Una
delegazione russa
a Salzgitter (Germania)
Sempre
più frequenti si fanno i nostri contatti con gli abitanti dei paesi dell'est
europeo. Alcuni di loro hanno conservato eroicamente la loro fede nella lunga e
dura persecuzione, altri sono convinti dell'ateismo in cui sono stati educati.
Gli uni e gli altri a contatto con l'occidente si lasciano abbagliare
facilmente dal luccichio del consumismo, anche se non mancano quelli che sanno
sviluppare un certo senso critico verso il nostro stile di vita. Ma cosa
succede quando vengono a contatto con comunità cristiane dove la libertà è
tradotta in servizio e i beni, anche quelli materiali, servono alla comunione? Ecco una piccola, ma significativa esperienza al
riguardo. Ce la racconta don Herman Spicker che l'ha vissuta in prima persona
insieme a don Martin Tenge e Joseph Diem, tre sacerdoti che vivono e lavorano
in una parrocchia cattolica della città di Salzgitter in Germania.
La
nostra città, Salzigitter, è gemellata con un'altra più grande situata a 700 Km
a sud di Mosca. All'inizio dell'agosto scorso una delegazione russa è stata
ricevuta ufficialmente dalla nostra amministrazione comunale. Siccome tra i
delegati c'era anche un sacerdote ortodosso ci hanno chiesto di fare un
programma adatto per lui, magari facendogli conoscere l'ospedale cattolico e
qualche altra istituzione sociale della Chiesa. Vedendo le cose insieme abbiamo
creduto meglio metterlo a contatto diretto con la nostra vita di comunione,
anche perché avevamo saputo che egli aveva un'impressione un po' negativa sulla
cristianità occidentale.
Lo
abbiamo invitato a casa nostra e qui egli ha trovato anche un gruppo dei nostri
giovani impegnati nel vivere il vangelo. Trovandosi in mezzo a noi e notando la
libertà e la semplicità dei rapporti tra sacerdoti e laici, egli ne è rimasto
molto sorpreso e si è sentito subito a suo agio. Ad un certo punto ha voluto
porci due domande. Nella prima desiderava sapere quale rapporto abbiamo noi coi
santi. Nel mondo religioso ortodosso, come si sa, la figura dei santi è di
grande importanza. Abbiamo risposto che noi ammiriamo nei santi i nostri
fratelli maggiori che con il loro esempio ci spronano a vivere con radicalità
la volontà di Dio, ma che il nostro impegno è soprattutto quello di amarci l'un
l'altro in modo che Gesù, il Santo, sia sempre in mezzo a noi, come egli stesso
ha promesso nel vangelo a coloro che sono uniti nel suo nome.
La
seconda domanda era se noi abbiamo un programma ascetico per raggiungere la
santità. E qui abbiamo detto che, cercando di vivere l'amore mutuo, siamo
spinti a saper perdere continuamente la nostra volontà per farci uno con
l'altro e quindi ad entrare in una continua ascesi, molto impegnativa ma anche
alla portata di tutti. Egli, dopo aver ascoltato con molta attenzione, ha
riflettuto un po' e poi ha concluso: Qui c'è una sapienza enorme, qui opera lo
Spirito Santo!.
Visitando
le stanze della nostra casa, spesso esclamava: Che bello! Che armonia!. Alla
fine però, forse ricordando la severità delle loro abitazioni, ha chiesto una
spiegazione, non riuscendo a capire come tutto questo potesse andare d'accodo
con lo spirito di povertà. Gli abbiamo detto che una grande personalità
cattolica contemporanea, Chiara Lubich, ci ha insegnato che nelle nostre case
non ci deve essere niente di superfluo, ma tutto deve essere in armonia con
l'ambiente in cui viviamo e deve parlare della bellezza di Dio. E' molto giusto!,
ha commentato con un certo stupore.
Ha
voluto sapere anche come fare per mettere su un gruppo di giovani come i nostri
impegnati nel vivere il vangelo, vedendo nella nostra esperienza qualcosa che
può aprire una strada nuova per la gioventù del suo paese.
Lo
abbiamo invitato poi ad assistere alla celebrazione eucaristica della domenica
seguente, dove avrebbe potuto incontrare non solo i giovani, ma tutta la
comunità parrocchiale. Ha accettato volentieri.
Alla
domenica aspettavamo lui solo, perché il resto della delegazione aveva un altro
programma, una festa preparata dal sindaco e dai consiglieri comunali, ma con
nostra sorpresa ci siamo visti arrivare la delegazione russa al completo, pur
sapendo che in mezzo a loro c'erano parecchi che si dichiaravano apertamente
atei. Si vede che il 'pope' precedentemente aveva raccontato con tale
entusiasmo il suo incontro con noi da invogliare tutti a conoscere la comunità
parrocchiale.
Durante
la liturgia le traduttrici, seguite con molta attenzione, hanno tradotto tutto,
parola per parola. Alla fine il capo della delegazione ha detto: Non avrei mai
immaginato che un rito religioso potesse essere così bello.
Il
giorno seguente il sindaco della città ci ha telefonato per sapere cosa fosse
accaduto con i russi dal momento che non si erano presentati in caffetteria
dove egli e i consiglieri comunali li avevano invitati per una festa. Abbiamo
raccontato come erano andate le cose: i russi, liberamente e a nostra insaputa,
avevano fatto la loro scelta.
Hermann Spicker