Formazione dei catechisti

 

Per ciò che riguarda la catechesi di fanciulli e ragazzi l'équipe diocesana di catechesi sta puntando a tre servizi concreti: la formazione dei catechisti, la loro integrazione in comunità nelle parrocchie e la promozione di animatori di queste stesse comunità.

Una delle realtà che dobbiamo superare è la mentalità, ancora molto radicata, che riduce la catechesi «alle cose che si devono sapere per poter ricevere il sacramento», invece di concepirla come l'iniziazione a una maturità di fede, all'inserimento nella vita della Chiesa e all'impegno cristiano nel mondo.

Certamente i catechisti trasmetteranno quello che vivono, quello che hanno sperimentato. Perciò sia nell'équipe diocesana che nella tre giorni annuale per i catechisti o negli incontri mensili con gli animatori, cerchiamo di promuovere prima di tutto una comunione profonda, in modo che si faccia un'esperienza di Chiesa viva.

Oggi nella catechesi si afferma in tutti i toni che prima dei catechismi viene il catechista e prima ancora del catechista viene la comunità.

La formazione dei catechisti oggi punta su tre aspetti: essere, sapere, saper fare. Cioè la spiritualità del catechista, la sua formazione biblico-teologica e l'aspetto metodologico. Normalmente i catechisti agli incontri vengono cercando delle risposte ai due ultimi, perché è lì che trovano le difficoltà più immediate. E certamente bisogna rispondere alle loro aspettative e lavorare a quei livelli il meglio possibile, ma questi aspetti diventano strumenti quasi inutili se non c'è il primo: «l'essere», la vita evangelica, comunitaria dei catechisti.

È soprattutto quest'esperienza che permette loro d'introdurre le persone, attraverso il processo catechistico, alla vita di una comunità per diventare a loro volta testimoni. Senza la ricerca di un'autentica vita evangelica e la comunione prima di tutto tra i catechisti, il circolo non si chiude, non si completa.

 

Gianfranco De Luca

resp. del settore catechetico

diocesi di Teramo