Lo
Spirito Santo nell'esperienza del Movimento dei focolariII
di
Chiara Lubich
La
conversazione che qui pubblichiamo è stata svolta da Chiara Lubich durante un
incontro di vescovi appartenenti a varie chiese cristiane, convenuti nel
novembre del 1990 al Centro Mariapoli di Castelgandolfo. A caratterizzare il
testo non sono soltanto la profondità, la radicalità evangelica e l'attualità
del discorso, ma pure il continuo riferimento all'esperienza. Prosegue così
quell'approfondimento vitale di un grande tema della spiritualità e della vita
della Chiesa che l'autrice aveva iniziato l'anno scorso con una prima
conversazione su «Lo Spirito Santo e il Movimento dei Focolari».
L'anno scorso
abbiamo approfondito, in tutto il Movimento, quel punto della
nostra spiritualità dell'unità che è, nientemeno, la terza divina persona, lo
Spirito Santo. Si è svolta, infatti, la prima parte del tema intitolato: «Lo
Spirito Santo e il Movimento dei Focolari».
Questo tema ed altri riguardanti lo Spirito Santo e i non
cristiani, lo Spirito Santo e i non credenti, lo Spirito Santo ed il mistero
pasquale e la comunione di esperienze che
si è fatta in tutto il mondo sulla vita spirituale dei singoli in rapporto allo
Spirito Santo, hanno prodotto grandi effetti nelle persone del Movimento. Esse
hanno dichiarato, in molti modi e con espressioni bellissime ed a volte
superlative, la loro gratitudine a Dio per aver finalmente trovato un rapporto
intimo e profondo col Dio consolatore, per averlo scoperto agire nella storia
della propria vita, per averlo sentito presente in fondo al loro cuore. E,
insieme, hanno manifestato il desiderio bruciante di volerlo seguire nelle sue
ispirazioni in tutti gli istanti della loro esistenza.
Una vera grazia di Dio, piovuta sull'Opera nostra, che ci
incoraggia a proseguire nello stesso argomento.
Noi tratteremo qui, infatti, la seconda parte del tema: «Lo
Spirito Santo e il Movimento dei Focolari».
Ma anzitutto: quali sono stati gli argomenti toccati l'anno
scorso?
Si è spiegato il rapporto che il nostro Movimento ha avuto,
durante questi 47 anni, con lo Spirito Santo e come si è arrivati ad una più
profonda comprensione del suo mistero solo pochi anni fa. Lo Spirito Santo,
infatti, perché Amore, aveva fatto posto e messo in rilievo dapprima Gesù, il
Padre, Maria. Egli si era presentato per ultimo, per così dire. Ma ora Lo si
scopriva come il vero protagonista di tutta la nostra storia: era stato Lui a
illuminarci sempre, a guidarci, a sostenerci; Lui a suggerirci, brano brano, la
spiritualità che tutti ci anima.
Anche se si parlava poco di Lui, certamente, però, anche
prima di quest'ultimo periodo, alcune realtà soprannaturali nel Movimento
venivano attribuite allo Spirito Santo.
Quella voce, ad esempio, che parla in fondo al cuore e va
ascoltata, quella voce che viene rafforzata dalla presenza di Gesù fra due o
più.
Si era capito ancora
che era sempre stato Lui a dare il vero senso alla nostra vita, per quella Sua
luce che faceva comprendere e legare, come con un filo d'oro, il passato, il
presente e il futuro di ciascuno di noi e dell'Opera intera.
Era stata la Sua presenza che aveva spiegato quella
particolare atmosfera dei nostri incontri, delle nostre manifestazioni, delle
nostre cittadelle, dove, perché Gesù è in mezzo a noi, Egli, Spirito del
Signore, aveva dominato e dominava.
Era stato Lui perciò che in quell'atmosfera particolare
aveva prodotto sempre e produceva effetti meravigliosi. Uno di questi, forse
quello fondamentale, consisteva in una vera morte e risurrezione delle anime,
in un sentirsi distrutti ed edificati nello stesso tempo, come dimostravano le
molte impressioni riportate: morte e risurrezione sperimentata perché, col dono
di questo carisma alla Chiesa (come sarà di altri), lo Spirito attualizza,
manifesta il battesimo già ricevuto.
