L'incontro
con una donna ebrea
raccontato da un sacerdote statunitense
Avevo
incontrato una giovane donna ebrea con la quale ebbi una bellissima
conversazione circa il legame profondo tra giudaismo e cristianesimo. Alcuni
mesi dopo trovai l'occasione di inviarle un segno della mia gratitudine una
piccola pietra che mi ero portato dall'ultima visita in Israele , ben sapendo
in quale misura la terra rappresenti l'eredità di Israele. Le scrissi: Sono
stato contento della nostra breve conversazione, e vorrei donarLe, nello
spirito di 2 Re 5, 17, (che racconta come Naaman portava con sé un carico della
Terra d'Israele) un pezzo della Terra che riportai con me l'anno scorso. Quando
si è molto lontani, l'avere almeno questo legame concreto con la Terra ha un
significato speciale.
Non
mi aspettavo questa sua risposta: Ciò che è fatto in unità vale più di ogni
altra cosa. Nella Sua lettera lei dice che, mandandomi la pietra, mi dona un
pezzo della Terra nello spirito di 2 Re 5, 17. Bene, io voglio contraccambiarla
comunicandole che 2 Re 5, 17 rientrava nell'Haftarah (il passo dei
profeti letto ogni sabato nella Sinagoga) proprio sabato scorso. E, come
accade, è stato proprio di questo pasuk (versetto) che il rabbino ha
parlato! Perciò ho accolto il Suo dono con gioia particolare.
E.S.