Nella Germania orientale prima e dopo la caduta del muro

 

 

Al di là di vinti e vincitori

 

di Paul Christian

 

 

Come per incanto siamo trasportati in un clima simile a quello di duemila anni fa. Sparso in una società di segno contrario, un seme che realizza se stesso nel comando dell'amore reciproco e nell'ideale di un mondo unito. Dalla ex-DDR ecco alcune testimonianze ed episodi che ci fanno ricordare, dalla fede che li permea, tutta la novità evangelica che sprigionavano le prime comunità cristiane.

 

I poveri più poveri sono coloro che non conoscono Dio. Perciò dobbiamo riconoscere ed amare Gesù abbandonato soprattutto in loro. Con questa affermazione Chiara Lubich ci aprì la strada per il dialogo coll'ambiente non cristiano delle nostre terre. Non vi temiamo perché vi amiamo. Questo può essere il segreto del cammino percorso da molti negli anni prima della svolta.

 

Nella ex-DDR non c'è stata aperta persecuzione nei confronti della Chiesa anche se il confronto è stato senza equivoci. Il sistema scolastico ed anche lo Stato nelle sue organizzazioni hanno sempre mirato a far scomparire completamente la religione. Era molto grande, per esempio, la pressione sui bambini, sin dai primi giorni che venivano affidati a delle istituzioni statali. Nelle imprese, in genere, non c'è stato verso per cristiani impegnati accedere a posti di responsabilità. Era affermata come dottrina la netta separazione tra Stato e Chiesa, ma in realtà gli ambienti politici avrebbero interferito ben volentieri nella vita della Chiesa. Di fronte a questa situazione, i cristiani hanno formato un solo blocco e fra tutti c'era grande fiducia. Fino ad oggi non s'è saputo di nessun caso di collaborazione col vecchio regime.

 

Il forte confronto e la progressiva emarginazione della Chiesa, che era confinata come in un ghetto alle sole sacrestie, aveva però come conseguenza l'aprirsi di un fossato sempre più grande fra Chiesa e società. Il socialismo generava un caos sempre più evidente. Chi vi era contrario, come i cristiani praticanti, ne denunciava il fallimento: alla superiorità e durezza dei rappresentanti politici e degli agenti di polizia molti reagivano con un rifiuto e un'aggressione non solo celati ma spesso anche aperti. Era difficile, per i credenti, in un ambiente del genere, distinguere fra il sistema e le singole persone che lo rappresentavano.

 

Un anno prima della costruzione del muro è giunto in Germania Orientale un primo gruppo di focolarini. Alcuni di essi sin dalle prime settimane hanno risentito delle pressioni della polizia segreta e di altri enti statali. Questi focolarini ci insegnavano a vedere Gesù nei prossimi, compresi gli agenti di polizia che continuamente ci controllavano. E' stata per tutti una fortissima lezione di vita ed una meravigliosa scoperta delle verità evangeliche.

 

 

 

Prima della svolta:
il coraggio della verità e della carità

 

Per la loro posizione, i sacerdoti hanno sempre avuto più spazi per muoversi. Un eventuale attacco ad un sacerdote poteva facilmente finire sulla stampa occidentale creando così opinione e per questo si lasciava loro mano libera. Ma proprio in questa libertà di azione i sacerdoti hanno corso il pericolo di esasperare il confronto e mancare di carità. Qui ci era di grande aiuto il contatto con i focolari e, per un altro verso, la testimonianza dei sempre più numerosi sacerdoti cechi che vivevano la spiritualità dell'unità. Questi, pur essendo stati spesso per anni in prigione e continuamente ostacolati dagli agenti dello Stato, ci hanno sempre spronato con le loro esperienze a riservare carità per tutti. Uno di loro, per esempio, ha sempre cercato di amare l'agente segreto dello Stato che lo pedinava. Una volta in pensione questo segretario della Chiesa così chiamato ufficialmente ebbe a dire al suo parroco che aveva tallonato e molestato per anni: Lei è l'unica persona che viene ancora a trovarmi. Non si è fatto vedere più nessuno dei miei compagni.

 

Per i partecipanti di una Mariapoli è stata un'esperienza particolare scorgere in mezzo alla folla dei mariapoliti un uomo con l'insegna del partito. Mosso da un vero interesse, era venuto per fare in prima persona quell'esperienza.

 

Alcuni riuscivano a stabilire nell'ambiente di lavoro un profondo rapporto con qualche compagno convinto e cercavano addirittura di fare con loro un patto col quale si promettevano di avere sempre stima l'uno dell'altro e di impegnarsi insieme per il bene della società ciascuno a suo modo.