E' come abbiamo riferito una
nuova venuta dello Spirito già presente, una effusione che non viene dal di
fuori, ma scaturisce dal di dentro. «Si tratta di una presa di coscienza più
accentuata della Sua presenza e della Sua potenza», come dice il card.
Suenens1.
Ma un effetto simile di morte e di risurrezione non si era
costatato nel Movimento solo nelle riunioni e nelle comunità dove è Gesù in
mezzo. Lo si sperimentava anche singolarmente, quando si viveva con radicalità
l'uno o l'altro punto della nostra spiritualità, come quando, ad esempio, si
ama Gesù abbandonato nei dolori quotidiani.
Questo, dunque, per titoli,
quanto si è visto l'anno scorso.
E quest'anno?
Analizzeremo altri effetti
della presenza della terza divina Persona, che si sperimentano nel Movimento, e
parleremo dei doni che ci elargisce.
Altri effetti.
Gesù Cristo, nel mistero pasquale, è l'artefice della vita
di cui parla il nostro Credo: «Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la
vita...», della vita data alla Chiesa all'inizio e lungo i secoli attraverso i
doni gerarchici e carismatici2. Così Giovanni Paolo II.
Perciò Gesù è artefice anche della nuova vita data a noi
dallo Spirito, in questo secolo.
Parla della vita nuova, donata dallo Spirito Santo al primo
contatto col Movimento, un'esperienza sintomatica. Questa vita nuova ha
investito ogni cosa: le idee, il cuore, la cultura religiosa..., tutto
ravvivando.
E' l'esperienza di Igino Giordani, focolarino, letterato,
politico, figura poliedrica, ricchissima.
«Una cosa avvenne in me scrive . Avvenne che quei pezzi di cultura,
giustapposti, presero a muoversi e animarsi, ingranandosi a formare un corpo
vivo (...). Era penetrato l'amore e aveva investito le idee, traendole in
un'orbita di gioia. Era successo che l'idea di Dio aveva ceduto il posto
all'amore di Dio, l'immagine ideale al Dio vivo (...).
Lo Spirito Santo, che nel mio
bagaglio dottrinale aveva occupato un posto secondario, accordatogli più per
dottrina che per convinzione (un dogma che non mi ero mai curato di capire,
parendomi troppo remoto), s'era animato e di colpo era divenuto anima
dell'anima mia: calore del mio amore: nesso connettivo tra me e Dio (...).
Avendo trovato l'Amore, mi trovai, quasi di colpo, nel circuito della Trinità.
Tutti i dogmi, tutte le nozioni uscivano dal casellario della memoria e
divenivano materia viva: sangue del mio sangue. Movevo dalla biblioteca
intasata di libri verso la Chiesa abitata da cristiani.
Ora capisco che cosa stava succedendo. Stavo ricevendo una
sorta di rivelazione o un chiarimento
di rivelazione che mi produceva una
sorta di conversione nuova (...).
Capii allora che cosa volesse significare il Signore, nel
Vangelo di Giovanni, con le sue immagini di luce, di amore, di rinascita e di
Spirito. Era entrato il fuoco. Lo Spirito Santo, vento impetuoso, aveva
spazzato via nebbie e schermi; sotto il suo soffio, l'incendio divampava: nella
luce nuova, si scoprivano Dio e il fratello»3.
Chi dà la vita, chi cambia
il cuore, chi vi imprime la legge è sempre, dunque, lo Spirito Santo. Lo è
stato alla prima Pentecoste e lo è stato e lo sarà in ogni altra sua piccola
discesa.
E che sia sempre lo Spirito Santo che agisce lo dicono
quelle somiglianze che si riscontrano fra la Pentecoste ed ogni altra venuta
dello Spirito.
Ricordando, ad esempio, alcuni effetti che lo Spirito Santo
ha prodotto allora, quando è nata la Chiesa, ci sono venuti in rilievo effetti
simili che si riscontrano nel nostro
Movimento.
