Collegialità episcopale

 

In un'omelia per una consacrazione episcopale, Paolo VI disse: «Chi sono gli amici di un vescovo? ... La prima categoria è quella dei vescovi stessi... ai quali, nelle persone degli Apostoli, è stato dato, per eccellenza, il comandamento nuovo, quello di amarsi gli uni gli altri... L'altra categoria è composta da tutti gli uomini» 1.

Il Documento ecumenico del Gruppo di Dombes sul ministero episcopale dice: «Il Nuovo Testamento fa allusione alle visite fraterne che essi (i pastori) si rendono 2, agli scambi epistolari 3, all'invio di ministri alle comunità nascenti 4, alle collette organizzate in favore delle Chiese in difficoltà 5, alle riunioni che permettono loro di prendere delle decisioni comuni 6. Questa rete di rapporti, che rivela la nascita di un corpo di ministri, esprime l'unità fra le Chiese particolari all'interno della Chiesa universale» 7.

Cipriano, nel III secolo, raccomandava l'unità tra i vescovi: «È proprio quest'unità che dobbiamo conservare fermamente e difendere, soprattutto noi vescovi... affinché possiamo provare che anche l'episcopato è uno e indiviso... Uno è l'episcopato e ciascuno per la sua parte lo possiede tutto intero» 8.

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Il Concilio Vaticano II si richiama certamente, per il contenuto dottrinale della parola «collegio», ai modelli della vita della Chiesa del II e del III secolo. Come abbiamo anche accennato, in quei secoli infatti era viva la coscienza dei vescovi di dover convergere, concordi, sul dato della tradizione apostolica ed ecclesiastica, di doversi mantenere in comunione tra loro mediante lo scambio di lettere di pace, o mediante decisioni prese in comune a vari livelli (locali, regionali, interregionali) e in comunione col vescovo di Roma.

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Col Concilio Vaticano II la Chiesa fa un enorme passo avanti. Non si esauriranno mai gli argomenti per poterlo dimostrare. Basta osservare come presenta il volto della Chiesa e quello del suo governo. Sono, l'una e l'altro, ad immagine di Dio.

Gesù ha fondato la Chiesa a immagine di Dio Uno e Trino. Infatti i fedeli, per il battesimo, e soprattutto per l'Eucaristia, sono uno perché trasformati in Cristo e incorporati nel mistico corpo di Cristo. Nel corpo di Cristo c'è però oltre l'unità del corpo la pluralità delle membra.

Ma il corpo di Cristo, la Chiesa, è anche uno per la specialissima presenza di Cristo nel Papa, principio e causa dell'unità tra i vescovi e tra tutti i fedeli, e distinto per la presenza dei vescovi nelle Chiese locali, nei quali è presente Cristo glorioso, Cristo Capo, che fa «Chiesa» ogni Chiesa particolare.

Il governo della Chiesa corrisponde ad un preciso disegno di Dio e il suo funzionamento è «misterioso», non ha paralleli nella società umana.

Il modo con cui Gesù concepisce il governo della Chiesa mi sembra un capolavoro del suo genio divino. Quanto è stato detto per la Chiesa mi sembra si possa osservare pure nel governo della Chiesa, tanto più che tutti i vescovi, compreso il Papa, sono fra loro ancor più uno dei fedeli, per l'episcopato che li immedesima maggiormente a Cristo.

Anche il governo si può pensare concepito ad immagine di Dio Uno e Trino.

Il Papa ha il supremo potere.

E anche il Collegio il supremo potere.

Scrive il teologo Gérard Philips: «Gli scolastici direbbero che il “subiectum agens”(il soggetto agente) è ora il Papa, ora il Collegio presieduto dal Papa» 9.

Il Papa ricorda il mistero dell'Unità di Dio.

Il Collegio, formato da una molteplicità di persone, ci ricorda per analogia la Trinità.

Quando il Papa governa da solo agisce come vicario di Cristo e capo di tutta la Chiesa.

Quando il Papa agisce nel Collegio lo fa come capo del Collegio.

Ma siccome nel Papa anche quando agisce da solo è Cristo che opera in lui, per la grazia particolare che lo investe, e Gesù è pure presente nel Collegio perché, per la consacrazione episcopale e la comunione gerarchica, vive tra tutti i vescovi uniti col Papa, si può dire che al governo della Chiesa c'è uno solo: Gesù, che a volte agisce tramite il Papa, a volte tramite il Collegio. 10

Chiara Lubich

 

 

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1)  Insegnamenti di Paolo VI, Poliglotta Vaticana, XII, 1974, p. 623.

2) At 21, 17-18; Gal 2, 1-10.

3) Col 4, 16.

4) At 11, 19-26; 13, 1-3.

5) 2 Cor 8, 9.

6) At  15, 1-35.

7) Documento ecumenico del Gruppo di Dombes, n. 21, in: Il Regno documenti, 22 (1977), 112.

8) CIPRIANO, l'unità della Chiesa, 5, in: A Donato. L'unità della Chiesa. La preghiera del Signore, Città nuova ed., Roma 1967, p. 83.

9) PHILIPS G., La Chiesa e il suo mistero, Milano 1975, I, p. 259.

10) LUBICH C., Scritti spirituali/4, Dio è vicino, Città Nuova ed., Roma 1981, pp. 136-147.

i quali, nelle persone degli Apostoli, è stato dato, per eccellenza, il comandamento