 

Un altro avvenimento che mi è rimasto impresso è stato il funerale di un insegnante molto stimato della città di Altenburg. Pur avendo frequentato abbastanza regolarmente, assieme alla moglie cattolica, la liturgia domenicale e partecipato alle Mariapoli estive del Movimento dei focolari, egli non aveva abbandonato il partito. Poche settimane prima della sua morte aveva poi aderito pienamente alla Chiesa, rimanendo però, ed intenzionalmente, membro del partito. Come suo ultimo desiderio ha voluto che accanto alla sua bara non ci fosse nessuna corona del partito e che non si tenesse nessun discorso da parte delle autorità scolastiche. Al funerale, oltre al nipote, un convinto ufficiale dell'esercito della Volksarmee, hanno partecipato il direttore scolastico e molti colleghi insegnanti. Il parroco di Altenburg, un sacerdote focolarino, aveva il difficile compito di affrontare questa complicata situazione senza mancare di carità e senza tradire la verità. Ha parlato allora apertamente della inevitabile tensione insita alla convivenza di due sistemi che erano tra loro come fuoco ed acqua; convivenza che, nello stretto rapporto dei due coniugi, non aveva potuto non rivelarsi come molto gravosa ma tuttavia possibile poiché il defunto si era sforzato sempre di conservare la carità. E' stato senz'altro un dono particolare dello Spirito Santo se quel funerale non ha portato in alcun modo a conflitti o offese e se ciascuno è tornato a casa sua pronfondamente toccato.

 

 

 

Gettare ponti al di là di ogni fossato

 

Un altro sacerdote ha organizzato una festa insieme alla comunità di un piccolo paese piuttosto abbandonato. Fra i promotori c'erano solo pochi cristiani. Con loro egli si è promesso l'unità e poi durante un anno intero ha preparato la festa con segretari del partito ed altre persone appartenenti al partito. Nelle varie manifestazioni che la festa prevedeva tutti hanno accettato il sacerdote come se fosse già il loro parroco. Egli passava di tavolo in tavolo, salutava tutti senza eccezione compresi i compagni e gli emarginati. Otto settimane prima della svolta un segretario di partito, leggermente brillo, gli ha detto: Signor parroco, mi rendo conto di aver puntato per la seconda volta sul cavallo perdente. Il primo inganno era stato il nazismo.

 

 

 

Nella nuova situazione:
resistere ai facili trionfalismi

 

Poi è arrivata la svolta. Dopo la lunga prigionia sarebbe stato logico festeggiare la liberazione e godersi il trionfo a scapito dei padroni di un tempo.

 

In quest'ebbrezza della vittoria ci ha raggiunto un altro messaggio di Chiara Lubich nel quale ci invitava ad essere persone che non vogliono vedere il mondo diviso fra vinti e vincitori ma vogliono che tutti siano vinti dall'amore di Dio per essere con Lui vincitori. Di settimana in settimana ci rendevamo sempre più conto quanto fosse saggia questa indicazione.

 

Ad un parroco è stato chiesto di parlare del cristianesimo per un corso di aggiornamento professionale di insegnanti che prima avevano insegnato scienze politiche. Era forte adesso la tentazione di far sentire la propria superiorità a quelli che prima erano stati fra i principali avversari della Chiesa e di far loro pesare la evidente sconfitta, tanto più che ora si poteva accedere per la prima volta ad ambienti che in precedenza erano del tutto intoccabili per un sacerdote. L'indirizzo dato da Chiara Lubich gli indicava un'altra via. E quindi ha detto a quegli insegnanti pressappoco così: Di fronte agli avvenimenti delle ultime settimane e alla scoperta di sbagli e di crimini dei governanti e dei responsabili della Germania Orientale, dell'Unione Sovietica, della Romania e di molti Paesi socialisti, tanti senz'altro si chiedono: Come mi sono potuto lasciare così ingannare? ho davvero sbagliato tutto? non avevo forse le migliori intenzioni?. Molti, che ora vedono il crollo dei loro ideali, hanno apprezzato nel socialismo l'impegno per i diseredati della società, lo sforzo di abolire lo sfruttamento e di prendere posizione per gli ultimi. Essi hanno creduto nella vittoria del bene che è nell'uomo, convinti che egli è capace di fare il passo dall'io al noi e di impegnarsi per il bene della società con tutte le forze. Appariva loro come una prospettiva meravigliosa promuovere e garantire nella società la situazione dei proletari, degli operai, dei contadini; e tutto questo adesso non dovrebbe più essere vero?. Il sacerdote ha dunque cercato di sottolineare a questi insegnanti il positivo che c'era stato nelle loro convinzioni e ha detto: Questi grandi ideali non devono morire. Occorre oggi salvaguardarli in un modo nuovo e diffonderli tra gli uomini. Dopo questa conversazione una insegnante si è accostata al sacerdote e gli ha chiesto un colloquio. Più tardi l'ha invitato a parlare a tutta la sua classe. Era stata segretaria di partito e seconda direttrice. Dopo le lezioni tenute dal sacerdote per gli studenti non cristiani (solo il 5% di tutti i bambini sono battezzati), l'ha ringraziato perché così diceva ella stessa aveva imparato molto.

