Nella
Cecoslovacchia, un'esperienza di evangelizzazione quasi involontaria,
con frutti straordinari
di
Mirek Simácek
Príchovice è un piccolo paese in Cecoslovacchia. Ma fra i giovani si è fatto un nome. Solo a pensarci il loro volto si illumina. E' un luogo dove in molti hanno trovato un nuovo rapporto con Dio e scoperto un ideale che ha dato alla loro vita un indirizzo diverso: la spiritualità dell'unità. Tutto è nato dallo spostamento forzato di un giovane sacerdote da parte del regime. Un'esperienza che ha molto da dire quanto alla nuova evangelizzazione. Che tutto sia molto più semplice ed insieme più profondo di quanto spesso pensiamo?
Anche
a me, come a tanti, 11 anni fa arrivò il gentile invito di trasferimento in
un villaggio di montagna al confine con la Polonia. Capii subito: la mia
pastorale era stata un po' troppo fiorente e allora, da parte del potere
politico, mi arrivava la punizione. Abituato com'ero a prendere ogni
avvenimento dalle mani di Dio, non feci fatica a rispondere prontamente con un
altro sì. Sapevo inoltre che questa nuova pagina della mia storia la scrivevo
assieme ad altri sacerdoti con i quali da anni vivevo l'avventura dell'unità.
Tutto
era iniziato una decina di anni prima. Mi trovai, infatti, coinvolto in un
gruppo di giovani che rappresentò per me la scoperta di Dio come Amore. Gli inizi
della vita del nostro gruppo si svolgevano intorno ad una chiesetta dedicata a
Maria Desolata. Eravamo ragazzi e non capivamo ancora l'avventura divina che ci
trovavamo a vivere e nella quale eravamo guidati dalla Madonna.
Dopo
qualche anno molti di noi conobbero il Movimento dei focolari e rimanemmo
incantati dalla sua spiritualità alla quale ci sembrava che quella nostra
esperienza precedente ci avesse preparato. Era come se un piccolo torrente
d'acqua si unisse ad un grande fiume. E' seguito per noi tutti un periodo
meraviglioso, nel quale ci pareva di toccare il Paradiso. Oggi, dopo i recenti
rivolgimenti, qualcuno di noi si trova impegnato ad alto livello nella vita
politica e sociale del nostro Paese, ma ciò non ostacola che si continui a
vivere secondo il vangelo che tanto ci attrasse e affascinò. Quanto a me, presi
un'altra strada: quella del sacerdozio.
E'
ben nota la particolare situazione politica che fece da contorno a tutto
questo: persecuzione, terrorizzazione aperta e nascosta, oppressione da parte
della polizia segreta, spostamento di preti attivi, ateizzazione della società
fatta con ogni mezzo nelle scuole, sulla stampa, nei mezzi di comunicazione.
Questa è stata anche la cornice dell'esperienza nuova che si è aperta per me 11
anni fa con quel trasferimento forzato a Príchovice.
Pensando
ora agli anni trascorsi qui e agli avvenimenti di cui sono stato testimone, il
gentile invito del potere politico si è rivelato per davvero come parte di un
disegno di Dio. Non basterebbe un libro intero per raccontare tutta la mia
esperienza che testimonia la forza e la bellezza di una spiritualità come
quella dell'unità nelle condizioni del nostro paese. Cercherò di scegliere solo
alcuni degli innumerevoli fatti.
Partendo
per la mia nuova destinazione un mio confratello mi disse: Vai ad amare tutte
le persone. Questo fu ed è ancora l'essenziale su cui ho sempre puntato.
L'inizio
di tutto: una nuova scelta
di Gesù abbandonato in croce
All'inizio
non fu facile, anche perché la situazione religiosa della regione non induceva
a chissà quali azioni pastorali. Per esempio, il primo giovedì santo gli unici
presenti alla liturgia eravamo io e l'organista. Può sembrare strano, ma per me
fu una fortuna. Nell'adorazione che feci quel giorno mi si stagliò bene nell'anima
la figura di Gesù abbandonato in croce. Lì Lui era stato sacerdote e vittima.
Quella volta compresi qualcosa di più del suo mistero e Lo sentii vicino a me
come mai prima. Fu una sfida per me, che mi portò a una decisione precisa.
Quell'attimo, quella nuova scelta di conformarmi in tutto a Lui, li vedo come
l'inizio di tutto quello che sarebbe seguito.