Si sa che nella Pentecoste si sono realizzate le parole del
profeta Ezechiele: «Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito
nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il
mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei precetti e vi farò
osservare e mettere in pratica le mie leggi» (Ez 36, 26-27).
Ebbene, qualcosa di simile si verifica anche da noi.
Già al primo imbattersi col Movimento, avviene spesso nelle
persone un grande mutamento, quasi un capovolgimento, una rivoluzione.
La legge di Dio, che vuole
anzitutto che si ami Lui con tutto il cuore, la mente, le forze, s'imprime nel
cuore.
Lo Spirito, infatti, attraverso il Movimento richiede subito
che si scelga Dio come ideale della vita, come il tutto della propria
esistenza, che Gli si dia il primo posto nel proprio cuore, che sia in cima a
tutti i nostri pensieri, che si viva per Lui.
Le esigenze di Gesù, che domanda di essere amato più del
padre, della madre...4, o quelle che chiedono di posporre tutti o tutto a Lui
per essere suo discepolo5, vengono ottemperate. La vita delle persone ed anche
di molti cristiani, prima frantumata dai più vari interessi ed affetti, si
unifica in un'unica tensione, si polarizza su un unico centro: Dio, Dio a cui
tutto deve convergere; Dio, da cui tutto viene poi fatto discendere.
Sì, perché questo opera lo
Spirito Santo nelle anime: mette a fuoco il cristianesimo con le sue
imprescindibili esigenze, un cristianesimo che noi spesso annebbiamo,
illanguidiamo con le nostre interpretazioni riduttive; lo ripresenta nella sua
interezza, nella sua radicalità e lo fa vivere. Così agiva nei profeti
dell'Antico Testamento, quando affermava l'autentico significato della legge di
Dio di fronte alle deviazioni ed agli abusi di molti ebrei di quel tempo.
Un'altra esperienza dice questo grande mutamento che opera
lo Spirito Santo al primo impatto col nostro Movimento. E' di Piero Pasolini,
focolarino e scienziato.
Aveva voluto conoscere, a Milano, assieme ad altri
professionisti, il Movimento. Per questo avevano invitato una delle prime
focolarine, che, durante la conversazione, si era rivolta con una certa
esitazione proprio a lui con questa domanda: «Ma cos'é Dio per te?».
«Fu per me una vera folgorazione», scrive. «Rimasi senza
parole, perché non sapevo cos'era Dio per me. Credo che non risposi. E lei: Per
noi Dio è l'ideale della vita.
Non ricordo cosa si disse poi (...). Ma quella domanda:
cos'era Dio per me, riemerse, dopo che ci eravamo lasciati, durante la notte.
Mi rimase impressa, perché in quel momento ho visto il mondo tutto da un'altra
prospettiva: il mondo era diventato la proiezione di Dio; quel che contava nel
mondo era Dio, non era il resto.
Questo fatto di aver visto Dio come Ideale (...) cambiava
tutto. Era la prima volta nella mia vita che coglievo questa realtà, che capivo
Dio come il senso assoluto di me, di tutto quello che sono, di tutto quello che
vedo. Questa nuova visione del mondo mi schiaccib. Da quel momento la mia vita
subì una svolta: mi ero capovolto, convertito, proprio nel senso di invertire
la rotta»6.
E la nuova fede in Dio, che lo Spirito Santo, attraverso il
Movimento, imprime nei cuori, è fede in Dio per quello che P: Dio Amore. Le
persone avvertono come fosse la prima
volta , nello stupore e in una gioia piena di gratitudine, d'avere un Padre che
le ama. Si sentono ed è questa la
grande novità evangelica, il frutto per eccellenza della redenzione , si
sentono figlie di Dio. Per cui sin dall'inizio esse fanno una prima esperienza
di ciò che Paolo dice: «Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo
figli di Dio» (Rm 8, 16). Lo Spirito in loro, pur nel silenzio, già grida:
«Abbà, Padre!» (Rm 8, 15). Sentono nel loro cuore lo stesso rapporto d'amore
che lega Gesù al Padre.