 

 

 

Rendere possibile
una prima esperienza dell'Amore di Dio

 

Adesso, molti sacerdoti vanno facilmente nelle scuole e vengono a contatto con gli insegnanti che in parte continuano ad aderire agli ideali socialisti. Occorre sempre una sensibilità tutta particolare per non ferirli, ma senza nascondere la verità. Attraverso il suo invito di rendere vincitori anche i vinti, Chiara Lubich ha offerto una bussola sicura anche per queste situazioni. Così, infatti, si evita che nascano nuovi muri e si scandalizzano delle persone che sono in ricerca, dopo il crollo di tutti i loro ideali. Anzi, si aiuta loro a poter fare almeno una prima esperienza dell'Amore di Dio.

 

Il responsabile di un seminario tiene delle lezioni nella Università Tecnica di Magdeburg. La partecipazione è facoltativa. 62 studenti si sono iscritti a questo corso e alcuni di essi sono dei gen, dei giovani cioè che come il sacerdote aderiscono al Movimento dei focolari. Promettendosi di tenere sempre viva la presenza di Gesù fra loro, vanno incontro agli altri giovani che in gran parte non hanno alcuna conoscenza del cristianesimo. E' una gioia particolare quando, dopo le lezioni, gli studenti vengono a confidare le loro domande più profonde e personali; esse manifestano il loro travaglio ma anche i germi di vita nuova che stanno nascendo.

I tanti muri da far crollare

In molti posti, la nuova presenza nella convivenza civile viene concretizzata di comune accordo tra parroci evangelici e cattolici. Nel suo telegramma del 9 novembre 1989 al vescovo di Berlino, Georg Sterzinsky, il Papa aveva raccomandato ai cattolici dell'allora DDR: Fate tutto insieme ai cristiani evangelici!. Le tavole rotonde, le celebrazioni religiose per la riunificazione del 3 ottobre '90, l'interessamento per gli ambienti scolastici, l'erezione di centri sociali e molte altre iniziative sono state e tuttora vengono portate avanti insieme da cristiani cattolici ed evangelici. La comune azione aiuta a superare sempre più i muri ancora esistenti fra le confessioni e rappresenta una grande speranza per il futuro.

Un altro muro che rischia di dividerci riguarda i soldati sovietici. Il risentimento nei loro confronti potrebbe ancora crescere notevolmente nelle prossime settimane. Spesso nelle caserme sovietiche si ha solo poco da mangiare. Finora queste caserme erano del tutto inaccessibili non solo per i parroci ma per tutti i cittadini della DDR e ai soldati, a loro volta, era vietato stabilire contatti con la popolazione. Un parroco che abita di fronte ad una caserma russa ci ha raccontato dell'esperienza di uno dei suoi fedeli che riveste una posizione di responsabilità nell'amministrazione comunale. Essendo originario della Germania occidentale e venendo da lì ogni settimana per il lavoro, un giorno ha portato un intero rimorchio pieno di pane regalatogli da suo fratello che è titolare di un panificio. Insieme al parroco hanno portato il carico alla caserma russa. Ora non comprendo più commentava il comandante : i nostri nemici ci portano da lontano il pane perché noi avessimo così da mangiare. Quello stesso parroco ha organizzato poi un concerto d'organo per i soldati sovietici. Invece, il 7 novembre, anniversario della rivoluzione d'ottobre, è stato invitato nella caserma ed è stato pregato di prendere posto in prima fila accanto agli ufficiali.

In un'altra città si sta portando avanti un'azione per i bambini di Mosca. Se ne parla in un articolo pubblicato su di un giornale che prima era del tutto inaccessibile per la Chiesa. Vi si legge fra l'altro: Sono sicuro che molti si chiedono in questi giorni come esprimere la loro gratitudine per tutto ciò che è successo durante quest'anno. Con quest'azione veniamo in aiuto a dei bambini che non sono certo colpevoli di ciò che è avvenuto durante gli ultimi decenni. Intraprendiamo con ciò un passo verso la riconciliazione dei popoli e reagiamo positivamente contro il crescente rifiuto degli stranieri e in particolare dei cittadini dell'Unione Sovietica. Tre giorni dopo la pubblicazione dell'articolo non c'era più spazio nei magazzini predisposti. Anche molti non cristiani hanno portato soldi, giocattoli per bambini e vestiti. E così anche questa azione, portata avanti con tutti gli uomini di buona volontà, fa crollare dei muri.

Per il 7 gennaio, giorno del Natale ortodosso, si inviteranno 200 soldati sovietici in un antico monastero. Per mezz'ora i monaci che vi abitano eseguiranno canti ortodossi nella Chiesa romanica. Dopo si offriranno a tutti caffè e dolci mentre bambini della scuola ex-socialista presenteranno dei canti russi. E' una via che si è appena aperta e che ci porterà ancora lontano.

 

Paul Christian