Un'originale iniziativa dell'arcivescovo di Milano

 

 

Cattedra non-credenti

 

di Lino D'Armi

 

 

Con grande successo si è tenuta nella diocesi di Milano una significativa serie di incontri-dialogo tra credenti e non-credenti portata avanti dall'arcivescovo card. Martini, il pastore evangelico prof. Glenn Garfield Williams e il padre Raniero Cantalamessa. Nello scenario del Duomo tra i tre ecclesiastici e le persone convenute si è stabilito un intenso rapporto ed un sincero clima di rispetto e di reciproca stima. Il Cardinale sin dall'inizio si augurava di poter comunicare un cristianesimo vivo, sotto forma di testimonianze ed esperienze. E sembra proprio che ci sia riuscito. Non c'è che da augurarsi che tale iniziativa vada avanti e che possa essere di stimolo per tante altre chiese particolari.

 

 

Esiste l'abitudine a ritenersi  credente, e
a riposare su tale qualifica; come esiste anche quella a classificarsi non credente, pensando così di aver liquidato il problema. La prima forma di abitudine può portare a una chiusura nei confronti di quelli che si ritiene diversi da sé; e anche a una superficialità nella propria vita di fede, in quanto, dando per scontato di possedere la fede, ci si dimentica che essa va sempre conquistata e rinnovata. Mentre l'abitudine a ritenersi non-credente conduce facilmente a un'altra specie di chiusura: quella verso tutti e tutto ciò che ha a che fare con la stessa fede; e così si rischia di buttare via con l'acqua come si dice anche il bambino. Cioè, colui che esclude ogni tentativo di ricerca, perché si sente giustificato nel rifiutare le forme di adesione alla fede a lui note forme che possono effettivamente non confarsi con la sua persona , rischia purtroppo di rifiutare anche ciò che potrebbe risultare una sua personale prospettiva ed esperienza di fede. Questa infatti è sempre lì ad attendere chiunque si accinga ad una diligente ricerca.

 

E' quanto ha acutamente intuito l'arcivescovo di Milano, il card. Martini; per cui già due anni fa dava vita alla cosiddetta Cattedra dei non credenti. Egli ha colto questa problematica nell'ambito della sua diocesi, ma evidentemente l'esigenza di sbloccare queste chiusure nel contesto della nostra attuale convivenza è avvertita ovunque. Infatti si tratta, come lo stesso arcivescovo ha detto più volte, di ascoltare o dar voce al credente e al non credente che sono in noi.

 

L'iniziativa Cattedra dei non credenti, concretizzata negli incontri Rendiamo ragione della nostra speranza, come dice lo stesso card. Martini si colloca in quel grande alveo di iniziative che hanno per oggetto la proposta o la riproposta della fede cristiana. Elencando poi alcune caratteristiche peculiari di questa iniziativa pastorale, che come tematica è stata incentrata sulle tre Persone della Trinità, egli sottolinea l'impegno a invitare in Duomo persone che vanno poco in chiesa o non ci vanno quasi mai. Per questo continua l'arcivescovo si è proceduto soltanto attraverso inviti personalizzati, richiesti dagli interessati o comunicati da persone amiche. In secondo luogo il taglio della comunicazione, che intendeva anzitutto tener conto della sensibilità di chi non crede o di chi ha difficoltà nel suo cammino di fede. Infine le figure dei relatori, scelti così da rappresentare diversi aspetti dell'esperienza fondamentale della fede cristiana.

 

A proposito di questo ultimo punto, a rendere ragione della loro fede e speranza infatti i messaggi erano in fondo una testimonianza di ciò che ciascun oratore vive assieme al vescovo diocesano intervenivano anche un pastore evangelico, prof. Glenn Williams, già segretario generale della Conferenza delle Chiese Europee, e il predicatore pontificio p. Raniero Cantalamessa. E a chi gli faceva notare che la scelta di associare un pastore della Chiesa riformata a questa proposta fondamentale di fede aveva suscitato qualche perplessità, il cardinale rispondeva: Il Direttorio ecumenico prevede la possibilità di far parlare in una chiesa anche pastori di chiese non cattoliche. Nel caso presente, inoltre, non si trattava né di una predica né di un'omelia, ma di una conversazione rivolta a persone in ricerca di fede. Era dunque importante prospettare il vissuto fondamentale dei credenti. Ora tale vissuto è identico per tutti i battezzati. Tutti credono nel Padre che si è rivelato per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo. La stragrande maggioranza delle verità di fede è tenuta concordemente da tutti i cristiani. E' importante ricordarlo.

