Il messaggio sorprendente di un malato terminale di Aids

 

 

«Ogni giorno vivo un po' più in cielo»

 

 

a cura di Hubertus Blaumeiser

 

Abbandonato ormai dalla famiglia, dopo una vita tanto breve quanto disastrata, Oliver G., un giovane tedesco, trova la fede e viene battezzato pochi giorni prima di morire. Avvolto nella notte dell'estrema sofferenza, vede più lontano, e questo lo spinge ad esprimere con massima libertà e con lucidità sorprendente la gioia di possedere una Vita che non tramonta. E' quanto traspare da questo scambio di lettere.

 

La domenica del 7  aprile 1991 Johannes F., impegnato nel volontariato per l'assistenza ai malati di Aids, scrive a un sacerdote suo amico:

 

Carissimo Hans,

 

ti scrivo questa lettera dall'ospedale, dove da alcune ore sto con Oliver che si è per qualche momento addormentato. Secondo il giudizio dei medici il suo soggiorno terreno sta volgendo al termine. Arrivando qui in clinica, tempo addietro, Oliver si è imbattuto in una copia della Bibbia. Per lui era un libro sconosciuto. Leggendolo ha trovato il brano del buon ladrone, dove Gesù dice: «Oggi sarai con me in paradiso». E' nato allora in lui il desiderio di poter dialogare con qualcuno sulla religione. Ed è per questo che, da qualche tempo, vengo ogni sera per alcune ore qui in ospedale.

Per stasera è previsto il battesimo di Oliver, in presenza di alcuni amici. Io sarò il suo padrino. E giacché Oliver non può più lasciare il letto, domani sera celebreremo nella sua stanza una santa Messa durante la quale per la prima volta riceverà la comunione.

 

Oggi ho parlato con Oliver dell'ideale dell'unità, di Chiara Lubich e delle prime focolarine, dell'inizio del Movimento dei focolari durante la guerra, del mio incontro con questo ideale e della mia prima mariapoli.

 

Prima di addormentarsi, Oliver mi ha detto: «La mariapoli è quindi quella grande riunione di persone con Gesù in mezzo che io non conoscerò più quaggiù. Ma se il Movimento è nato tanto tempo fa, senz'altro anche in cielo ci sarà già una mariapoli. E' con ansia che l'attendo!».

Mentre passano i minuti, cresce in noi la gioia per l'approssimarsi del battesimo. Assieme ad Oliver, che da quel momento si chiamerà Oliver-Johannes, rinnoverò la mia professione di fede. Da mercoledì in poi avrò vacanze. Se Oliver sarà ancora in vita mi trasferirò in ospedale come usano fare i volontari che assistono i malati di Aids quando giunge per loro il momento della morte.

 

Oliver mi ha chiesto di salutarti di cuore. Quando tra poco aprirà gli occhi, chiederà per prima cosa: «Come stai, Johannes?».

 

Intanto è arrivato un amico con un grande cero pasquale per la celebrazione del battesimo. Andremo prima a prendere un caffè, e poi addobberemo la stanza di fiori e di palloncini colorati, perché oggi per Oliver è la Pasqua.

Ti saluto di cuore, tuo Johannes

 

Padre Hans si è sentito spinto da questa lettera a prendere a sua volta contatto con Oliver. Ecco quanto gli ha scritto il 9 aprile:

 

Carissimo Oliver,

 

quanto sono felice di quello che Johannes mi ha raccontato di te. E quindi ora sei battezzato! Ma già prima del battesimo hai pregato il Padre nostro: che stupendo avere un Padre che ci vuole un bene immenso e che attende il momento di poterci accogliere con un abbraccio!

