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Nord-Sud: che fare?

 

 

Un libro tutto da leggere. Soprattutto in questo tempo in cui si avverte la necessità inderogabile di conoscere le cause dei mali che affliggono l'umanità, e di affrontarli globalmente.

 

Brevemente il contenuto. Nella prima parte si offrono degli utili orientamenti e informazioni sulla «questione planetaria»: popolazione di oggi e di domani, distribuzione della ricchezza e povertà nel mondo, la situazione economica, alimentare, energetica, i dati del debito estero dei vari paesi. Informazioni utili per prendere coscienza della situazione e dei meccanismi, spesso perversi o inadeguati, che regolano i rapporti internazionali. Non è l'ultimo merito dell'A. essere riuscito a farlo in maniera agile e comprensibile («ho spesso preferito termini inesatti ma più vicini alla comprensione della gente», dice nell'introduzione).

Nella seconda parte si danno dei suggerimenti operativi concreti, per possibili meccanismi correttivi o alternativi, a livello personale, comunitario e internazionale. È un contributo che poteva dare soltanto chi, come l'A., su quelle problematiche avesse una profonda esperienza nella sua qualità di manager e pubblicista e come esperto di problemi energetici. Allo stesso tempo tutto il libro, a cominciare dalla stessa dedica, fa vedere che il Ferrucci non parla solo a titolo personale ma come espressione di un largo movimento di persone competenti nei loro campi rispettivi e impegnate nella costruzione di un mondo più corresponsabile e solidale.

Numerose tabelle, chiare ed aggiornate, vanno via via corroborando e illustrando le affermazioni e le proposte dei vari capitoli.

Pensiamo di fare cosa gradita trascrivendo qualche paragrafo del libro. È un contributo alla tematica generale del presente numero di «Gen's», e forse invoglierà più concretamente a leggere tutto il testo.

Ci troviamo nell'«impossibilità di mantenere intatto il sistema economico del presente che lascia in difficoltà i quattro quinti dell'umanità...

I dati dell'ONU sull'economia mondiale parlano chiaro: solo il 20% degli esseri umani, quelli che vivono nelle aree industrializzate dell'America, dell'Europa, dell'Asia e dell'Oceania, hanno nelle loro mani concentrato l'86% dell'intero reddito mondiale.

I popoli in difficoltà economiche non possono essere cancellati come una società fallita e gli eventi del nostro pianeta continuano a dimostrare la realtà dell'interdipendenza, e l'assoluta necessità di una visione globale, di una responsabilità globale delle situazioni e degli eventi...

Il maggior nemico, oggi, dei popoli oppressi, è l'indifferenza... (È necessaria) un'atmosfera di più alto valore umano, un'atmosfera di amicizia tra popoli che hanno deciso di collaborare a vantaggio reciproco, che hanno assunto un impegno per crescere insieme.

Con gli amici non si lotta, dagli amici non ci si difende, tra gli amici può diventare possibile anche una sorta di disarmo economico...

Perché il disarmo economico produca i suoi frutti occorre un'immersione radicale in una nuova cultura: il credere veramente nella potenza dell'unità d'intenti che nasce dal far proprio l'interesse del cliente, cioè dell'altro, e così della Patria altrui e dell'azienda altrui, abbandonando la cultura della lotta nei comportamenti economici. Occorre lasciar entrare questa nuova cultura nella fabbrica, nell'ufficio, nello studio professionale, nell'ambito delle trattative commerciali internazionali. Occorre smettere di tenerla fuori per principio dalle problematiche del lavoratore, dell'imprenditore, dell'economista...

Che bello sarebbe se il rapporto economico si concretizzasse nella capacità di mettersi nei panni dell'altro, di cercare ciò che è anche il meglio per lui, anziché cercare di travolgerlo, convincerlo che non ha alternativa, violentandolo magari con la forza della propria intelligenza o con tecniche di marketing!

Il disarmo economico è una sfida culturale profonda» (pp. 103, 117-9, 123-4).

 

E.C.

 

A. FERRUCCI, Nord-Sud che fare. Inchiesta sull'economia mondiale, Città Nuova Ed., Roma 1992, pp. 184, L. 15.000.