Dal multiculturale all’interculturale

Un convegno del Seminario Permanente Europeo

 

 

Continuano a Brescia le attività formative del Seminario Permanente Europeo coordinate da don Vincenzo Zani in collaborazione con don Piero Prandelli.

Il 29 novembre scorso si è svolto un convegno dal titolo «Prospettive di unità e spinte all'autonomia: ripensare l'Europa dei popoli». Lo scopo dell'iniziativa era contribuire a formare una mentalità di accoglienza e di valorizzazione delle diversità per costruire un'Europa unita.

La prima relazione è stata tenuta da J. Lux, vice primo ministro e ministro dell'agricoltura della Repubblica Ceca, il quale nella sua azione politica si ispira ai principi evangelici del Movimento Umanità Nuova, diramazione del Movimento dei focolari particolarmente impegnata nel sociale. Egli ha esposto il suo specifico contributo all'interno del momento socio-politico del suo Paese; dalla sua esperienza si è potuto cogliere come il passaggio della Cecoslovacchia a distinguersi gradualmente in due Repubbliche, si sia svolto senza conflitti ma pacificamente, nel rispetto delle diverse identità culturali. Il suo intervento-testimonianza ha suscitato ammirazione e stima nei partecipanti generando il desiderio di conoscere più profondamente e condividere in modo più diretto questi nuovi processi che si verificano nei Paesi ex-comunisti.

Il secondo intervento è stato svolto dal prof. Alberto Quadrio Curzio, economista e preside della Facoltà di scienze politiche dell'Università Cattolica del S. Cuore di Milano. Egli ha sostenuto che per costruire l'Europa unita non bastano l'economia e la politica: occorrono anche ideali e valori nuovi. La dottrina sociale della Chiesa, in tale senso, offre indicazioni utili come i principi di solidarietà e sussidiarietà, correttivi di un'economia liberista e rispettosi della persona e di tutte le sue potenzialità sociali.

Da ultimo ha parlato il dott. Mario Tortello, giornalista de «La Stampa» che dirige la pagina della politica interna e che è anche esperto di pedagogia. Egli ha sottolineato come per un'Europa unita occorrano uomini nuovi, formati interiormente e impegnati a trasformare l'attuale società multiculturale in società interculturale, favorendo atteggiamenti autenticamente dialogici.

La presentazione ufficiale dei lavori è stata affidata al dott. Giuseppe Camadini, presidente della Fondazione Giuseppe Tovini di cui il Seminario Permanente Europeo è un'espressione, il quale ha sottolineato che queste esperienze di educazione all'Europa hanno la loro radice nell'impulso dato personalmente da Paolo VI, e come il Seminario Permanente sia divenuto ormai un'autorevole «voce» culturale.

Tra i 220 partecipanti nell'aula magna dell'Università Cattolica, per metà studenti universitari e liceali e per il resto un pubblico molto qualificato di docenti e di professionisti, si è creato un profondo clima di ascolto e di armonia.

L'avvenimento ha avuto un'ampia eco nelle televisioni e nella stampa locali, con interviste e dibattiti. Uno dei quotidiani ha voluto pubblicare integralmente la relazione del ministro Lux in terza pagina. L'impressione comune è che il convegno abbia costituito un nuovo passo nel cammino delle mediazioni culturali per una formazione al pluralismo ed alla mondialità, e per la costruzione di una civiltà solidale e dialogica.

La ricerca avviata dal convegno proseguirà durante il corrente anno con la testimonianza di pace della Comunità di S. Egidio, un incontro-intervista con il ministro della pubblica istruzione sen. Rosa Russo Jervolino, e gli interventi di mons. Celestino Migliore sul contributo della S. Sede all'unità dell'Europa e del prof. F. Ricci sulla società interculturale.

 

V. Z.