Cercavo
di costruire la comunità e di creare fra tutti uno spirito di famiglia
accogliendo con amore ogni persona che incontravo. In un primo periodo, gli
unici che venivano a trovarmi per qualche giorno o ora erano persone dei posti
in cui avevo lavorato in precedenza e gli amici del gruppo di giovani nel quale
ero cresciuto. In seguito a queste visite, con mia grande meraviglia, un numero
crescente di giovani incominciarono a ruotare intorno alla fatiscente casa in
cui abitavo: dapprima nelle vacanze e durante i week-end, poi anche
durante la settimana.
La
nostra vita cominciava allora ad avere un suo ritmo: ogni giorno, dopo la prima
colazione comune, si faceva una meditazione incentrata in genere in una Parola
di vita che prendevamo come motto per il giorno, per esser così formati dal
vangelo ed acquisire la mentalità di Gesù. Poi, secondo la situazione,
realizzavamo vari programmi: temi spirituali, incontri per gruppi, escursioni
nei boschi, sport, lavori necessari per la casa...
Bisogna
non dimenticare che la situazione era tale che in ogni attimo la polizia poteva
intervenire e i giovani di conseguenza potevano incorrere in gravi difficoltà
nel lavoro, essere espulsi dalla scuola, andare incontro a problemi in famiglia
perché i loro genitori non erano credenti. Ma nonostante questo i giovani
continuavano ad accorrere sempre più numerosi.
Una
fioritura di conversioni e vocazioni
Il
nostro primo capodanno ci portò un bellissimo frutto: la decisione di un
ragazzo per il sacerdozio maturata dopo un lungo tempo di riflessione. Inoltre
erano sempre più frequenti le conversioni. Lada, per esempio, era venuto da noi
per qualche giorno. Non sapevo che fosse ateo, tanto che non ci facemmo
problemi di nessun genere. Ed anche quando lo sapemmo decidemmo di continuare
tutto come prima: pregare, accogliere chi veniva, cucinare... Da pochi giorni,
Lada prolungò la permanenza fra noi a due settimane. Una sera anche lui formulò
spontaneamente qualche preghiera e alla fine chiese il battesimo.
Situazioni
simili incominciarono a ripetersi e divenne una cosa quasi normale. Succedeva
che durante un week-end tre o quattro persone mi dicevano d'aver trovato
la fede, di voler conoscere Dio e prepararsi al battesimo.
Col
tempo, tanti e tanti hanno trovato in questo semplice modo di vivere ciò che
hanno sempre cercato e si sono aperti a un cammino nuovo. Lo testimoniano le
impressioni schiette che ci hanno lasciato al momento dell'addio: Sto cercando
la verità e voi mi avete aiutato a trovare la via. Voglio ritornare in questo
posto. Era la prima volta che stavo qui e sono stato affascinato dalla
sincerità e dall'amore cristiano. Questo mi da nuova forza per la mia vita
futura.
Evangelizzare
o lasciar evangelizzare?
Davanti
a questi fatti verificatisi a decine e centinaia non ho mai pensato che la mia
bravura o le mie capacità organizzative potessero essere la causa di questi
frutti. Sin dall'inizio ero sempre conscio che solo Gesù, Gesù fra noi, poteva
operare tali miracoli di trasformazione. Il nostro segreto era l'amore
scambievole, quell'amore che attira la presenza del Risorto. Lui fra noi era il
vero Evangelizzatore. I fatti di cui siamo stati testimoni ci hanno convinti
che da nessuno come da Lui ci possiamo aspettare quella nuova evangelizzazione
in cui tutti speriamo.
E'
stupendo constatare come molti, anche i più piccoli, abbiano saputo cogliere,
attraverso questa esperienza, la presenza di Dio nella loro vita. Grazie per il
vostro amore ci hanno scritto due ragazze . Dio è Amore e qui fra voi abbiamo
potuto un po' sentire cosa sia il Paradiso. E un'altra ragazza, dopo alcuni
giorni passati con noi: Sono felicissima di questa sempre più profonda conoscenza
di Gesù. Sento di potergli dare tutto, anche se mi sembra difficile. Lui però è
venuto a trovarmi, è venuto come Amore, come Sole; Dio Amore ha illuminato
tutta la mia vita.
A
partire da questa esperienza fondamentale i giovani comprendono poi le più
profonde verità del vangelo e penetrano con la loro vita nel mistero pasquale.
Capiscono, perché lo sperimentano, che morire a se stessi per amore e per
l'unità significa incontrarsi con il Risorto. Centinaia e migliaia di giovani
hanno potuto fare qui la loro prima esperienza di questo tipo.
