Un’esperienza
di catecumenato tra i giovani in una parrocchia tedesca
Essere cristiani è uno stile di vita
e si impara insieme
di
Martin Gögler
Uwe
ha 22 anni e vive nel territorio
della
parrocchia di Ottmaring. La madre è una convinta testimone di Geova e per
questo Uwe non è stato battezzato. Nel novembre del 1989 egli bussa alla mia
porta e mi domanda il battesimo. Da parte mia sono d’accordo, ma gli chiedo di
invitare anche i suoi amici per fare insieme la preparazione, «perché gli
spiego essere cristiano è uno stile di vita che si impara insieme».
Mi
sono così incontrato per un anno intero, quasi ogni settimana, per due ore con
un gruppo di otto giovani, quattro ragazzi e quattro ragazze, che conoscevo
solo di vista, tutti lavoratori eccetto uno. Anche se battezzati, nessuno di
loro era radicato nella fede: alcuni venivano solo sporadicamente in chiesa,
altri non facevano neanche questo.
Un
po’ alla volta hanno imparato a condividere spontaneamente le proprie
esperienze su come riuscivano a mettere in pratica quanto cercavo di spiegare.
Un giorno Uwe disse che varie volte durante la settimana si era sorpreso nel
domandarsi: «Che cosa farebbe Gesù al mio posto?». Precedentemente avevamo
parlato dell’attimo presente come preziosa opportunità dataci da Dio per
attuare il suo disegno d’amore su di noi.
All’inizio
della scorsa quaresima abbiamo concluso la fase pre-catecumenale ed abbiamo
deciso di iniziare un periodo più intenso
in vista del battesimo fissato per la festa di Pasqua. Durante il
periodo che ne è seguito abbiamo approfondito anche il significato del sacramento
della penitenza.
Ci
siamo incontrati regolarmente ogni settimana allargando, però, il gruppo ad
altri giovani più avanti nella pratica cristiana e meditando insieme alcuni
passi del vangelo delle domeniche di quaresima.
Era
la prima volta che portavo avanti una simile esperienza. Cercavo di stare molto
attento alla voce dello Spirito dentro di me e nelle circostanze esterne, ma ad
un certo punto ho avuto l’impressione che Dio stesso avesse preso in mano la
cosa conducendola per il meglio.
Una
delle ultime sere ognuno ha detto con quale atteggiamento avrebbe vissuto la
Pasqua: tutti volevano sostenere con la loro vita il passo che Uwe avrebbe
compiuto. Alcuni hanno detto apertamente: «Questa Pasqua, col battesimo di Uwe,
per me significa una conversione, un inizio di vita nuova».
Il
giovedì santo gli amici ci Uwe erano tutti presenti alla celebrazione liturgica
e nel ricevere la comunione i loro volti erano splendenti! Il giorno di Pasqua,
durante la santa messa celebrata apposta per loro con la partecipazione di
tanti amici e parenti, Uwe ha ricevuto il battesimo: una vera festa!
Dopo la liturgia, prima di separarci i giovani mi hanno chiesto: «Quando ci ritroveremo la prossima volta?». L’esperienza, dunque, continua.