Guerra, pace, dialogo

 

 

L'ultima parte della conversazione del card. Arinze sul dialogo interreligioso mi ha richiamato alla memoria una pagina delle Pseudo-Clementine (Recognitiones, II) che riporta il primo dialogo pubblico tra Pietro e Simon Mago.

Al di là dei problemi di critica storico-letteraria e di datazione, non c'è dubbio che essa rifletta veridicamente il confronto tra due movimenti religiosi del tempo, il cristianesimo ortodosso e una setta giudaica, con posizioni assai distanti.

Può essere utile mettere in evidenza quali condizioni poneva la prima Chiesa da parte sua per dialogare, come pure l'analogia tuttora esistente tra non-dialogo civile (guerra) e non dialogo religioso, di recentissima attualità per le vicende del Golfo Persico che hanno prodotto migliaia di morti e pericolose contrapposizioni.

Prima di presentarsi al confronto Pietro fa questa preghiera: Fratelli, preghiamo perché Dio, attraverso il suo Cristo e per la sua ineffabile misericordia, mi aiuti, dato che mi espongo per la salvezza degli uomini da Lui tutti creati.

Nel suo saluto introduttivo al curioso pubblico augura a tutti la pace considerandoli, senza pregiudizi, amanti della verità: La pace sia con tutti voi, che siete disposti a favorire la verità; poiché chiunque la serve, in qualche modo già rende grazie a Dio.

Afferma poi che la prima cosa da cercare è la giustizia, poiché chi la cerca si trova già sulla strada della verità. Il Verbo, del resto, è con noi tutti i giorni, e quando è necessario si rende presente, pronto a correggerci se la discussione avviene nella pazienza e nella pace; ed è perciò che nel mio saluto ho pregato che la pace sia in tutti.

Nel suo primo intervento Simon Mago si ponte agli antipodi di Pietro: Noi non abbiamo bisogno della tua pace! Se stiamo in pace, senza litigare, non faremo un passo avanti verso la verità. Anche i ladri, fra loro, possono essere in pace... Perciò non invocare la pace ma la guerra, che ne è madre... Voglio che tu sappia una cosa, che quando due stanno lottando la pace arriverà soltanto quando uno dei due sarà schiacciato. E allora metticela tutta nel combattere e non cercare pace senza fare guerra, perché è impossibile. O, se è possibile, fammi sapere come.

Pietro gli spiega che non intende affatto, quando parla di pace, che si dia il proprio assenso a un errore, ma soltanto che si cerchi assieme la verità con calma e con garbo, perché quando si litiga non è possibile vedere dove sta; ma dobbiamo anche capire che se uno viene vinto dalla verità, non è lui a essere vinto bensì l'ignoranza che è in lui... La nostra intenzione è di essere di qualche utilità a chi ascolta: non vincere malamente, ma comportarci bene per conoscere la verità, e che se lo scopo è questo, allora anche nel caso che venga espressa male o in modo incompleto a causa della nostra fragilità, Dio grazie alla sua ineffabile bontà, la completerà silenziosamente nelle orecchie di chi ascolta... Insomma, la via di Dio è la via della pace!.

Simone lo interrompe bruscamente: Sei proprio un ignorante, tant'è vero che dici l'opposto del tuo Maestro quando presenti la pace... Se è giusto per te chiedere la pace ai tuoi uditori, allora ha sbagliato il tuo Maestro a dire: non sono venuto a portare la pace sulla terra, ma la spada. O hai ragione tu, e allora il tuo Maestro ha torto, oppure ha ragione lui e tu hai torto marcio perché non ti sei neppure reso conto che dici il contrario di colui del quale ti professi discepolo.

Pietro risponde con calma che forse è lui a non capire il senso del vangelo, poiché dimentica che Gesù ha anche detto: Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio, così come ha pure detto beati i poveri, beati i puri... La pace ce l'hanno insomma in se stessi e tra loro quelli che vivono le beatitudini come Gesù ha insegnato; chi non le vive, invece, non può essere che schiavo della cupidigia, ed è allora la stessa verità a fargli guerra. E' la verità, in effetti, la spada che divide il figlio dal padre, il marito dalla moglie. A noi, in conclusione, il Maestro ha comandato, mandandoci a predicare, di dire prima di tutto pace a questa casa....

Simone: Smettila di tirare in ballo continuamente la pace.

Pietro: Come mai ti dà fastidio sentire spesso la parola pace? non sai che la perfezione della Legge è la pace? E' dai peccati che nascono le guerre! Quando non si ha peccato, l'anima possiede la pace; e quando c'è la pace, nelle discussioni si trova la verità e nell'operare si è giusti.

Pietro non ha paura del dialogo, né è possibile che arrivi a compromessi o che scivoli nell'errore perché sa di essere mandato, e uno che è mandato non ha il diritto di dire qualcosa a nome proprio o di suo... ma deve unicamente far conoscere la volontà di chi l'ha mandato.

Il dialogo è dunque possibile, a certe condizioni.

 

S. C.