Evangelizzazione all'insegna del comandamento nuovo

 

 

Dio in mezzo al suo popolo
la metodologia delle Mariapoli

 

di Christian Hennecke

 

 

Come operare una nuova evangelizzazione in una società post-cristiana che sembra incapace di percepire la novità del messaggio di Cristo per l'uomo d'oggi? Mentre metodi a volte secolari e molto efficienti nel passato non incidono più in un mondo soffocato dalle offerte di uno pseudoparadiso consumista, la fantasia dello Spirito trova sempre nuove vie, impensate e originali, particolarmente adatte alla sensibilità odierna. Ne parla quest'esperienza di una delle numerose Mariapoli che, promosse dal Movimento dei focolari, si svolgono da quarant'anni nel mondo.

 

 

Che cosa ci attenderà?  Dove si va?  Quale
albergo ci ospiterà? Domande di questo tipo erano certamente nella mente, e spesso anche sulle labbra, di tanti: uomini e donne, giovani e meno giovani tutti tedeschi del nord, avventuratisi anche questa volta in una singolare esperienza. Sono circa trecento persone, che in gran parte neanche si conoscono, convenute a Marilleva in Val di Sole nel Trentino per vivere insieme una vacanza un po' speciale di quattordici giorni.

 

Si tratta di un'esperienza, ormai collaudata nell'arco di questi ultimi decenni, nell'ambito del Movimento dei focolari, nata quasi per caso se per Dio esistesse il caso , quando il primo gruppo di focolarine e focolarini alla fine degli anni quaranta si ritrovò in montagna appunto per una vacanza. Nella loro semplicità quei giorni erano caratterizzati da un'esperienza di Dio e di unità così straordinaria da attirare negli anni successivi centinaia e migliaia di persone di tutti i ceti sociali ogni qual volta che si riproponeva quella vacanza. Ad un certo punto, per la sua composizione così variopinta ed universale, quest'esperienza prese il nome di Mariapoli: città di Maria.

Oggi simili convivenze non si realizzano solo sulle Dolomiti dove sono nate o nella Val di Sole dei nostri tedeschi. Se ne contano una sessantina ogni anno nelle più varie parti del mondo.

Ma torniamo ai nostri amici che stanno arrivando a Marilleva, a 900 metri di altezza, non lontano dalla nota sede turistica di Madonna di Campiglio. Mai riusciremo a realizzare qui qualcosa di buono; mai nascerà qui una comunione fra tutti; è impossibile, c`è troppa diversità!. Questa l'impressione di uno che è arrivato per la prima volta; ed ha ragione. Qui c'è quanto si incontra normalmente nella nostra società così divisa: cattolici e non cattolici, preti e non credenti, giovani e meno giovani, anziani e bambini. Ma come creare l'armonia tra tutti, per fare di questa vacanza un'esperienza che cambia la vita?.

In realtà non ci sono particolari programmi; l'unico appuntamento fisso è la possibilità e l'invito a partecipare alla messa della sera o per gli evangelici, anch'essi presenti alla cena eucaristica seguita da una meditazione sui vari punti-cardini della spiritualità evangelica dei focolari, ma: Mai nessuno mi ha costretto a partecipare così una ragazza polacca venuta per la prima volta.

 

E, allora, da cosa dipende quest'impressione quasi unanime dei partecipanti, alla fine dei giorni vissuti insieme, di esser diventati una vera famiglia, di aver trovato  un rapporto con Dio mai prima sperimentato?

 

 

 

Punto di partenza:
il coraggio di non fare niente

 

Il mistero e il fascino di quei giorni stanno nel fatto che nella loro normalità si fa palpabile, quasi visibile, attraverso la vita dell'amore scambievole, la realtà straordinaria di Dio in mezzo al suo popolo. Alla radice di questa esperienza c'è una delle più potenti riscoperte evangeliche dei focolari: la parola di Gesù: Dove due o più sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro. Una parola che sin dai primi tempi del Movimento si commentava così: Nel mio nome, cioè nel mio amore: Amatevi a vicenda come io vi ho amati.

 

Ed allora ci dicono Hans Jurt ed Ulli Büchl, il focolarino e la focolarina responsabili della Mariapoli in Val di Sole il coraggio di non fare niente era il nostro passo più importante. Era necessario soltanto un patto fra noi che già viviamo la spiritualità dell'unità, di vivere l'amore scambievole, l'unità a tutti i costi, e buttarsi ad amare tutti. Solo così, infatti, la presenza di Gesù avrebbe coinvolto e attirato gli altri.

 

Questa metodologia inconsueta non è sempre facile da viversi nemmeno per Hans e Ulli, come ci confidano loro stessi perché essa comporta il fidarsi unicamente di Gesù, della sua forza, della sua capacità pastorale, anche quando si vede che alcune cose non vanno così bene come si vorrebbe: E' un'avventura anche per noi, e stiamo assistendo giorno dopo giorno alla vita che Gesù va creando.