Dicono gli Atti degli Apostoli: «E, mentre pregavano, il
luogo in cui erano radunati si scosse, furono riempiti tutti di Spirito Santo e
proclamavano la parola di Dio con pieno coraggio. La moltitudine di coloro che
avevano abbracciato la fede aveva un cuor solo e un'anima sola. Non c'era
nessuno che ritenesse come proprio alcunché di ciò che possedeva, ma tutto era
fra loro comune» (At 4, 31-32).
E in un altro capitolo affermano: «Erano assidui
nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella
frazione del pane e nelle preghiere» (At 2, 42).
Ecco, dunque, gli effetti della Pentecoste.
Vita di comunione
che coinvolge anche i
beni
Gli apostoli amavano Gesù,
ma erano fuggiti, erano timidi, spaventati. Viene lo Spirito Santo e scatta la
molla, l'impulso, che mette tutto in azione. Ora parlano, proclamano con
coraggio la parola di Dio. La loro trasformazione è tale che ne sono tutti
accesi, sì che li credono ubriachi.
E la moltitudine di coloro che li seguivano «aveva un cuor
solo ed un'anima sola» e, di conseguenza, circolavano i beni. Erano poi
assetati della Parola di Dio e frequentavano con assiduità la celebrazione
eucaristica.
Non è difficile trovare in
questi brani un parallelo con ciò che succede in chi viene in contatto col
Movimento.
Anche in quest'Opera persone che prima non avrebbero parlato
per nulla al mondo ora parlano: parlano a singoli, parlano a folle. Dicono
d'aver conosciuto Gesù, dell'amore che ha manifestato con la sua morte in
croce, di Lui che ora vive risorto nel loro e in molti cuori. Narrano perciò la
loro meravigliosa esperienza, un po' come gli apostoli, che annunciavano di aver
conosciuto Gesù crocifisso e risorto.
E, usciti dal covo del
proprio io, si lanciano ad amare Gesù, amandolo nei prossimi, anzi concentrano
tutta la loro attenzione ed il loro sforzo sul comandamento sintesi del Vangelo:
«Amatevi a vicenda, come io vi ho amati.» (Gv 15, 12) Di qui il verificarsi
anche oggi della realtà di un solo cuore, di una sola anima. Di qui e ciò è molto caratteristico del Movimento la comunione dei beni materiali e
spirituali, secondo le varie vocazioni dei membri.
Comunione di beni totale tra semplici fedeli un po' come fra i primi cristiani : tra i
focolarini, ad esempio. Essi danno tutto quanto possiedono, consegnano ogni
mese il loro stipendio, fanno testamento di quanto potranno venire ad
ereditare.
Altri fanno una comunione di beni parziale o mettono in
comune il superfluo.
Comunione dei beni che mai, come in questi tempi, risulta di
pressante attualità. La testimonianza di essa, infatti, è stata, in questi
anni, l'argomento più forte che ha avuto il Movimento, per convincere
soprattutto le persone di quella parte di umanità che ha creduto o crede ancora
nell'ideologia comunista.
Sete della Parola
e nuova scoperta
dell'eucaristia
E la sete della Parola di
Dio anche nel Movimento è fortissima. Le circa 80 lingue ed idiomi nazionali in
cui la nostra Parola di Vita è tradotta lo stanno a testimoniare. Sì, perché,
lo abbiamo costatato, lo Spirito Santo rimanda a Gesù, alla sua Parola, al suo
mistero pasquale che si rinnova sull'altare. La celebrazione eucaristica è al
cuore, al centro di tutte le nostre manifestazioni: dei nostri corsi, dei
convegni, delle scuole, dei congressi del Movimento. E le persone vi
partecipano in massa. C'é anche chi, perché lontano da Dio, dice al mattino che
non sarebbe andato in chiesa per tutta la sua vita, ma che desidera essere
legato in qualche modo al Movimento, perché l'attira la fraternità che vi
trova. E in giornata lo si trova puntualmente in chiesa a seguire con tutti la
s. Messa. Ci ha sempre fortemente stupito poi il fatto che persone, a
conoscenza anche di solo pochi elementi della nostra spiritualità (come
l'amare, l'amore alla croce), tornino o vadano subito alla Chiesa,
all'Eucaristia.
Poi molti, dopo la discesa
dello Spirito Santo nella Pentecoste, alle parole degli apostoli si fanno
battezzare.
