Scheda» su alcuni dati fondamentali dell'Islam

 

 

Chi sono i musulmani?

 

a cura di Enrique Cambón

 

 

Diamo alcune indicazioni fondamentali sui fratelli musulmani. Saranno utili sia per capire meglio il contenuto del presente numero, che per i contatti sempre più frequenti con loro.

 

« Da oggi in poi un qualche  pensiero  in più dovremo tutti dedicarlo al mondo arabo, in particolare alla realtà islamica. Detta così, può sembrare una pia esortazione. In realtà il rapporto Islam-Occidente sarà la grande “questione mondiale” del futuro: questione sarà nel senso più forte, come lo fu per questo secolo la questione del comunismo.» Così esordiva E. Tonini in un suo articolo sull'Islam pubblicato sull'«Avvenire» del 20.1.1993.
Questione fondamentale, quindi, sulla quale spesso abbiamo delle conoscenze approssimative ed a volte inesatte. Quanti sono i membri di questa che è la seconda religione mondiale e quali sono le sue caratterisitche fondamentali? Quali diversità ci sono al suo interno? A queste domande rispondiamo brevemente con i dati raccolti nella presente «scheda».

 

 

 

Quanti e dove sono

 

Sono circa 800 milioni diffusi soprattutto nel mondo afro-asiatico con una solida diaspora in Europa e in America, membri di un'unica «Comunità materna» (la Umma islamica) che fa sentire ad ogni musulmano di essere a casa là dove trova altri musulmani, in qualunque area geografica e sotto i regimi politici più diversi.

Essi non vogliono che la loro religione sia chiamata maomettanesimo: Muhammad è stato il profeta che ha accolto la rivelazione di Dio, di Allah. Deve essere chiamata Islam che significa sottomissione («affidarsi», «abbandonarsi») all'unico vero Dio ed alla sua volontà.

Contrariamente a ciò che tanti pensano in occidente, i musulmani arabi costituiscono solo il 20% dei musulmani, anche se occupano un posto centrale culturalmente e affettivamente essendo stati loro i protagonisti della nascita dell'Islam, il Corano è scritto in arabo, ecc. Tuttavia è chiaro che non tutti gli arabi sono musulmani (i cristiani erano presenti in Medio Oriente molto prima che nascesse l'Islam) e non tutti i musulmani sono arabi.

Per avere un'idea della diffusione dell'Islam nel mondo basti pensare che i musulmani sono presenti nel Pakistan, nell'India e nel Bangladesh dai sec. X-XI, più recentemente nell'Indonesia (sec. XV-XVIII), e la varietà dei paesi dove sono presenti va dall'Islam sovietico a quello balcanico, dall'iraniano a quello turco, cinese, e così via.

A riguardo, un dato significativo: il 14% dei musulmani del mondo appartengono all'Africa nera. Infatti una terza parte degli africani neri sono musulmani, con punte che vanno dal 70% al 100% della popolazione nei paesi come il Sahel, Sudan, Somalia, al 50% nella Nigeria, Ciad o Etiopia, fino al 15% del Mozambico, Kenya, Uganda, ecc.

Negli Stati Uniti esistono 3 milioni e mezzo di musulmani. Pure in America Latina c'è una cospicua presenza, soprattutto in alcuni paesi attraverso l'emigrazione, per cui i vescovi cattolici riuniti a Puebla hanno potuto dire: «Il monoteismo islamico, la ricerca di assoluto e di risposte agli enigmi del cuore umano... costituiscono dei punti di avvicinamento per un dialogo che, in alcuni luoghi, già avviene in modo incipiente» (n. 1111).

In Europa la presenza musulmana, come hanno pubblicizzato abbondantemente i mass media, diventa sempre più macroscopica. Si parla ormai della seconda religione in Francia, della terza in Italia (dopo quella cattolica ed i Testimoni di Geova), ed è sempre più comune sentir dire ad un insegnante di religione in una scuola ad es. del Belgio o della Germania, frasi di questo tipo: «Il programma che ho da svolgere è sempre cattolico, ma ormai un'alta percentuale - o metà, o la maggioranza - dei miei alunni sono musulmani» (anche dovuto all'indice di natalità, molto più alto tra di loro che nelle popolazioni locali). Diamo alcune cifre indicative dei musulmani presenti in Paesi europei, eloquenti per se stesse: Francia 2.700.000 (5% della popolazione totale), Germania 1.650.000, Gran Bretagna 1.000.000 (unico Paese europeo dove sono una forza politica organizzata), Olanda 405.000, Italia 300.000, Belgio 250.000, Austria 200.000, Grecia 200.000, Svizzera 100.000, l'ex Iugoslavia 3.800.000, Bulgaria 850.000. C'è persino un Paese a maggioranza musulmana: l'Albania, con 1.700.000. Tutto ciò senza parlare della Repubblica Federale Russa con più di 19.000.000 di musulmani.