Ed io ora ho un nuovo fratello di nome Oliver. E tu hai in me un fratello di nome Hans. E giacché sono già nel 790° anno di vita, non durerò quaggiù per molto tempo e presto, lassù, potremo scambiarci con gioia un abbraccio. Carissimo Oliver, ti auguro di vivere sin d'ora in maniera tale con Gesù, con Gesù nel tuo cuore e con Gesù in mezzo a noi, da trovarti quasi già in cielo. Allora il passaggio, nel momento della cosiddetta morte, non sarà poi così difficile. E quando arriverai lassù, salutami Gesù e sua Madre. Essi mi conoscono senz'altro perché più di una volta ho dato loro delle preoccupazioni e, forse, qua e là anche qualche gioia. Nella gioiosa attesa di poterci conoscere presto,

il tuo nuovo amico e fratello Hans

 

La risposta di Oliver giunge tramite Johannes che scrive a padre Hans il 10 aprile:

 

Carissimo Hans,

 

oggi pomeriggio mi sono trasferito da Oliver e così gli ho potuto portare subito la tua lettera. E' stato felicissimo. «A questa lettera vorrei rispondere ancora oggi», mi ha sussurrato prima che si addormentasse per la stanchezza. Ormai non si può quasi più muovere, non assorbe più il cibo e viene alimentato per via artificiale. Da tre a quattro volte al giorno gli si applica un aiuto alla respirazione e solo a fatica riesce a dire con un filo di voce qualche frase. Una crescente infezione agli occhi fa sì che egli percepisca solo vagamente i suoi dintorni.

 

Tra poco gli presterò il mio orecchio e la mia mano per rispondere alla tua lettera; mi accosterò il più possibile a lui, con un grande libro sulle ginocchia sul quale sarà appoggiato il foglio. «Ma vorrei essere io stesso a firmare!», mi ha detto prima. Non riesco ad immaginare come. Ma penso che questo tentativo che gli richiederà uno sforzo estremo sarà come il sigillo del suo ringraziamento.

 

Quando Oliver-Johannes parla, la mia anima si inginocchia perché ogni parola è sapienza colata, frutto del suo sposalizio totale col suo «amore più grande», come l'ha chiamato ieri sera.

 

Oggi pomeriggio volevano venire a trovarlo alcuni amici ma, dopo che gli avevo letto la tua lettera, Oliver-Johannes mi ha chiesto di telefonare a loro per spostare questo incontro a domani. «Sarebbe troppo fare ambedue le cose», mi ha detto, e ovviamente ciò che gli sta più a cuore in questo momento è rispondere a te.

 

Interrompo e prendo un altro foglio: Oliver-Johannes vuole parlare!...

 

Carissimo Hans,

 

ho già sentito parlare di te; di te e di tutti gli altri; della vita nella mariapoli! Per la prima volta nella mia vita ho ascoltato, ho veramente ascoltato un altro, una persona; e allora Gesù è venuto da me! Vorrei aver saputo ascoltare così già prima, ma Johannes mi ha detto che non è mai troppo tardi se pensiamo alla vita eterna.

 

A me tocca prepararmi alla mariapoli in cielo. Pensando ad essa, mi sento un privilegiato. Sono certo che mi comprendi! Aver potuto iniziare ancora qui la «nuova vita» è una grande grazia; da allora non sento alcuna paura. Il mio padrino è qui accanto a me ed è come una garanzia della vita eterna.

 

Alle volte sto malissimo; allora penso al venerdì santo. Per me coincidono il sorriso e il pianto di Gesù. Egli è pienamente presente in ambedue, in ambedue egli è la bellezza assoluta, perché egli è Amore.

 

Ti auguro, Hans, che un giorno, quando arriverà la tua ultima ora, ci sia accanto a te qualcuno come il mio padrino. La mia unica preoccupazione è che anche Johannes muoia quando io morirb. Egli sopravvaluta continuamente le sue forze; ammoniscilo, ti prego, da fratello a fratello!

