Verso un’umanità nuova

Non ci è impossibile sognare ciò che pochi oggi osano ammettere: che il mondo può cambiare, che, contro l’evidente disfacimento di molte cose, ci stiamo avvicinando forse verso un’era nuova.

Accanto ed in profonda unione d’intenti con quanti cercano oggi il bene dell’umanità, questo pensiamo dunque e desideriamo sia il nostro tipico contributo al mondo per il suo rinnovamento: offrire un’esperienza del vangelo, con tutte le sue ripercussioni sul nostro vivere umano, terreno, sociale.

(...) Noi sappiamo che l’uomo porta con sé, come una ferita insanabile, la nostalgia del soprannaturale, il divino lo tormenta, l’infinito lo perseguita, l’eterno lo attrae. Noi sappiamo che, quando fosse riuscito a rinnovare tutta l’umanità, a costruire veramente un mondo nuovo, il suo cuore non avrebbe raggiunto ancora tutto quanto desidera. Perché? Perché è fatto per una vita che non muore.

Ecco allora la necessità di sottolineare anche qui una verità: l’uomo, costruendo la città terrestre, può sin d’ora edificare qualcosa che non passa, perché può contribuire con la sua fatica, col suo lavoro ai «cieli nuovi», alla «terra nuova» (2 Pt 3, 13), che lo attendono. (...) È una verità esaltante: è una visione consolante e sublime della vocazione dell’uomo chiamato a trasformare la terra col proprio lavoro.

Ma c’è una condizione perché tutto questo avvenga. Le opere dell’uomo rimarranno, se saranno state edificate nel mondo secondo il comandamento dell’amore (cf GS 38). Ora, chi ci garantirà che la nostra fatica si svolge in questa maniera, chi ci dirà che stiamo costruendo veramente sulla roccia dell’amore, assicurandoci così che quanto facciamo non perirà?

Sarà Gesù in mezzo a noi. Gesù in mezzo, che sublima ogni piccola e grande società, che la fa essere, nello stesso tempo, cellula della città terrestre e cellula della città celeste, ce lo garantirà. Egli, infatti, è pienamente presente là dove l’amore è vivo. Egli è dono di Dio ed effetto, nello stesso tempo, di quella nostra carità reciproca, che dobbiamo porre a base di ogni nostra attività.

Gesù in mezzo! In Lui, dunque, il progetto di una umanità nuova; in Lui, la garanzia che ciò che facciamo rimarrà.

Come non vedere affascinante la strada su cui ci siamo incamminati e quella che ci sta dinanzi? E come non pensare e sognare una nuova umanità quando è con noi Colui il cui Spirito ha potuto dire: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21, 5)?

Chiara Lubich