Catechesi come itinerario permanente: novità e sfide

 

 

Gli adulti:
primi destinatari della catechesi

 

di Juan Carlos López

 

 

Se potessimo fare un'inchiesta, facilmente si costaterebbe che di fatto, nell'immaginario collettivo di tanti popoli di tradizione cattolica, si identifica la catechesi quasi esclusivamente con la catechesi dei fanciulli e dei ragazzi. Oggi questa identificazione è totalmente superata. Offriamo un bilancio delle inziative e delle acquisizioni in corso.

Negli ultimi decenni si sta verificando nella Chiesa cattolica uno spostamento fondamentale di accento, che ancora non è capillarmente conosciuto e assunto.

Infatti già il Vaticano II indicava la svolta che si stava operando (CD 14, AG 14, SC 64), ma soprattutto sarà il Direttorio Catechistico Generale (1971) ad esprimerlo compiutamente: la catechesi degli adulti dev'essere considerata come la «forma principale della catechesi, alla quale tutte le altre sono ordinate» (20).

Il Sinodo sull'evangelizzazione (1974) e la Evangelii nuntiandi (1975) sono andati avanti in questa linea, collocando la catechesi dentro l'intero processo di evangelizzazione, rivolta quindi a tutte le tappe della vita.

La sfida sarà raccolta e riceverà autorevole consacrazione nel Sinodo sulla catechesi (1977) e nella Catechesi tradendae, che parla della catechesi degli adulti come «problema centrale», e aggiunge: «Per essere efficace la catechesi dev'essere permanente, e sarebbe davvero vana se si arrestasse proprio alle soglie dell'età matura, poiché essa si rivela non meno necessaria agli adulti, anche se certamente sotto un'altra forma». Ed ancora, afferma: «È questa la principale forma della catechesi, in quanto si rivolge a persone che hanno le più grandi responsabilità e la capacità di vivere il messaggio cristiano nella sua forma pienamente sviluppata... La fede degli adulti dovrebbe essere continuamente illuminata, stimolata o rinnovata, per penetrare le realtà temporali di cui essi sono responsabili» (43).

 

 

 

Iniziative di rilievo

 

Chi non è «addetto ai lavori» in ambito catechistico non può immaginare la quantità di iniziative e pubblicazioni che si sono prodotte in questi anni su questa tematica: documenti di Conferenze episcopali, convegni, sia nazionali (come quello italiano del novembre scorso) sia internazionali (come quello del Consiglio Internazionale per la Catechesi - COINCAT - realizzato a Roma nel 1988), oltre a numerosissimi libri ed articoli in tutte le aree geografiche, e non solo nella Chiesa cattolica ma anche in ambito ecumenico e nelle Chiese evangeliche ed ortodosse. Purtroppo qui non abbiamo a disposizione spazio sufficiente per corredare queste affermazioni con indicazioni biblio-grafiche.

Un altro indice chiaro dell'importanza che assume questo aspetto lo costituiscono quelle realtà ecclesiali che propongono una formazione vitale per la fede degli adulti, a volte con veri itinerari biblici (così i Gruppi biblici o i Neocatecumenali), altri rivolti all'impegno per la promozione umana (come gli itinerari di fede all'interno delle Comunità ecclesiali di base nelle sue varie versioni), altri ancora con un carattere innanzitutto formativo, magari seguendo l'anno liturgico (come ad es. l'Azione cattolica italiana nei settori adulti e famiglia), o con una catechesi rivolta all'ambito familiare (come la «catechesi familiare» ampiamente diffusa in America Latina ed altrove, della cui esperienza si parla ampiamente in un altro articolo)...

Non sono mancati gli sforzi anche a livello dei mezzi di comunicazione, che hanno cercato di elaborare dei programmi con contenuto, metodo e linguaggio adatti alla maturazione della fede degli adulti.

 

 

 

Salto di qualità

 

Con quest'attenzione rivolta al mondo degli adulti si parla di un «decisivo salto di qualità nel rinnovamento della catechesi». Si passa:

- dal cristiano praticante al credente;

- da una catechesi come preparazione ai sacramenti a un itinerario di fede permanente;

- dalla trasmissione quasi esclusiva di contenuti alla maturazione della fides qua (fede come «sequela Christi», come esperienza che trasforma tutti gli aspetti dell'esistenza);

- da una catechesi quasi identificata con fanciulli e ragazzi a un'educazione nella fede che comprende tutta la vita;

- da una catechesi anche per adulti, a una catechesi adulta per adulti.

 

 

 

Un compito impegnativo

 

Considerare l'adulto soggetto della catechesi nel contesto socioculturale, antropologico, educativo, pastorale, non è compito facile.