Ed è una vera mietitura. «Pentecoste», del resto come ricorda il Santo Padre nelle sue
bellissime meditazioni settimanali sullo Spirito Santo designava nell'Antico Testamento la «festa
della mietitura». Si può applicare agli apostoli allora ciò che Isaia profetava
con linguaggio figurato: «Infine (...) sarà infuso uno spirito dall'alto;
allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una
selva» (Is 32, 15).
Con la Pentecoste gli apostoli raccolgono ciò che Cristo ha
seminato. E poi, anche attraverso molti e molti laici, il cristianesimo sarà
portato in tutto il mondo allora conosciuto.
Anche da noi, nel nostro piccolo, è successo e succede un
po' così. Lo hanno costatato più volte i vescovi, considerando la diffusione
universale del Movimento e avendo visto nei loro paesi il deserto fiorire.
Lo Spirito convince del peccato...
Gesù ha detto che lo Spirito
Santo, «quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla
giustizia e al giudizio»(Gv 16, 8). Così è stato dopo la Pentecoste, quando
Pietro parlò e disse che Dio aveva costituito Signore e Cristo quel Gesù che
era stato crocifisso. I presenti «si sentirono allora trafiggere il cuore» e
chiesero cosa fare. Pietro li invitò a pentirsi ed a farsi battezzare per la
remissione dei loro peccati (cf. At 2, 36-38).
Il convincere di peccato, che è insieme un convincere circa
la remissione dei peccati perché Gesù è
venuto per salvare e non per condannare , è un altro effetto dello Spirito
Santo.
Effetto che si è sempre notato in ogni parte del mondo dove
vive il Movimento.
Dice l'enciclica Dominum et Vivificantem: «(Lo Spirito
Santo) divenendo luce dei cuori, cioè delle coscienze, convince del peccato,
ossia fa conoscere all'uomo il suo male e, nello stesso tempo, lo orienta verso
il bene» (n. 42).
E' questa un'opera dello Spirito Santo preziosissima ed
indispensabile specie oggi nel nostro
mondo secolarizzato, in cui non si vuole più credere al peccato, ci si convince
che non esiste, lo si dimentica , un'opera, un effetto della presenza dello
Spirito, che porta alla conversione.
Ma, se le conversioni sono opera dello Spirito Santo,
bisogna dire con gratitudine a Dio che lo Spirito Santo è molto presente nel
Movimento. Infatti, quando ci si chiede quali sono le opere tipiche del
Movimento, rispondiamo: anzitutto le conversioni, le moltissime conversioni.
Sono conversioni di persone lontane da Dio da 10, 15, 30,
anche 60 anni, o da sempre. E sono così grosse che i sacerdoti parlano spesso
di miracoli. E sono così tante che il Movimento non ha mai confessori
sufficienti per accoglierle.
Sono ricorrenti dovunque espressioni come queste:
«Sono rinato, dopo dieci anni che avevo lasciato la
Chiesa!».
«Qui si è spinti alla conversione e ad abbracciare
pienamente la fede cristiana». Così un non cristiano.
«Viene trasmessa la gioia dai cristiani ai non cristiani e
si costruisce la fede nel Dio di Gesù Cristo». Parole di una buddista coreana.
Un sacerdote che confessava ha affermato: «Ho visto quale
bomba sia questo carisma, per le trasformazioni operatesi nelle anime e persino
nel fisico: persone ormai liberate, riconciliate e pacificate interiormente».
... converte anche i
«buoni»
Ma non sono solo conversioni
di persone lontane o nel peccato. Sono anche conversioni di persone buone ma
col cuore di bambini evangelici, che lasciano operare Dio, per cui anche in
loro lo Spirito porta dei cambiamenti.
Ne è testimonianza l'esperienza di un vescovo che così si
esprime:
«Che cosa è capitato a me
quando ho fatto la conoscenza di questo Ideale? Mi sono sentito coinvolto con
tutta la mia esistenza. Era impossibile continuare a vivere la vita di prima,
anche se era stata una vita ordinata di cristiano e sacerdote. Mi sono sentito
spinto, fortemente, a fare subito e per sempre una scelta totalitaria.
