Natale
Cristo in mezzo agli uomini
L'amore che il cristiano
porta - e qui è l'abissale mistero e la potenza nascosta che, fatta fruttare,
può operare miracoli -, è diverso da qualsiasi altro amore esistente al mondo,
per nobile e bello che esso sia. È un amore di origine divina, lo stesso amore
di Dio partecipato all'uomo che, innestandosi su di lui, lo fa figlio di Dio.
E ciò è premessa e causa
d'una realtà incomparabile: la fraternità umana su un piano più alto, la
fraternità soprannaturale in Dio.
Ora, in questa fraternità,
si avvera un fatto che ricorda Natale: Cristo fiorisce in mezzo agli uomini,
come l'Emmanuele, il Dio con noi. In questa fraternità i cristiani sono uniti
nel nome di Cristo, che ha detto: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io
sono in mezzo a loro» (Mt 18, 20). Si tratta di quella fraternità che può
rendere presente - anche dove la Chiesa si trovasse ostacolata nel suo
ministero - Cristo fra gli uomini. Presente spiritualmente - s'intende - ma
presente. È quella fraternità che può portare Cristo in mezzo al popolo, nelle case, negli ospedali, nelle fabbriche,
negli uffici, in ogni comunità o riunione...
Ora forse noi cristiani non
ci rendiamo sempre conto di questa straordinaria possibilità. E confessandolo
in questo Natale, Dio ci potrà donare la grazia di cogliere meglio, far
fruttificare di più, simile dono. In questa fraternità, con chiunque e
dovunque, noi possiamo non essere soli a pensare, a preoccuparci di come
risolvere i problemi umani. Se lo vogliamo (e basta essere uniti nel suo nome e
cioè con Lui e come Lui vuole) Cristo è fra noi, è con noi, Egli,
l'Onnipotente! E ciò fa sperare. Sì, fa molto sperare.
Certamente è il caso che
ravviviamo un po' nelle nostre famiglie cristiane, nei nostri gruppi, nei
nostri movimenti nati per qualsiasi scopo, ma sotto l'insegna cristiana, nelle
opere cui dedichiamo le nostre forze, quell'unità, quella fraternità che rende
presente Cristo fra noi e ci fa Chiesa, dichiarandoci apertamente questa nostra
volontà, senza timore, senza falso pudore.
Se Natale ci ricorda fino a
qual punto Dio ci ha amato, e cioè fino a farsi uno di noi, è facile capire
come la logica del suo amore gli faccia desiderare di essere sempre
cointeressato alle nostre faccende e desideroso di continuare a vivere, in
certo modo, fra noi, dividendo le nostre gioie, i nostri dolori, le
responsabilità e le fatiche, dandoci soprattutto una mano quale Fratello
nostro. A Lui non è bastato ripresentarsi a noi ogniqualvolta ci riuniamo
solennemente per la celebrazione eucaristica o essere particolarmente presente
in altri modi come nella Gerarchia o nella sua Parola... Egli vuole essere
sempre con noi. E gli bastano due o tre cristiani... e nemmeno già santi!
Bastano due o più uomini di buona volontà che credono a Lui e soprattutto al
suo amore.
Se noi facciamo così, sarà
nella Chiesa un pullulare di cellule vive che col tempo potranno animare la
società che le circonda, fino a penetrare la massa. Allora essa, informata
dello spirito di Cristo, potrà adempiere meglio il disegno di Dio sul mondo e
dare una decisa spinta alla rivoluzione sociale, pacifica, ma inarrestabile,
con conseguenze che mai avremmo osato sperare.
Se Cristo storico ha sanato
e sfamato anime e corpi, Cristo misticamente presente fra i suoi sa fare
altrettanto. Se Cristo storico ha chiesto al Padre, prima di morire, l'unità
fra i suoi discepoli, Cristo mistico presente fra i cristiani la sa attuare.
Se avremo uomini uniti nel
nome di Cristo, domani potremo vedere popoli uniti.
Chiara Lubich