del nuovo Stato italiano dopo una vita già matura di battaglie condotte con pari vigore sul piano religioso e su quello civile» (p. 17). Infatti, come membro della Chiesa, «egli ha lavorato e battagliato per una vita intera, ergendosi con la statura di un profeta biblico» (p. 20); e, come cittadino, egli concepiva «una santità non relegata ai confini della società, ma itinerante per le nostre strade, con noi laici» (p. 22). Per questo egli vedeva «il cristiano come fuoco che non può non ardere nella vita privata e nella testimonianza pubblica» (p. 24). E tutto confluì in quell’evento singolare, come «punto di arrivo di tutta la sua vita» (p. 31).

Giordani si era imbattuto in un «carisma» e subito intuì che esso «conteneva in sé anche una preziosa carica di incarnazione in economia, nella cultura, nella politica, in ogni campo della vita sociale» (p. 19).

Tommaso Sorgi ci presenta poi Giordani come precursore sul piano Chiesa. Uno dei suoi contributi più notevoli alla comunità cristiana fu quello di aver posto le premesse, accanto a Chiara Lubich, per l’approvazione da parte della Chiesa di quegli Statuti che consentono anche agli sposati di entrare in focolare, dove convivono vergini e sposati a immagine della famiglia di Nazaret. In questo Giordani è considerato da Chiara Lubich «confondatore» del Movimento dei focolari.

Il lettore si accorge che Giordani è stato «pioniere» anche in campo ecumenico. Molto interessanti risultano poi le pagine che lo descrivono come scrittore con una risonanza internazionale sul fronte della cultura.

Il libro si chiude con alcune pagine di Chiara Lubich. Per lei «Giordani è stato uno dei più grandi doni che il cielo abbia fatto al Movimento dei focolari» (p. 172). E cita una delle pagine più eccelse di lui, in cui egli descrive il suo straordinario rapporto con Maria. Un rapporto umano e divino allo stesso tempo, che lascia stupito il lettore, il quale, dopo aver ammirato un  Giordani politico e letterato, scopre di trovarsi davanti ad un mistico.

Lino D’Armi

TOMMASO SORGI, Giordani segno di tempi nuovi, Città Nuova ed., Roma 1994, pp. 200, L. 18.000.