Il contributo del vangelo in una cultura millenaria e ricca di tradizioni

 

La famiglia nella cultura coreana

 

di Chang Jae Bong

 

In Corea il vangelo è arrivato solo nel secolo XVIII. Che influsso ha avuto sulle famiglie cristiane? In quest'Anno Internazionale della Famiglia, lo abbiamo chiesto all'autore, un coreano studioso di morale, consci dell'arricchimento che anche in questo campo costituisce la reciproca conoscenza tra le culture.

 

 

La cultura coreana è stata  molto  influenzata dal confucianesimo che mette in rilievo tre grandi valori: l'amore alla patria (Ciung), il rispetto per i genitori (Hoy) e la misericordia verso il prossimo (In).

 

Il matrimonio nella tradizione

L'Hoy ha una grande importanza nella costituzione della famiglia. Secondo l'antica tradizione i genitori dei futuri sposi avevano il diritto e il dovere di scegliere i candidati della futura famiglia e questi dovevano accettare la decisione dei genitori senza opporre alcuna obiezione, per il rispetto loro dovuto. Conseguentemente i due sposi dovevano far sbocciare e poi alimentare l'amore tra di loro a cominciare dal momento del matrimonio.

Un altro dato importante della cultura coreana era il Gagian: il «pater familias» aveva il diritto-dovere di governare tutta la famiglia e nessuno poteva opporsi alle sue decisioni. Un altro aspetto tipico era il rispetto per l'elemento maschile: la donna era sempre sotto la protezione dell'uomo e doveva obbedire con tutto il cuore al padre prima del matrimonio, al marito dopo il matrimonio e al figlio maggiore se rimaneva vedova. Un esempio dell'importanza data al maschio: al culto degli antenati tutti i maschi possono prendere parte anche se piccoli, ma nessuna femmina anche se adulta.

 

Nella prassi attuale

Cosa è avvenuto dopo l'ultima guerra nella famiglia coreana?

Attualmente si può arrivare al matrimonio per tre strade diverse. La prima si chiama Giungmae: un intermediario prepara un incontro a cui partecipano i due giovani e i loro rispettivi genitori. Se c'è accordo tra i genitori, dopo alcuni incontri, in genere dopo qualche mese, si celebra il matrimonio.

Una seconda via è un po' più lunga della precedente: dopo la presentazione ai genitori dei due candidati al matrimonio, si impiega un tempo di attesa e di maturazione per il consenso tra tutte le parti.

Una terza via, che sta prendendo sempre più piede, è quella del fidanzamento di stile occidentale, dove i protagonisti principali sono i due giovani, anche se essi cercano sempre di ottenere il consenso dei rispettivi genitori.

Comunque l'influenza dei genitori si fa sentire anche dopo il matrimonio, soprattutto se i due sposi abitano nella casa del padre del marito. Si può dire che il rapporto tra la coppia non può separarsi dal rapporto con i genitori. Una conduzione autonoma della famiglia ha luogo nella misura in cui viene a cessare questa presenza ed autorità paterna. Quando viene a cessare l'influenza dei genitori, la direzione della nuova famiglia passa nelle mani del marito.

 

L'influsso del vangelo

Cosa ha portato di nuovo il cristianesimo in questo modo di concepire la famiglia?

I coreani che hanno abbracciato il cristianesimo non hanno mai pensato di fare una «crociata» contro un sistema familiare che affonda le sue radici in una cultura più che millenaria, ma hanno instaurato un nuovo dialogo tra genitori e figli e tra marito e moglie. Quando questo dialogo si rivela particolarmente difficile o impossibile, cercano di cambiare la situazione con la forza della preghiera e del sacrificio senza distruggere la loro famiglia e senza rompere i ponti con i genitori.

Attualmente assistiamo a questo fenomeno. Mentre nella famiglia che si ispira solo alla tradizione il capo assoluto resta il marito, nella famiglia cristiana è entrato il concetto che il capo vero è solo Dio, a cui i due sposi vogliono obbedire per poter adempiere insieme la missione familiare.

Per la prima volta nella storia coreana gli uomini in tali famiglie valorizzano le donne come veri partner e le aiutano anche nelle faccende domestiche tradizionalmente riservate alle donne. Questo ha consentito anche di uscire dallo stretto vincolo parentale e di adottare bambini che non hanno una famiglia propria o di prendersi cura temporaneamente di bambini i cui genitori sono momentaneamente in difficoltà, per poi farli ritornare a loro appena passato il periodo di emergenza. Per la mentalità coreana l'adozione è molto difficile, per l'importanza che essi attribuiscono al vincolo del sangue e, quando avviene, è frutto della fede cristiana.

Nelle famiglie cristiane impegnate seriamente nel vivere il vangelo si sta operando un cambiamento radicale: da un ordine verticale di obbedienza assoluta  al cui vertice c'è sempre l'anziano o comunque l'uomo  si passa ad un nuovo ordinamento basato sull'amore reciproco dove i coniugi si amano tra di loro ed amano i loro figli e gli stessi genitori, non per una supina sottomissione, ma per mettere in pratica il comandamento nuovo di Gesù.

Naturalmente non si rompe il legame naturale con i genitori e i parenti, ma lo si vive in modo nuovo. Al rispetto per timore, subentra l'amore. I genitori, dal canto loro, sentendosi amati più che temuti, capiscono più facilmente che i loro figli sono capaci di condurre bene la loro famiglia.

Stiamo assistendo così ad un'evoluzione interessante. Il vangelo, da una parte mette in rilievo certi valori familiari della nostra tradizione  come il rispetto degli anziani e la valorizzazione della loro esperienza, la fedeltà coniugale e l'amore per la vita dei figli  e dall'altra parte purifica quei rapporti tra le generazioni, che sanno di una sudditanza non pienamente rispettosa della libertà della persona umana.

Chang Jae Bong