Trinità e socialità nuova

San Bernardo, nel capitolo 12 del trattatello   De diligendo Deo (che possiamo tradurre  Come amare Dio) ha una di quelle scintille intuitive che onorano un teologo mistico come lui.

Dice che c’è una legge anche all’interno della Trinità: è la carità, detta immacolata perché in essa ogni Persona non cerca il proprio utile ma quello delle altre; e a scanso di equivoci spiega: «non prendere per assurda questa mia affermazione che la vita di Dio sia governata da una legge, poiché la legge di cui parlo è appunto la carità».

E’ evidente che Bernardo fa derivare lex non da legere ma da ligare, e spiega: «in quel sommo modello di santità che è la Trinità, che cos’è che conserva la loro somma e ineffabile unità se non la carità? Essa, la carità, è dunque una legge. Insomma, la carità che cementa e lega le persone della Trinità e le lega nel vincolo della pace è dunque la legge del Signore».

Altra scintilla geniale: «La legge eterna è dunque questa carità (intradivina), la stessa che ha creato e governa tutto ciò che esiste... dal momento che su quel modello tutto è stato fatto; e nulla viene lasciato senza legge se persino la Trinità, che è il modello di ogni cosa, ha la propria legge che coincide con la carità».

Spiega poi che gli esseri umani non hanno seguito, purtroppo, questa legge di Dio, ma hanno preferito la propria volontà alla legge comune ed eterna. Essi hanno preteso, tragicamente, imitare il proprio Creatore dicendo: Lui è legge a se stesso?; ebbene, anche noi vogliamo governarci facendo della nostra volontà la nostra legge, e «così la nostra vita è diventata simile all’inferno... poiché chi volontariamente ha rifiutato il giogo soave e il peso leggero dell’amore è obbligato a sopportare il peso insopportabile della propria volontà». E aggiunge: dire propria volontà non è affermare l’individualismo? e dove c’è individualismo, non c’è chiusura (angulus)? E dove vedi un angolo, non vi trovi sporcizia e ruggine?

Conclude poi con una preghiera: «Fa’ che ci comportiamo da figli tuoi (non da servi e mercenari) mettendo in pratica la stessa tua legge della carità, in modo che viviamo nel mondo come tu vivi. Chi infatti traduce in vita la Parola: «L’unico dovere che avete nei riguardi del prossimo è di amarvi scambievolmente» (Rm 13,8) vive indubbiamente come Dio, ossia è un figlio di Dio».

Ogni commento risulta superfluo. San Bernardo in questa operetta riprendeva il tema di una lettera scritta ‘ai santi frati certosini’.

Novecento anni dopo, una teologa e mistica come Chiara Lubich, indipendentemente da san Bernardo, ripropone questa legge universale della socialità a tutta l’umanità, fuori dei conventi, come unica strada per creare una umanità nuova. Non la presenta come sogno utopico: offre un’esperienza del Vangelo «con tutte le sue ripercussioni sul nostro vivere umano, terreno, sociale» (cf. pag. 185).

Si può quindi parlare anche, come negli articoli di questo numero, della Trinità come modello della famiglia e della società, e narrare esperienze concrete che mostrano come sia possibile incarnare il paradigma trinitario in tutti gli ambiti della società, non soltanto a livello interpersonale ma anche strutturale.

Spiritualità collettiva (comunitaria o trinitaria): nuova socialità.

S. C.