 

 

 

Storia e caratteristiche

 

L'origine dell'Islam la si colloca nella Rivelazione recata dall'angelo Gabriele a Muhammad in una notte del 610. Questa Rivelazione si dispiegherà dal 612 al 622 alla Mecca e dal 622 al 632 a Medina. Il primo anno dell'era islamica è il 622, in cui Maometto dovette emigrare appunto dalla Mecca a Medina.

Il Corano, loro Libro sacro, si presenta come il compimento delle Scritture che l'hanno preceduto, in particolare della Torah di Mosè e del Vangelo di Gesù. Considerano che l'umanità ha avuto tre età: l'infanzia con Mosè, l'adolescenza con Gesù e l'età adulta con Maometto ed il Corano. La religione islamica è vista non solo come conforme alla ragione, ma inscritta in ogni essere umano che nasce «naturalmente musulmano».

La Umma islamica (comunità di credenti) ha una vocazione universale ed intende raccogliere l'intera umanità nella Città ideale retta dai principi rivelati. L'Islam non trasforma soltanto le coscienze e i cuori: esso pone le fondamenta e le strutture del mondo nuovo, secondo la Volontà divina espressa dal Corano.

La religiosità islamica si traduce in un credo fra i più semplici, un culto molto esigente, una condotta conforme alla Legge così com'è rivelata nel Corano, e un'esperienza religiosa che può arrivare fino all'approccio mistico. È un fatto di massa, e impregna la vita in tutti i suoi aspetti fino ai modi di agire più spiccioli. Tutta la vita sociale deve portare le tracce di Dio e moltiplicare i richiami delle sue esigenze: i minareti dai quali la voce del Muezzin chiama alla preghiera cinque volte al giorno, le iscrizioni coraniche nei luoghi pubblici e nelle case, grandi celebrazioni collettive, il digiuno del mese del Ramadhan e il pellegrinaggio alla Mecca.

Contrariamente a ciò che tanti pensano, non si tratta di una religione formalista, poiché il musulmano come il cristiano non può accontentarsi dei riti esteriori: «la virtù non consiste nel fatto che giriate i volti verso il levante o verso il ponente: virtuosi sono coloro che credono in Dio, all'ultimo Giorno, agli Angeli, ai Libri ed ai Profeti e che, per amore di Dio, soccorrono i prossimi e gli orfani, i poveri ed i viandanti e quelli che chiedono aiuto; sono coloro che riscattano i prigionieri, osservano la preghiera, fanno l'elemosina, adempiono ai propri impegni, si mostrano pazienti nelle avversità, nell'ora della difficoltà o della violenza. Costoro sono giusti e temono il Signore» (Corano 2, 172).

 

 

 

Diversità

 

Com'è noto oggi ci sono diverse tendenze o correnti entro il vastissimo spettro geografico e sociale che comprende l'Islam. I musulmani tradizionalisti o fondamentalisti hanno come programma l'ideale storico concreto di una società impostata completamente sul Corano, disposti anche ad imporlo con la forza. Mentre i riformisti o laicizzanti vanno da coloro che vogliono assumere i valori occidentali di democrazia, libertà e umanesimo, a quelli che desiderano assimilare ed esportare socialismo e rivoluzione.

I musulmani si differenziano in sunniti (i cui tre fondamenti sono il Profeta, il Corano e la Comunità), e sciiti (che oltre quei fondamenti, riconoscono soltanto Alì - cugino di Muhammad e marito di sua figlia Fatima - ed i suoi discendenti, unici legittimi successori del Profeta). Tra gli uni e gli altri i rapporti non sono stati facili: gli sciiti sono considerati dai sunniti un'«eresia» (sciita vuol dire «settario»).

L'aspetto mistico dell'Islam è rappresentato sopratutto dal sufismo. I sufi si sottopongono ad una purificazione progressiva del proprio essere, per raggiungere il perdersi nella Sovrana Unità di Dio: «Sono diventato Colui che amo, e Colui che amo è diventato me. Noi siamo due spiriti, infusi in un sol corpo, pertanto vedermi, significa vederLo, e vederLo significa vederci ambedue» (Al-Hallaj). E ancora dello stesso: «Ho guardato Dio con l'occhio del mio cuore, e gli ho domandato: Chi sei? Mi ha risposto: Sono te».

 

Enrique Cambón