Il primo passo è una corretta motivazione. Innanzitutto degli stessi responsabili della catechesi, i quali spesso non si accorgono dell'importanza fondamentale della formazione degli adulti. E poi dei cristiani in genere, poiché senza la molla dell'interesse è impossibile pensare a una formazione permanente, tenuto conto delle occupazioni, delle responsabilità e sollecitazioni in mezzo a cui vivono gli adulti.

C'è da dire che il mondo attuale facilita questo interesse, per molti motivi. Ad esempio per il fatto che sempre di più si sente la necessità di un cristianesimo assunto per convinzione, non per abitudine o convenzione. I contatti frequenti con persone di altre idee, oltre alle incertezze che provoca nei credenti la secolarizzazione e i nuovi tentativi di spiegazione delle realtà di fede, sono altrettanti fattori che fanno crescere la necessità di comprensione e di chiarezza. Poi bisogna aggiungere le esigenze che pongono agli adulti le nuove generazioni: ormai i genitori non possono più «comandare» e dire «che cosa» i figli devono fare, ma devono spiegare i «perché» dei comportamenti che si aspettano dai loro figli. E tutti potremmo aggiungere altre motivazioni, a livello psicologico, sociale, culturale, teologico, pastorale...

In un mondo in costante cambiamento e dove le conoscenze, anche a livello professionale, vanno permanentemente aggiornate, è imprescindibile una formazione permanente a livello della fede, per non rimanere in una religiosità immatura e inadeguata.                                                       

                                                                                                                                            

                                                                                                                                            

 

Cosa proponiamo agli adulti?

 

Di fronte a questa realtà bisognerà quindi rivedere i contenuti, i metodi ed il linguaggio, in vista degli obiettivi che ci proponiamo, dei soggetti a cui ci rivolgiamo e della cultura e della realtà socio-politico-economica in cui ci troviamo.

Ovviamente, nel campo degli adulti, le modalità che può assumere la catechesi sono vastissime. Come rileva E. Alberich si può parlare di attività catechistiche in senso stretto, e anche di dimensione catechistica attraverso altre forme di azione pastorale:

- Da un punto di vista liturgico si possono considerare catechesi (e ciò sottolinea quanto debbano essere seriamente preparate e gradualmente programmate) le omelie svolte durante la celebrazione eucaristica e nelle varie celebrazioni sacramentali. Fondamentali poi gli incontri di preparazione ai sacramenti (è del 1972 l'Ordo initiationis adultorum), il coinvolgimento dei genitori nell'iniziazione sacramentale dei figli, la catechesi svolta in occasione delle manifestazioni di religiosità popolare.

- Per ciò che riguarda la proclamazione della Parola (martiria), la si può offrire in maniera sistematica attraverso corsi, seminari, convegni, o in modo occasionale per rispondere a situazioni sociali, a problemi scottanti del momento, a interessi particolari manifestati da persone o gruppi della comunità, o sfruttando la possibilità d'invitare a parlare una persona particolarmente competente in un certo campo. Possono avere una caratteristica di aggiornamento o di approfondimento secondo le circostanze, le possibilità delle persone ed i mezzi di cui disponiamo. Si può utilizzare anche la presentazione di libri o documenti ecclesiali, o la lettura guidata e poi commentata in gruppo.

- Dal punto di vista del rinnovamento comunitario della Chiesa (koinonia) hanno una profonda valenza catechistica le comunità e i movimenti ecclesiali che portano avanti, attraverso i loro incontri regolari e le loro manifestazioni di massa, un cammino permanente di maturazione nella fede e nella vita evangelica. Ci sono inoltre le Comunità ecclesiali di base, i vari gruppi specializzati, gl'incontri per coppie di coniugi, ecc.

- In chiave di servizio (diakonia) costituiscono catechesi per adulti, soprattutto nel Terzo Mondo, anche quelle iniziative di alfabetizzazione e coscientizzazione a livello ecclesiale e politico portati avanti con criteri evangelici. Oltre ad esempio le «scuole» e corsi che si moltiplicano in tutta la Chiesa sulla dottrina sociale, e rivolte all'impegno dei cristiani per la trasformazione della società. È questa una dimensione molto importante giacché, come oggi si riconosce normalmente nella catechesi, non basta formare dei buoni cristiani e costruire la comunità ecclesiale. Essa vive per il mondo ed anche la catechesi deve tendere a superare le disuguaglianze sociali scandalose che contraddicono il disegno di Dio sull'umanità.

D'altronde nel campo della catechesi degli adulti bisogna essere consapevoli che essi portano normalmente delle giuste esigenze: nell'ordine dottrinale (la teologia che sottostà alle tematiche svolte, è sufficientemente attuale o è anacronistica?), esigenze anche di partecipazione e corresponsabilità (quindi quale modello di Chiesa offriamo loro per integrarsi?). C'è da tener conto inoltre che la loro vita si svolge in diversi ambiti sociali e di responsabilità (quale tipo di società presenta la nostra catechesi, e quale partecipazione promuove per la trasformazione delle strutture sociali col vangelo?). Non dimenticare infine le esigenze psicologiche e pedagogiche.

