Decalogo del sacerdote

 

 

  1. È più importante come io vivo da sacerdote,

di ciò che faccio in quanto sacerdote.

 

  1. È più importante ciò che fa Cristo attraverso di me,

di quello che faccio io.

 

  1. È più importante che io viva l'unità nel presbiterio,

piuttosto che buttarmi a capofitto da solo nel ministero.

 

  1. È più importante il servizio della preghiera e della Parola,

di quello delle mense.

 

  1. È più importante seguire spiritualmente i collaboratori,

che fare da me e da solo quante più attività possibili.

 

  1. È più importante essere presente in pochi ma centrali settori operativi,

con una presenza che irradia vita,

che essere presente ovunque in fretta e a metà.

 

  1. È più importante agire in unità con i collaboratori,

che non da solo, per quanto capace io mi ritenga;

ossia, è più importante la communio che la actio.

 

  1. È più importante, perché più feconda, la croce,

che non i risultati spesso apparenti, frutto di doti e di sforzi umani.

 

  1. È più importante avere l'anima aperta sul tutto

(comunità, diocesi, Chiesa universale),

che non fissata su interessi particolari per quanto importanti mi sembrino.

 

  1. È più importante che venga testimoniata a tutti la fede,

anziché soddisfare a tutte le usuali pretese.

 

 

(Mons. Klaus Hemmerle, vescovo di Aachen, e  prof. Wilhelm Breuning dell'Università di Bonn, in una giornata di studio della Conferenza Episcopale Tedesca)