In un ambiente di persecuzione
si rivelano i cardini di un'autentica catechesi per adulti

 

 

Catecumenato di adulti

 

di Bojan Ravbar

 

 

Quest'esperienza iniziata a Koper nella Slovenia, quando era ancora sotto il regime comunista, continua tuttora con molti frutti, perché l'iniziazione degli adulti alla vita cristiana, non limitandosi ad una presentazione teorica del cristianesimo, è impostata su una trasmissione vitale dei valori evangelici fatta da una comunità cristiana vivificata dalla Parola vissuta.

 

Il ricordo, ancora  vivo, mi riporta ai primi anni del mio sacerdozio. Sono passati tre decenni da quel giorno in cui il parroco mi chiese di iniziare un giovane alla vita cristiana. «Vi capirete meglio essendo tutti e due giovani», mi disse.

Fu una grande gioia per me vedere come questi, totalmente digiuno di cose di Dio, beveva con entusiasmo le verità del cristianesimo. Egli vedeva aprirsi davanti a sé un cammino stupendo di scoperte e di conoscenze nuove nel campo dello spirito e la sua gioia mi contagiava e mi gratificava. Ci si muoveva allora un po' nascostamente, perché erano tempi duri e chi veniva scoperto essere legato in qualche modo alla Chiesa rischiava di perdere il posto di lavoro e di compromettere per sempre la propria carriera.

La celebrazione dei sacramenti - battesimo, cresima ed eucaristia - fu fatta di nascosto e si concluse con il matrimonio. Poco tempo dopo egli venne a ringraziarmi, ma anche a dirmi che stava preparando i documenti per trasferirsi in Canada e desiderava portare con sé i certificati dei sacramenti ricevuti «per avere tutte le carte in regola». La notizia mi sorprese e mi lasciò un po' preoccupato. Questo giovane che aveva dato appena i primi passi, anche promettenti, nella vita cristiana, partendo per un paese sconosciuto, avrebbe avuto la forza di perseverare? Cosa potevo fare per aiutarlo? Bastava avvisare la parrocchia canadese? Avrebbe trovato lì lo spirito di famiglia o sarebbe stato un numero tra tanti?

Negli anni che seguirono ogni tanto si presentava qualcuno, il solito Nicodemo, desideroso sì di conoscere il cristianesimo ed anche di viverlo, però altrettanto deciso a rimanere nascosto.

 

 

 

Un fatto importante

 

Col passare del tempo mi sentivo profondamente insoddisfatto di questa vita cristiana spesso tanto individualista e anche del mio ministero che, senza volerlo, in fondo l'alimentava. Fu in queste circostanze che, a contatto col Movimento dei focolari, ebbi la fortuna di fare una riscoperta dell'aspetto comunitario del cristianesimo: una riscoperta che ritengo sia stata una delle grazie più grandi della mia vita. Compresi subito che la vita in unità poteva soddisfare tutte le mie aspirazioni, anche le più profonde e tanto agognate, e nello stesso tempo poteva dare nuovo slancio al mio apostolato. Insieme ad altri sacerdoti intrapresi subito questa strada che, nella Parola di Dio vissuta giorno per giorno, mi si rivelava sempre più attraente e affascinante. Nel vivere la fraternità tra noi, ravvivata dal comandamento nuovo di Gesù, sperimentavo in maniera nuova la Chiesa come famiglia.

Naturalmente la mia scoperta ebbe il suo influsso anche nei miei rapporti in parrocchia. In un contesto socialista che modellava la vita dei cittadini sui principi del comunismo marxista, ai sacerdoti era lasciato poco spazio per agire secondo la pastorale tradizionale. Noi, con la nuova esperienza, avevamo trovato la formula non solo per far sopravvivere la Chiesa, ma anche per farla rifiorire in tutta la sua freschezza. Bastavano infatti poche persone - due o più - unite nel nome di Gesù per rendere viva, presente e attraente la Chiesa in qualsiasi ambiente. Così quando i nuovi catecumeni si presentavano, li mettevamo subito a contatto non solo con la dottrina, ma con un bozzetto di Chiesa viva, costituito da cristiani uniti tra loro e plasmati dalla Parola di Dio.

 

 

 

Rituale per il battesimo degli adulti

 

Nel 1972 fu pubblicato il Rituale per l'iniziazione degli adulti alla fede che propone un cammino catecumenale verso il battesimo. Passarono sei anni prima di avere il libro tradotto nella nostra lingua, ma utilizzammo ben presto una traduzione ciclostilata. Per noi questo documento della Chiesa non solo aprì una via per preparare gli adulti al battesimo, ma indicò anche un itinerario per una vera e propria rievangelizzazione nel nostro ambiente scristianizzato.

Il catecumenato, molto vivo nei primi secoli del cristianesimo, oggi in molti posti viene nuovamente riscoperto e messo in atto. Nel nostro paese si sta diffondendo soprattutto dopo la caduta del comunismo. Prima, da un decennio e più, si formavano gruppetti di persone che si preparavano ai sacramenti in forma del tutto nascosta. La celebrazione degli stessi avveniva, il più possibile, clandestinamente, e forse questo clima di persecuzione aiutava e incoraggiava la ricerca dell'essenziale. Adesso sentendosi finalmente liberi dalla persecuzione anti-religiosa, giovani e adulti, sempre più numerosi, sono alla ricerca di valori autentici e trascendenti e lo fanno alla luce del sole.