Una catechesi così considerata, come itinerario permanente e quindi finalizzata agli adulti, con tutte le conseguenze e gli stimoli positivi che ciò comporta per la Chiesa, è stata chiamata «l'urgenza dell'ora».

 

 

 

Ulteriori prospettive

 

Oggi si scopre sempre di più il ruolo della comunità nella catechesi, specialmente degli adulti. Ciò che la catechesi propone, se non vuol essere teorico e velleitario, dev'essere espressione della vita di una comunità e offrire la possibilità d'integrazione in una comunità vitalmente evangelica. La comunità è quindi soggetto, luogo e meta della catechesi. «L'adulto matura la sua fede non anzitutto con l'apprendimento di nozioni, ma condividendo la vita di una comunità cristiana, nella quale è membro che dà e riceve».

Il tipo di rapporti che esistono tra le persone che partecipano alla catechesi, soprattutto degli adulti, si dimostra - per molti motivi - elemento decisivo per il suo successo o fallimento. Perciò oggi si privilegiano i piccoli gruppi, più «a misura d'uomo», e si cura persino l'armonia del posto dove ci si trova (anche la povertà non esclude l'armonia) in modo che faciliti il clima di famiglia.

Per ciò che riguarda i contenuti, essi devono essere presentati in maniera vitale. È necessario testimoniare l'incidenza esistenziale delle realtà di fede, proporre degli aspetti evangelici da vivere, e cercare di condividerne gli effetti che si vanno producendo nella vita personale e sociale, evitando un «intimismo» individualista.

La catechesi si trasforma così in un vero «discepolato», dove s'impara a vivere, a sentire, a pensare, come Cristo ci ha insegnato. Non è questo l'obiettivo della maturità nella fede? Solo così la catechesi si trasforma in un processo di vera formazione e di educazione.

Accompagnare, condividere, stimolare, aiutare a discernere una tale incarnazione è la funzione fondamentale degli animatori di ogni catechesi. Ci si deve domandare: la catechesi che svolgiamo, cambia la nostra maniera di rapportarci con Dio e con gli altri, di amare la propria moglie o il proprio marito, di educare i figli, di studiare, di lavorare, d'impiegare il tempo libero, di impegnarsi nella politica o nella soluzione dei problemi del posto, di vivere la salute e la malattia, di pregare e di morire... L'esito della catechesi si misura per l'influsso che ha il nostro modo di vivere, non soltanto attraverso la quantità di concetti che si sono imparati. Dobbiamo cercare il modo di concretizzare quello che tutti oggi dicono in catechesi: passare da una concezione piuttosto nozionista a una catechesi che trasformi la vita, la storia, la società. Questo, che sembra ovvio ed elementare e che tanto si ripete, pochi animatori catechistici lo colgono e riescono a metterlo in atto.

Oltre a questo aspetto di Parola incarnata, un'altro obiettivo, dimensione ineludibile della catechesi degli adulti, è la formazione di una mentalità dialogica. In un mondo sempre più intercomunicante e pluriculturale, dove il contatto con pensieri e religioni diverse può portare allo smarrimento, all'incertezza e al relativismo, è importante non soltanto l'intima convinzione sperimentale della verità propria, ma un atteggiamento di apertura agli aspetti positivi, cioè ai valori e alle verità altrui. Infatti tutti siamo fatti ad immagine di Dio e, come insiste il Vaticano II, in tutti gli esseri umani può agire lo Spirito Santo ed i «semi del Verbo» possono trovarsi ovunque.

Per capire se la nostra catechesi porta a maturare la capacità di dialogo e di comunione, ci si può fare altre domande di questo tipo: insegna essa ad ascoltare? Dà un respiro universale? Porta a dialogare prima di tutto con altri cristiani della propria Chiesa che magari la pensano in modo diverso su alcune questioni dottrinali? Sensibilizza al dialogo e alla collaborazione con i cristiani di altre Chiese e con i fedeli di altre religioni? Fa crescere un linguaggio e uno stile di vita comprensibili ed attraenti per le persone «lontane» dalla fede? Ci fa vivere aperti ai problemi mondiali, ecologici, sociali, ai rapporti tra Nord e Sud del mondo? Ci fa privilegiare soprattutto gli ultimi, i poveri, le vittime di ogni tipo, per costruire un mondo più giusto e fraterno? Tendiamo alla trasformazione delle strutture sociali ingiuste?

Certamente la catechesi degli adulti, con le sue esigenze proprie e la sua fisionomia specifica, apre un campo immenso ed appassionante.

 

Juan Carlos López