«Koinonia»

 

Uno studio stimolante sulla vita religiosa

Come comunione ecclesiale ieri e oggi

 

 

Fabio Ciardi, uscendo con questo suo scritto mentre si sta preparando il Sinodo dei vescovi sulla vita religiosa, dà dei validi contributi non solo per far conoscere la vicenda storica della comunità religiosa, ma anche per far cogliere elementi di rinnovamento che mostrano l'attualità di questa forma di vita.

Nella prima parte, L'ispirazione evangelica, l'autore mostra la comunità dei discepoli, costituitasi attorno a Gesù come risposta alla sua chiamata e alla sua presenza catalizzatrice, così fondamentale che gli apostoli, quando pensano di averla perduta definitivamente durante la passione, si smarriscono. Appena però torna in mezzo a loro il Risorto, la comunità apostolica ritrova la sua ragion d'essere. Con la Pentecoste poi prende coscienza che ormai il Signore sarà per sempre presente con il suo Spirito tra i suoi e, per questa divina presenza, la comunità di Gerusalemme è «un cuor solo e un'anima sola», modello di ogni comunità ecclesiale del futuro.

La seconda parte, La comprensione storica, fa una lettura di tutte le esperienze realizzate nella Chiesa, dai primi anacoreti ai movimenti ecclesiali moderni.

Gli anacoreti e i primi monaci, ritirandosi in solitudine e dedicandosi alla preghiera e alla penitenza, ricordano a tutti che seguire Gesù vuol dire mettere Dio al primo posto come preludio e base per una vera comunione con i fratelli. Il monaco, secondo Evagrio Pontico, «è colui che, separato da tutti, è unito a tutti».

All'esperienza dell'anacoresi segue quella della santa koinonia di Pacomio. Per lui una comunità di fratelli che si amano vale molto di più che una moltitudine di asceti isolati anche se dediti a grandi penitenze.

Con Basilio si fa un ulteriore passo in avanti. «L'amore al prossimo si dilata al di là della comunità dei fratelli e si riversa su tutti gli uomini mediante la predicazione della Parola e il servizio di carità verso i poveri» (p. 97).

Sant'Agostino centra tutta la vita monastica sulla pratica del comandamento nuovo per portare i monaci all'unità: «Il motivo essenziale per cui siete insieme riuniti è che viviate unanimi nella casa e che abbiate un'anima sola e un cuor solo in Dio». Il vescovo di Ippona, dopo aver preso come modello della sua comunità gli apostoli e la prima comunità di Gerusalemme, spinge il suo sguardo fino al cuore stesso della Trinità, fonte di ogni autentica comunione tra gli uomini.

In occidente sarà soprattutto san Benedetto a diffondere la vita monastica. Egli col senso pratico dei latini armonizza tutte le esperienze anteriori e raccoglie tutti coloro che uniti vogliono fare questo cammino attorno all'abate, che diventa perno e garante di quell'unità che deve regnare non solo tra i monaci, ma anche tra tutti coloro che vivono all'ombra dell'Abbazia.

Se nelle comunità benedettine la comunione è assicurata dalla stabilità in un determinato luogo e dall'obbedienza all'autorità dell'abate, gli ordini mendicanti sorti all'inizio del XIII secolo avvertono la necessità di portare questa vita con la parola e con l'esempio là dove il popolo vive. Francesco prende il vangelo alla lettera e, lasciando tutto per seguire solo Cristo, sperimenta la paternità divina e la fratellanza universale e con questa esperienza viva nel cuore va in mezzo al mondo per ricostruire la Chiesa e l'umanità. «La comunità religiosa con i mendicanti ha raggiunto una svolta che segnerà ogni ulteriore forma di comunità del secondo millennio cristiano. La comunità si è decisamente aperta sulla Chiesa e sul mondo intero per contribuire a costruirvi, dal di dentro, la grande famiglia dei figli di Dio» (p. 131).

Con Ignazio di Loyola la comunità religiosa abbandona alcune incrostazioni storiche che le impediscono di avvicinarsi ai bisogni concreti dell'uomo e sviluppa in modo nuovo il senso della missione. «La finalità nettamente apostolica, l'estrema mobilità della Compagnia, l'adattabilità ai diversi ambienti e situazioni, la forte centralizzazione, il tipo di governo in cui al generale è concessa una notevole ampiezza di movimento, il quarto voto di speciale obbedienza al Papa, la libertà da forme di vita ritenute finora essenziali allo stato religioso, hanno portato a un nuovo tipo di struttura e di formazione aderente alla società moderna che aveva preso avvio con l'Umanesimo e il Rinascimento. Questo tipo di comunità, d'ora in poi, sarà sempre più il punto di riferimento per le nuove istituzioni religiose» (p. 145).

Le nuove Congregazioni religiose sorte in seguito, pur avendo molta cura nel coltivare il rapporto di carità tra i membri, sono tutte proiettate verso l'apostolato inteso come servizio all'umanità nei suoi diversi bisogni materiali e spirituali. «L'uomo apostolico, guidato dall'amore, ha la capacità di lettura profonda dei segni dei tempi. Sa ascoltare i gemiti dell'uomo e individuarne i bisogni. Guidato dall'amore, fa di tutto per cercare la risposta adeguata e per escogitare le vie attraverso le quali far giungere la Parola che salva...» (p. 161).

Ai nostri giorni, prima e dopo l'evento storico del Concilio Vaticano II, sono sorti numerosi movimenti ecclesiali portatori di nuovi e interessanti carismi che si incarnano soprattutto tra i laici senza esigere che questi abbandonino il mondo, decisi anzi a portare anche nelle strutture umane della società l'impronta della koinonia divina.

Alla fine di questo excursus storico l'autore dedica un capitolo al ruolo della donna chiamata, oggi più che nel passato, a dare un suo apporto specifico «alla Chiesa intera, compresa la comunità religiosa maschile» (p. 199).

Nella terza parte del libro, La riflessione teologica, l'autore fa vedere la comunità religiosa come segno profetico della vita di comunione dell'intera Chiesa e luogo privilegiato dove i fratelli e le sorelle fanno l'esperienza della presenza del Risorto tra loro e, nutriti della Parola e dell'Eucarestia, sono resi capaci di portare questa stessa vita d'amore in mezzo agli uomini con la creatività propria del carisma di ciascun fondatore.

Nella quarta parte, Il cammino quotidiano, si parla della dimensione antropologica della comunità religiosa: non basta fare i voti e vivere sotto lo stesso tetto per assicurare lo sviluppo della personalità dei membri nella comunione trinitaria, è necessaria la concretezza dell'amore di stampo trinitario non solo all'interno della comunità stessa, ma anche nell'apertura al servizio verso la grande comunità degli uomini.

Così le comunità religiose, oggi come in ogni epoca, si ritrovano a fianco di ogni essere umano per soddisfarne la sete profonda, anche se inconscia, di autentica comunione.

 

E. P.

 

FABIO CIARDI, Koinonia, Itinerario teologico-spirituale della comunità religiosa, Città Nuova Ed., Roma 1992, pp. 334, L. 32.000.