Un libro che mette in
evidenza il ricco contenuto dell’esperienza e del pensiero di Chiara Lubich su
Dio Amore
Ogni tanto nella nostra vita
troviamo libri, pochi, che ci segnano, che diventano «amici prediletti», punto
di riferimento della nostra esistenza.
Sicuramente questo che
commentiamo è destinato a essere uno di quei libri, nella vita di molti. Cento
pagine precise, in veste modesta, però un vero gioiello.
L'autrice, Marisa Cerini,
inizia con esso l'approfondimento teologico «della straordinaria esperienza e
del pensiero» su Dio Amore di Chiara Lubich, di cui ha condiviso la vita fin
dal '49.
Non a caso l'ordine dei
termini: esperienza - pensiero. Infatti l'introduzione al libro è volta
pure a fondare il «valore teologico
dell'esperienza cristiana» (p. 12), nella convinzione che «un'esperienza
autentica è anche fonte di approfondimento teologico» (p. 56).
Uno degli aspetti che più
colpisce nel pensiero di Chiara Lubich è che non trasmette dei concetti
astratti, ma delle realtà che toccano e coinvolgono la nostra vita. Il segreto
di ciò si trova nel fatto che i suoi scritti riflettono una profonda esperienza. E si sa quanto è
misterioso ma reale, nella comunicazione umana, il rapporto tra la parola che
diciamo e ciò che siamo.
Se ciò è valido a livello
psicologico, lo è perché ha un fondamento ontologico. Un noto teologo, impegnato
nella ricerca di un pensiero capace di trasformare la società, scriveva
recentemente: «Più che di teologi abbiamo bisogno di mistici. Sono loro che
aiutano a trasformare le menti, la Chiesa e la società». Bisogna aggiungere
però che nella mistica più autentica troviamo non solo forza, calore, impulsi
per la vita personale e sociale, ma anche luce e sorgente di profondissime
intuizioni teologiche. Questo è proprio il caso di Chiara Lubich, e l'autrice
del libro non si propone altro che di mostrarlo.
Con un pregio: la grandezza
di una cornice non sta nel far ricadere su di sé l'attenzione, ma nel mettere
in rilievo l'opera che contiene. Così le riflessioni personali della Cerini, i
suoi riferimenti patristici e teologici, non disturbano, ma mettono in risalto
i ricchissimi contenuti teologici presenti
nei testi di Chiara Lubich, che sono quelli che, a lettura conclusa,
restano nel nostro spirito.
Solo due parole sul tema
affrontato. Se è vero che lo specifico del cristianesimo non si trova
nell'affermare che Dio esiste, ma che «Dio è Amore» (Gv 4, 8.l6), nel libro si
tirano le conseguenze di una tale affermazione.
Si parla non soltanto del
patrimonio immenso che costituisce l'Amore di Dio per l'umanità e della
risposta che esige da noi; non solo del progetto dell'Amore di Dio sulla storia
e di ciò che significherebbe per l'umanità attuarlo; ma si va avanti fino ad
approfondire il fatto che Dio, «perché è Amore, è Trinità». Dentro
l'originalità di tutto il libro, forse in questa parte si trovano gli spunti più
profondi e ricchi di conseguenze teologiche e pratiche.
Se vale per ogni realtà
evangelica la necessità di «sperimentare per conoscere», ciò si applica in modo
assoluto quando si entra nel campo trinitario. Da una parte «nessun oggetto
teologico è più concreto e stimolante nella prassi che il mistero trinitario»
(B. Forte). Ma a sua volta quella trinitaria è la realtà della fede che più ha
bisogno dell'esperienza per essere compresa o intuita.
Colpisce perciò in Chiara
Lubich il fatto che l'esperienza
d'unità - che viene facendo e verificando da tanti anni assieme a persone di
tutto il mondo che la seguono - le permette di
penetrare sempre più nella comprensione delle conseguenze, per il
pensiero e per la vita, della dinamica trinitaria.
Significative verso la fine
del libro sono le pagine sul rapporto tra dolore ed amore, sullo Spirito Santo
e - magari inaspettate, brevi, ma bellissime - quelle su Maria «incandescente
immagine di Dio che è Amore».
Cristo è venuto per portare
«l'amore stesso che arde in Dio», quindi «il modo di vivere della Trinità» (p.
83). Perciò, se si volesse sintetizzare il libro in una frase, lo si potrebbe
fare con le parole con cui si chiude: «dalla Trinità alla Trinità» (p. 93).
Cosa significa ciò per la
storia dell'umanitè? Non c'è domanda più urgente se - come hanno affermato i
vescovi latinoamericani a Puebla - la comunione trinitaria «deve manifestarsi
in tutta la vita, anche in quella
economica, sociale e politica».
Un libro che offre alla
teologia e all'impegno cristiano - come indica la stessa autrice - delle piste
finora solo parzialmente esplorate.
E. C.
Marisa Cerini, DIO AMORE nell'esperienza e nel pensiero di Chiara Lubich, Città Nuova Ed., Roma 1991, pp. 100, L. 8.000.