Le verità, che conoscevo come cristiano e teologo, mi sono
apparse nuovissime e sono diventate vita, luce, fiamma. C'era una sicurezza in
esse diversa da quella che si appoggia unicamente su delle argomentazioni.
Ho ricevuto lì il marchio più forte e decisivo nella mia
vita che resta anche oggi (e cresce ancora), 32 anni dopo.
Anni prima avevo capito che il Regno di Dio indicato da Gesù
era un capovolgimento totale. Ora avevo quest'impressione: che lì, solo lì,
toccavo questa realtà, capivo che cosa il Regno di Dio significasse.
Avevo compreso che non solo la mia storia, ma quella di
molti sarebbe stata coinvolta da questo Ideale. Tutto poteva diventare nuovo:
la Chiesa, l'umanità».
Altro effetto dello Spirito
Santo, che viene molto in evidenza nel nostro Movimento, è quel diffuso anelito
alla santità, che prende adulti e giovanissimi. Sappiamo che sono circa
ottantamila i membri del Movimento decisamente impegnati nel Santo Viaggio come noi lo chiamiamo , cioè a fare della
vita un cammino verso la santità. «Lo Spirito divino, secondo la àibbia,
(infatti), non è solo luce che illumina, dando la conoscenza e suscitando la
profezia, ma anche forza che santifica»7. Il suo nome proprio è Spirito Santo.
Lo Spirito Santo ancora è apportatore di uno dei doni più
belli che Dio può fare ad un'anima: quello della maternità, o della paternità,
spirituali.
E qui posso dire che tutto il Movimento ne è una
dimostrazione: grandi e piccoli ne sono in diverso modo investiti.
Lo Spirito Santo ancora porta gioia ed è nota l'affermazione che la gioia è la
divisa dei focolarini , dona pace e luce.
E' così. Nel Movimento, grazie allo Spirito Santo, si è
illuminati: da Lui direttamente e dall'amore che Egli diffonde nei nostri
cuori, vivendo il quale si è nuovamente illuminati: «Chi mi ama sarà amato dal
Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui» (Gv 14, 21).
Lo Spirito Santo ancora
suscita vocazioni a tutte le branche dell'Opera e chiama in tutte le strade
della Chiesa.
Sono espressioni comuni e frequenti:
«Sento Dio che mi dice: Vieni e seguimi».
«Ho capito che Gesù mi chiede di lasciare tutto».
«In questa Mariapoli è iniziata una profonda rivoluzione in
me, un cambiamento radicale, e ho sentito che devo lasciare tutto per seguire
Gesù».
«Dopo quelle parole ho lasciato tutto quanto era mio: i miei
genitori, il mio fidanzato, la mia casa, il mio lavoro, per seguire Gesù».
«Questa scuola è stata bellissima. Gesù, attraverso ogni
cosa, mi parlava. Sento di scegliere Lui e basta. Voglio dirgli il mio sì
totale».
ben presenti sono poi nel
Movimento i doni dello Spirito Santo, secondo il testo di Isaia riguardante lo
«Spirito del Signore» (cf Is 11, 12), che la Chiesa ha sempre proposto.
«Il primo e più alto di tali doni dice Giovanni Paolo II è
la sapienza, la quale è una luce che si riceve dall'Alto (...). E' la radice di
una conoscenza permeata di carità, grazie alla quale l'anima acquista, per così
dire, dimestichezza con le cose divine e ne prova gusto»8.
Se tanta gente ha seguito e segue quest'Opera, è anche
perché è attratta da quanto vi si espone: da verità ammantate di bellezza e, se
pur note, sempre nuove e gustose. E' normale nel Movimento averne profonda sete
e sentir dire: «Dimmi cose belle»; «Ho ascoltato cose belle»; «Ho cose belle da
dirti». E ciò perché lo Spirito Santo
così viene da pensare ha fatto
qui largo dono della sapienza.
Dice un Padre della Chiesa che l'effusione dello Spirito
Santo causa l'esperienza profonda della bellezza della verità divina9.