 

Il tempo dello svolgimento dell'iniziativa è stato quello post-pasquale: da Pasqua a Pentecoste. Per sette venerdì consecutivi, con una media di millecento, tra credenti e non credenti, comunque tutti in ricerca, i convenuti hanno partecipato con assiduità e viva attenzione. L'interesse lo si è visto poi confermato dai contatti personali informali, dopo gli incontri; dalle note scritte in fretta su pezzetti di carta, consegnati assieme anche a dei doni all'uno o all'altro relatore; e soprattutto dalle numerose lettere, sofferte e sincere, che contenevano perplessità, dubbi, problemi..., di cui si chiedeva un chiarimento, una risposta. Lettere a cui l'arcivescovo avrebbe poi risposto personalmente, a voce o per iscritto.

 

 

 

Un reciproco ricevere e donare

E' significativo il fatto che gli stessi oratori hanno confidato di aver ricevuto tanto da quegli incontri. Il card. Martini dichiarava: Ho ricevuto numerose lettere dai partecipanti...: personalmente ho ricavato molto dalla lettura di questi scritti. E il prof. Williams affermava: Quello che per me è certo è che le migliaia che hanno ascoltato hanno, probabilmente anche senza saperlo, portato, a noi oratori, una grande benedizione del Signore. E ancora: Sono stato profondamente impressionato dal fatto che... è emersa l'espressione di una profonda armonia spirituale. Quest'armonia non aveva niente di artificioso. Non era stata predisposta nelle nostre discussioni preparatorie. Era semplicemente lì, nei discorsi. Ad un certo momento, dopo uno degli interventi di padre Raniero, mi sono sentito spinto non solamente di poter, ma anche di dover esprimere il mio pieno accordo, esclamando amen, amen. Questo non era il sentimento passeggero di un momento di emozione, ma l'espressione meravigliata e gioiosa di quell'armonia....

 

Con questa ed altre testimonianze il pastore Williams ha sottolineato che alla base del successo dell'iniziativa c'è stata la comunione tra i relatori, estesa poi a tutto l'uditorio: Durante quelle settimane... ci siamo costituiti come una vera comunità.... Comunione che relativizzava e andava al di là di differenze e problemi. Tanto è vero che insieme hanno potuto sentire che la grazia di Dio stava operando; anzi hanno fatto l'esperienza di un intervento speciale di Dio con la Sua benedizione e con la Sua presenza per mezzo dello Spirito Santo.

 

Non si è mancato di porsi la domanda ovvia: E' possibile continuare?. Risponde lo stesso card. Martini: Ci tengo molto all'auspicio fatto di continuare a pensare. E' stato molto bello vivere insieme nel Duomo questa esperienza di riflessione comune, senza pregiudiziali e senza condizioni. E' stato un momento veramente gratuito, come ha sottolineato qualcuno degli intervenuti. Per quanto riguarda il futuro non ho ancora progetti precisi. Mi piacerebbe che essi sorgessero anche da coloro che hanno partecipato all'esperienza fatta in Duomo. Penserei in ogni caso a un punto di riferimento posto preferibilmente al centro della città, dove fosse possibile attingere informazioni e trovare persone disposte a dialogare.

 

Ce lo auguriamo tutti che una tale iniziativa vada avanti. Anche perché questa sembra essere una di quelle vie che possono condurre a sbloccare quelle chiusure a cui si accennava sopra, le quali non sono a vantaggio di nessuno. Quando ci si mette insieme, infatti, e si cerca di ascoltare o dar voce al credente e al non credente che sono dentro ciascuno di noi, allora è più vicina la possibilità di incontrarsi e di capirsi.

 

E che l'iniziativa milanese abbia futuro lo possiamo ragionevolmente sperare, se pensiamo all'impostazione che l'arcivescovo Martini ha dato alla stessa iniziativa: Il cristianesimo egli ha sottolineato è più vita che si pensa, che pensiero che si vive; spiegando poi: Ritengo importante che quando i credenti sono invitati a parlare della propria fede parlino di una esperienza vissuta, anche quando ne illustrano le motivazioni e la profonda ragionevolezza.

 

Lino D'Armi