Infatti è così. La vacanza si organizza sempre di più da sola, quotidianamente. L'organizzazione di gite, di giochi, di canti, di programmi serali, lo scambio delle esperienze fatte tutto questo parte dalla base. Così nel corso delle due settimane si sviluppano tante attività con le più colorate espressioni che raggiungono il culmine nella festa finale alla quale partecipano anche i dirigenti degli alberghi, i camerieri, il parroco e tanti altri del posto, attratti da questa vita. E così si attua spontaneamente una vera evangelizzazione che, partendo dalla comunione e dall'amore di alcune persone, trabocca poi sugli altri.

 

 

 

Una profonda rigenerazione
delle persone e dei rapporti

 

La dinamica è semplice: facendo gite, preparando dei mimi, dandosi da fare per gli altri, le persone, venute con la sola idea di fare delle vacanze, magari un po' speciali, scoprono o riscoprono nella vita normale di ogni giorno passo dopo passo un cristianesimo vivo. Quella che qui si respira non è dunque l'atmosfera sempre e necessariamente un po' artificiale di un incontro o di un ritiro. E non si fa nemmeno leva sull'insegnamento, approccio che facilmente rischierebbe di bloccarsi al livello intellettuale. Avviene invece qualcosa di molto più profondo: sembra proprio che questa atmosfera di Gesù che vive in mezzo ai suoi, scavi a fondo nelle persone finché non venga fuori in loro quello che s. Paolo chiama l'uomo nuovo, la personalità più vera di ciascuno, creata e ricreata da Dio per realizzarsi nell'amore.

 

Marion, ragazza diciassettenne, venuta per la prima volta, ci racconta: E' stata con noi una compagna della ex-DDR. Amava le gite in montagna e non se ne perdeva una finché un giorno non si sono rotti i suoi scarponi. Non aveva soldi per comprarne dei nuovi. Ed allora, come se fosse naturale, le sue tre compagne di stanza persone che prima di questa vacanza non si conoscevano hanno raccolto dei soldi fra tutti per comperare un paio di scarponi nuovi, che lei ha trovato la mattina davanti alla porta. Fino ad oggi lei non sa da dove sono venuti.... Di esperienze così, ce ne sarebbero tante da raccontare. E sono esperienze che fanno vedere e sperimentare il nuovo popolo di Dio. Non c'è dunque da meravigliarsi se Marion dice: Mi sentivo in una grande famiglia... Spero che un giorno tutto il mondo viva così, nell'aiuto reciproco, senza guerre, senza armi, senza odio, in quella pace che ho trovato qui.

 

Semplicemente incredibile ci dice Mechthild, 37 anni, madre di famiglia che persone talmente diverse possano vivere in una tale armonia, solo perché si accettano a vicenda... Era per me tanto bello sperimentare e vedere come si creava un vero rapporto. Ed anche se alcuni non si sono buttati dentro del tutto, facevano ugualmente parte di questa grande famiglia. Questo era il mio sogno: vedere uomini che vivono così. Ora ho la speranza che sarà così anche nel mio vivere quotidiano.

 

 

 

Il fascino di Dio
che fa nuove tutte le cose

 

Ma questa unità effettiva sperimentata fra persone di ogni tipo, non è l'unico effetto. Si ha infatti l'impressione che la Mariapoli traduca in vita il cosiddetto comandamento missionario giovanneo: Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli se vi amate gli uni gli altri.

 

Riportiamo qualcuna delle numerose testimonianze al riguardo.

 

Una madre di quattro figli, teologa: Sento che qui Dio è presente. Non mi sarei mai aspettata che Gesù entrasse così profondamente nella mia vita personale e che io potessi amarlo in ogni circostanza. E un'altra signora: Vivendo così sono nate tante amicizie nuove tra noi, attraverso le quali ho incontrato l'amore di Dio. E Waldemar aggiunge: Ho trovato Dio; Lui ha dato il vero senso alla mia vita.

Di fronte a simili espressioni non stupisce il constatare che anche dei non credenti possano trovare un certo rapporto con Dio: Non sono un credente dice uno di loro , ma sono venuto alla Mariapoli perché mi affascina l'idea dell'unità. Qui mi sono sentito straamato da tutte le parti. Non posso dire ancora che credo in Dio; però sicuramente ho trovato la strada per arrivarci.

La metodologia dell'amore che si vive in Mariapoli ha senz'altro come risultato l'evangelizzazione della propria vita nel più profondo della persona. E' un'esperienza che non si dimentica, non si perde, anche se poi viene il quotidiano, perché la Mariapoli è il fascino di Dio che attira, converte, fa nuove tutte le cose.

Ho sentito la profondità dell'amore di Dio per me dice un'altra testimonianza . Non era tanto importante scalare le montagne più alte, vedere tante cose, darsi da fare. Il centro di questi giorni era questa pace profonda, che si sentiva dovunque, nelle messe, nelle meditazioni, negli incontri con le persone. Non dovevamo fare chissà che cosa. Era un puro dono, sempre nuovo. In questa atmosfera Dio lo si sperimenta per davvero. E allora ti rendi conto che questo è il riposo più vero: vivere vicino a Lui come non mai, ed accorgerti che Lui sa cambiare il cuore degli uomini per davvero.

 

Christian Hennecke