Si verificano perciò in molte anime le parole della
Scrittura: «La preferii agli scettri ed ai troni, stimai un nulla la ricchezza
al suo confronto» (Sap 7, 8).
Poi il dono dell'intelletto, mediante il quale lo Spirito
Santo, «che come dice ancora il Santo
Padre scruta le profondità di Dio (1
Cor 2, 10), comunica al credente una scintilla di una tale capacità
penetrativa, aprendogli il cuore alla gioiosa percezione del disegno amoroso di
Dio»10.
E' per questo dono, ad esempio, che i focolarini
comprendono come si è detto l'altra
volta il senso della propria vita.
E' per questo dono, oltre che per quello della sapienza, che
in tutti questi anni si è colto via via il disegno di Dio sulla nostra Opera.
E' per esso che si parla e si scoprono i segni dei tempi
negli avvenimenti della storia umana. E' espressione, penso, di questo dono
l'obiettivo che il nostro Movimento si è posto: «per un mondo unito», che
riguarda una più decisa proiezione nel mondo civile, politico, sociale,
economico di oggi dell'ideale di Gesù: «Ut omnes unum sint» (Gv 17, 21).
Lo Spirito Santo ha donato
poi in larga misura al Movimento anche il dono del consiglio. E' prassi comune
dei suoi membri per la loro chiamata
speciale ad amare i fratelli seguire,
consigliare le persone e «coltivarle»
come noi diciamo con positivi
risultati, inspiegabili senza una
grazia particolare, per aiutarle nelle scelte morali, che la vita impone
quotidianamente, per sostenerle nel mettere in pratica la nostra spiritualità
evangelica, nel cammino verso la perfezione, o per illuminarle sulla loro
eventuale vocazione.
Anche il dono della fortezza
è presente e lo si è sperimentato sin dall'inizio. Infatti, se prima, pur
essendo fedeli cristiani, non si era capaci, ad esempio, di mantenere a lungo
il proposito di fare la volontà di Dio e non la nostra, poi si è notata una
trasformazione.
Entra con questa
spiritualità una forza nuova: forza che aiuta a superare tutte le difficoltà
della vita e che è palese in quei nostri fratelli, che devono prepararsi a
concludere l'esistenza terrena.
E ancora: il dono della scienza.
In tempi come i nostri, in cui per lo sviluppo delle scienze
si corre il rischio di assolutizzare e quasi divinizzare le cose fino a farne
lo scopo supremo della vita11, per il dono della scienza, invece, che è già
presente al primo impatto delle persone col Movimento, quando lo Spirito chiede
di mettere Dio al primo posto, si valutano in modo giusto le cose, nella loro
dipendenza e distanza dal Creatore.
La pietà poi è un dono,
vorrei dire, particolare dei membri dell'Opera, che sono chiamati sulla via
dell'amore. Per camminare in essa è necessario il dono della pietà, che toglie
al cuore ogni forma di durezza e fa acquisire quella mitezza che qualcuno
ritiene tipica dei focolarini.
Per l'amore del prossimo, poi, esercitato quotidianamente,
le persone conoscono e trovano, in fondo al loro cuore, Dio, in quei saggi di
unione con Lui, espressione del dono della pietà, che si sperimentano sin
dall'inizio della via spirituale.
E, infine, il timor di Dio.
Anche questo dono è presente. Si è consapevoli del male commesso e trepidanti
per ciò che si meriterebbe e non si vuole assolutamente offendere Dio, da cui
ci si sente così tanto amati. Si crede, però, con timore filiale alla Sua
misericordia e si ricomincia sempre da capo a vivere la nostra spiritualità.
Il «ricominciare sempre», caratteristico nel Movimento, dice
la coscienza della propria nullità e contemporaneamente la totale fiducia in
Dio.
Così per questa volta.
Resta e lo faremo in altra
circostanza da dire come lo Spirito
Santo abbia a che fare non solo con la spiritualità del Movimento, ma con
l'Opera di Maria nel suo insieme e nella sua struttura; come lo Spirito in Gesù
non Lo ha spinto solo a dire parole di vita e a far miracoli, ma anche a
edificare la Chiesa, così lo Spirito qui è stato il primo artefice della nostra
Opera.
Chiara Lubich