Un'altra
esperienza caratteristica è la nuova comprensione di Maria: man mano i giovani
scoprono che, per lasciar splendere Cristo sul nostro nulla, bisogna essere
come Maria. Non meraviglia allora che tanti dei nostri giovani abbiano sentito
lo stimolo a giocarsi la loro vita per stabilire e testimoniare, attraverso
l'attuazione radicale del comandamento nuovo, questa sua presenza, come
focolarini, gen, seminaristi.
Per
me questi anni sono stati un andare di stupore in stupore. Ricordo un fatto
particolare. Alcuni anni fa, ancora in tempi molto duri, nella nostra casa
parrocchiale durante le vacanze, c'erano 140 persone. Volevano restare una
settimana intera. Vivevamo in condizioni difficili, i giovani dormivano per
terra i ragazzi nel solaio, le ragazze nelle stanze. Si costruiva insieme la
famiglia, e ogni giorno il clima era sempre più bello. Era quasi un miracolo
inconcepibile: quest'aria e la protezione di cui godeva tutta questa vita. In
quei tempi spesso la presenza di giovani in qualche casa parrocchiale o vicino
ad un prete bastava per far intervenire la polizia. Ora, nel nostro caso, i
gruppi di giovani venivano, se ne andavano, passavano per il villaggio, ma non
succedeva niente. Ero consapevole che questo non era normale, ma anche la
stanchezza e la paura si facevano sentire. Era una domenica mattina e mi recavo
in un altro villagio per celebrare l'eucaristia quando in macchina mi viene da
chiedere la protezione della Madonna e per esserne sicuro le chiedo anche un
segno. All'uscita dalla chiesa, al termine della messa, si avvicina una
ragazzina che voleva salutarmi e mi da un regalino. Apro subito il pacchetto,
per farla contenta, e dentro vi scorgo un'immagine di Maria. Non ti
preoccupare, io sono con voi è la frase che nasce in me e che sento come una
benedizione e particolare protezione della Madonna per quei giovani.
Questo
modo di vivere con i giovani ha richiamato a Príchovice anche altri sacerdoti
che sono sempre rimasti molto toccati. Alcuni di loro si sono fermati per
qualche giorno e si sono sentiti incoraggiati ad avviare esperienze simili,
senza aver paura di mettere a disposizione la propria abitazione, dando fiducia
ai giovani e stabilendo con loro un rapporto di famiglia basato sull'amore reciproco.
Ritorni
dall'ateismo e dalle sette
Negli
ultimi mesi nel nostro Paese molte cose sono cambiate. Ma anche nelle nuove
circostanze quest'esperienza continua ed ha anzi avuto un ulteriore incremento.
Durante la Pasqua del '90 abbiamo ospitato circa 350 giovani. In estate, poi,
per le vacanze abbiamo fatto dei turni settimanali e sono venuti più di 1400
giovani di tutta la Cecoslovacchia. Come sempre, i frutti sono stati
sbalorditivi. Sono tornati alla Chiesa molti giovani, fra i quali uno della setta
Hare Krishna e uno dei Testimoni di Geova. A portar avanti tutto è ormai un
vero e proprio team composto da giovani compreso qualche seminarista e adulti,
tutti appartenenti al Movimento dei focolari. Grazie a questa collaborazione il
programma ha potuto prevedere anche molti temi formativi: sull'ecologia, sul
matrimonio, sul ruolo dei genitori, sull'alcolismo e sulla droga. Una mezza
giornata di ogni settimana era poi
dedicata al tema sul rapporto fra ragazze e ragazzi. I giovani in gran parte
hanno accettato con gioia e compreso il piano di Dio su questo argomento, molto
impegnativo ma bello.
E
così la nostra vita continua con presenze giornaliere anche di 100-150 persone.
Con il permesso e il desiderio del vescovo ora si tratta di ricostruire ed allargare
l'edificio della casa parrocchiale e creare un Centro per la gioventù che
continua a venire e sempre più numerosa. Nella nostra vita semplice e mariana i
giovani sperimentano un'azione fortissima dello Spirito Santo. Riscoprono la
gioia e la pace e trovano una luce che trasforma la loro vita. Tutti capiscono
un'idea sintetica e geniale che Chiara Lubich ha espresso in queste parole:
L'anima deve guardare l'unico Padre di molti figli e guardare tutte le creature
come figli di un unico Padre... deve tendere alla fratellanza universale
nell'unico Padre, Dio. Migliaia di giovani a Príchovice ne hanno fatto
l'esperienza e vi hanno creduto, a conferma della verità di un'altra intuizione
di Chiara: Se tutte le persone, oppure solo un piccolo gruppo, fossero dei veri
servi di Dio nel prossimo, il mondo presto sarebbe di Cristo.
Mirek Simácek