 

Il giorno del mio battesimo, qui nella stanza, si è formato un circolo che vuole conoscere la Bibbia. Ne sono stato felicissimo. Vero che tu mi comprendi? Si tratta di persone che, come me, non sapevano nulla di Gesù. Sono felice al pensiero che alcuni amici miei possano imbattersi in Gesù come me e che possano cambiare vita e sperimentare la vera felicità. So che la loro felicità è solo apparente, come era apparente la mia. Un'illusione, solo illusione! Ma non è mai troppo tardi.

 

Prego molto per gli altri malati qui. Augurerei loro di essere, al momento della fine della loro vita, privilegiati come me. Molti muoiono senza alcun rapporto con Gesù e questo mi rende triste. Ma ecco che Johannes mi dice che questo non è vero. Cancelliamo quindi questo pensiero. In effetti la nostra fede e i nostri sforzi varrebbero nulla, se Dio non fosse amore; un amore che non esclude niente e nessuno! Egli porta tutti, veramente tutti a buon fine!

 

 

 

«Ho cominciato a vivere

appena da tre settimane»

 

Vorrei dirti ancora con quale gioia attendo il cielo. Sì, è indicibile la gioia! Senza più dolori, senza più vomiti. Ma adesso vivo il venerdì santo. Questo è ora il mio compito. Johannes dice che questa è la grazia del purgatorio nel quale la mia anima diventa oro colato. Egli sa trovare sempre delle immagini così azzeccate. Ma egli mi conosce ed egli sa che il mio venerdì santo è più che il mio purgatorio. Esso è la grazia di comprendere il mistero di Gesù abbandonato in croce. Sto vivendo questo mistero col pensiero che esso è la porta alla Pasqua eterna. Ho l'impressione di non aver mai vissuto diversamente. Eppure non è vero. Ma ciò che era prima è talmente lontano che non ha più alcun significato per me. In fondo la mia vita è iniziata appena da tre settimane!

Già la prima sera con Johannes, ho compreso tutto. Da allora, per la verità, vivo in cielo. Ogni giorno un po' di più. E così non ho paura della morte perché con un piede sono già nel nuovo mondo. Immagino che sia così per tutti i cristiani, così almeno sembra essere di Johannes: egli è qui, ma è anche già là con me, dai fratelli nella mariapoli celeste. E' così bella la parola «fratelli»; l'ho conosciuta soltanto adesso.

 

Carissimo Hans, vorrei dirti ancora varie altre cose, ma sono certo che avremo ancora molto tempo da trascorrere insieme. Forse domani ti sarò già più vicino di oggi, così vicino come lo sono a Johannes, così vicino come lo sono a Gesù in croce.

 

Ricordati di tanto in tanto di me, affinché di «là» possiamo riconoscerci più facilmente! Anch'io ti ricorderb.

 

Il mio ultimo desiderio è questo: prendetevi cura di Johannes. Lo ha meritato.

 

Carissimo Hans, Johannes mi dice di abbracciarti con la mia anima. E' quello che ora faccio ed aggiungo soltanto: sono unitissimo con te e con tutti i fratelli di là,

 

tuo e vostro,

Oliver-Johannes (firma autografa)

 

Johannes completa la sua lettera ancora quella stessa sera, quando Oliver è partito ormai per l'altra vita.

 

Carissimo Hans,

 

alle 21,30 Oliver-Johannes è partito per la mariapoli del cielo. La sua lettera per te è stata scritta quasi di getto. Erano davvero le sue ultime parole. Subito dopo si è addormentato e si è risvegliato nell'altra vita. Oggi è due volte la sua festa, perché ha compiuto 23 anni e contemporaneamente ha iniziato di là la sua nuova vita. Era nostra intenzione, con i membri del gruppo biblico, festeggiare il suo compleanno. Uno di loro ha proposto di iniziare subito qui, attorno al letto di Oliver-Johannes, ad approfondire insieme la Bibbia. E' quello che ora faremo.

 

Di tutto cuore, tuo Johannes

 

a cura di Hubertus Blaumeiser