Per la mia piccola esperienza, arricchita da quella di tanti altri che l'hanno vissuta nello stesso spirito e nel medesimo ambiente, posso affermare che la spiritualità dell'unità ci è stata di grande luce e sostegno per portare avanti questa iniziazione cristiana e la catechesi stessa degli adulti non solo prima che cadessero i muri ideologici del comunismo, ma anche nella situazione attuale.

 

 

 

Due realtà essenziali

 

Due cose mi sembrano indispensabili per una iniziazione alla fede ed anche per l'ulteriore consolidamento di essa negli adulti, come conferma lo stesso Rituale. Esse sono la presenza di una comunità, anche piccola ma autentica, e alcune tappe fondamentali nel cammino di fede. Infatti il Rituale suppone una comunità di fratelli uniti dall'amore scambievole e assidui all'ascolto e alla pratica della Parola di Dio. Nella comunità viva infatti si avverte la presenza del Risorto, l'unico Maestro che illumina, dona vita e porta i singoli e la collettività ad approfondire la fede.

Nel catecumenato ci sono poi alcune tappe caratteristiche che noi abbiamo riassunto in maniera semplice e profonda in modo che tutti, senza distinzione di vocazione e di cultura, possano raggiungere e gustare queste verità evangeliche che vanno dalla scoperta di Dio Amore al compiere la sua volontà, dall'amore verso il prossimo all'amore scambievole, dalla Parola vissuta alla scoperta del mistero della croce, fino al lasciarsi guidare dallo Spirito. Queste tappe non le abbiamo inventate noi, ma sono i punti della spiritualità dell'unità, così come le ha proposte Chiara Lubich. Noi le abbiamo adottate, perché riassumono bene il vangelo per l'uomo d'oggi e sono alla portata di tutti. Certamente è difficile fare da soli questi passi, perché è difficile, se non impossibile, oggi vivere il cristianesimo da soli. La prassi ci ha dimostrato in questi anni, sia durante il regime comunista sia dopo, che conformare la propria vita al vangelo diventa molto più semplice quando si vive in seno ad una comunità che ne è testimone nel presente ed anche garante per il futuro.

 

 

 

Testimonianze

 

Ascoltiamo alcune persone che hanno fatto questo cammino.

Dopo l'anno catecumenale 1987/88, una professoressa mi scriveva: «Quando nel lontano 1968 difendevo la mia tesi di laurea, scrissi nel diario: “Che cos'è la felicità? Io non l'ho trovata ancora. Penso che i cristiani hanno la possibilità di essere felici, poiché hanno un amico che dona loro l'amore e la felicità. Il loro mondo è diverso dal mio e chi sa quando potrò raggiungerlo. Quando potrò scoprire il loro amico? (...)” Allora non osavo pronunciare la parola Dio e nemmeno sapevo chi fosse Gesù e meno ancora comprendevo il significato della croce... Solo dopo venti anni mi sono accorta che egli mi è stato sempre vicino. La via del catecumenato non è stata difficile, perché quando mi decisi a fare questo cammino, scoprii accanto al parroco molti amici: Marino, Darko, Lojska, Lara, Irena, Ivan e Olga, Saso, Ivanka... Il senso della famiglia diede un nuovo sigillo ai miei rapporti con i vicini. Da allora ci incontriamo da amici, da veri fratelli. Ed è sempre bello scambiarci quello che Dio opera in noi e attorno a noi».

A molti succede come a Darja, farmacista, madre di due figli adolescenti, abbandonata dal marito, trovatasi sola ad affrontare la vita. Anche lei incontrò un bozzetto di Chiesa viva e trovò la sua nuova famiglia. Vi aderì con tutta l'anima e divenne una cellula viva della comunità. Da allora - son passati dieci anni - è una collaboratrice impegnata nell'aiutare i nuovi catecumeni.

Un po' simile è stato il caso di Nadja, che con i suoi due figli chiese i sacramenti. Nella scoperta di Dio Amore ritrovò se stessa e volle rispondere generosamente vivendo con gli altri la Parola. Nel clima della comunità il suo figlio maggiore, Marco, ha sentito la chiamata di Dio al sacerdozio e ha detto di sì.

Aljosa, Natasa e Gregor sono tre fratelli. Con le loro scelte e la nuova vita durante l'anno del catecumenato hanno influito sulla loro famiglia a tal punto che non solo i genitori ma anche i nonni hanno deciso, dopo lunghi anni, di avvicinarsi a Dio e di celebrare il loro matrimonio in chiesa.

Ivan e Olga, due coniugi cristiani, anch'essi hanno scoperto questa vita all'insegna dell'unità ed hanno messo a disposizione della comunità il loro tempo e i loro talenti come animatori dei gruppi del catecumenato.

Saso, sposato da alcuni anni, gruista di un'impresa edile, lavorando nella costruzione di una chiesa è venuto a contatto con alcuni membri della comunità. Man mano che la costruzione dell'edificio progrediva, ha sentito una spinta interiore a vivere come loro, si è inserito nel gruppo ed è stato anch'egli iniziato al cristianesimo. Con la consacrazione della nuova chiesa anch'egli si è consacrato a Dio col battesimo e insieme agli altri si è assunto l'impegno di costruire la Chiesa fatta di pietre vive.

 

Bojan Ravbar