Gli Orientamenti pastorali per gli anni '90 della Conferenza Episcopale Italiana

 

 

Il vangelo della carità

 

 

di Piero Coda

 

         Offriamo una prima chiave di lettura del recentissimo documento approvato dai vescovi italiani. Don Piero Coda, che ha fatto parte del gruppo di esperti chiamati a coadiuvare i vescovi nella sua stesura, ne presenta il significato centrale e le principali articolazioni. Riprenderemo più ampiamente il discorso nei prossimi numeri.

 

 

         Con   il   titolo   Evangelizzazione  e   testimonianza della carità in data 8 dicembre 1990, i vescovi italiani hanno offerto alle loro Chiese gli Orientamenti Pastorali per gli anni '90. Un testo impegnativo e ponderato, agile nella sua struttura ma allo stesso tempo sostanzioso nelle linee proposte, atteso dalle comunità ecclesiali e accolto con interesse dalla stessa opinione pubblica, che sulla stampa nazionale l'ha definito il più coraggioso degli ultimi decenni dove molte cose, anche i toni, appaiono nuove.

 

Significativa già la qualifica di questo documento: non un piano ma degli orientamenti, delle prospettive di fondo per la lettura e l'assunzione responsabile delle sfide sociali ed ecclesiali dei prossimi anni: lasciando alle singole Chiese locali l'impegno faticoso e stimolante della contestualizzazione, con una costitutiva apertura alle novità imprevedibili! dello Spirito.

Significativo anche il tema, che viene condensato nel leitmotiv che ritma da cima a fondo il documento: Vangelo della carità. In questa formula si riassume e si rinnova il lungo e fecondo cammino della Chiesa in Italia negli scorsi decenni: impegno di evangelizzazione (anni '70), edificazione di una Chiesa comunione nelle singole comunità locali (anni '80), nella luce oggi di quell'urgenza della nuova evangelizzazione che si mostra come la grande sfida della Chiesa, alle soglie del terzo millennio dell'era cristiana. Nuova evangelizzazione che ha al suo centro la verità della carità quel fare la verità nella carità che è il cuore dell'annuncio di Cristo e della missione della Chiesa (secondo l'espressione di Giovanni Paolo II al Convegno Ecclesiale di Loreto).

 

Ne risulta un documento che non ha solo o in primo luogo un taglio ecclesiologico (come i precedenti), ma un taglio cristologico e antropologico, e che perciò stesso indica delle linee valide non solo per la vita della Chiesa ma anche per la presenza e l'opera dei credenti nella cultura, nel sociale e nel politico.

 

Significativo, infine, l'orizzonte e il respiro programmaticamente universale e planetario nel quale i vescovi svolgono il loro discorso: non per dimenticare la situazione tipica della Chiesa e della società in Italia (perché anzi come è stato notato i vescovi hanno individuato i grandi nodi di una società complessa e contraddittoria come l'italiana, Corriere della sera, 18.12.90), ma per leggerla nel contesto dei grandi avvenimenti degli ultimi anni (e anche mesi!) e, soprattutto, di quella dinamica di crescita verso l'unità e la pace che è il grande segno del nostro tempo.

 

 

 

Coniugare evangelizzazione e carità

 

Coniugare, dunque, evangelizzazione e carità: perché non si tratta di realtà tra loro differenti, ma reciprocamente e in profondità implicantisi. L'opera di evangelizzazione, di cui la Chiesa avverte la priorità, ha al suo centro proprio la buona notizia dell'amore di Dio, anzi del Dio che è Amore; mentre la testimonianza della carità non è, per natura sua, semplice opera filantropica o strategia sociale, ma necessaria incarnazione della carità di Dio effusa dallo Spirito di Cristo nel cuore dei credenti.

 

Da questo centro discende la struttura del documento. Dopo la sintetica ma pregnante introduzione che contestualizza, in prospettiva di una lettura teologica, la vita e la missione della Chiesa nel nostro tempo, nel primo capitolo si va alla sorgente del Vangelo della carità. Si tratta di un capitolo biblico e teologico, che individua con sicurezza la manifestazione culminante e la partecipazione permanente alla storia della carità di Dio nel Cristo crocifisso che dona lo Spirito. In questa prospettiva, la carità si mostra come la verità dell'Essere di Dio Trinità e dell'essere dell'uomo, creato a immagine e somiglianza del Dio Trinitario. La carità è dunque, in senso forte, la verità antropologica per eccellenza, l'ethos che modella in modo nuovo ed efficace la vita del discepolo, centrandola nel comandamento dell'amore reciproco, traduzione della vita dell'amore trinitario nella storia. E la missione della Chiesa si mostra allora come l'annuncio della carità di Dio in Cristo, annuncio del vero volto di Dio e del vero volto dell'uomo. I quali, entrambi, si riflettono iconicamente nel volto di Maria.

 

Il secondo capitolo è di carattere teologico-pastorale, e rappresenta come il baricentro del documento. Attingendo alla fonte perenne del Vangelo della carità, letto alla luce del Magistero conciliare e pontificio, si delineano i compiti e le prospettive per le nostre Chiese. Si tratta, in una parola, secondo i vescovi, di rinnovare al soffio potente della carità (che è il soffio dello Spirito) la ricca tradizione delle nostre Chiese, i risultati del precedente cammino pastorale, facendo anche tesoro delle nuove e fresche energie sorte negli ultimi decenni nella Chiesa. E' questa la nuova evangelizzazione per l'Italia: tutto rinnovare e tutto vivificare con il soffio della carità.

 

 

 

Essere e agire della Chiesa
alla luce della carità

 

I vescovi individuano tre ambiti di questo impegno. Innanzi tutto, la vita della comunità ecclesiale (perché la carità prima che l'agire definisce l'essere della Chiesa), dove si invita a una pastorale unitaria che unifichi in una sola radice e in un solo slancio catechesi, liturgia e servizio, da un lato, e, dall'altro, le molteplici vocazioni, i molteplici ministeri, i molteplici carismi. Solo una Chiesa dove tutti siano uno per la carità, può essere credibile segno e strumento di evangelizzazione.

 

Il secondo ambito è quello della evangelizzazione vera e propria. L'impegno prioritario, secondo i vescovi, è quello di dar vita ormai a una pastorale di prima evangelizzazione per raggiungere il numero sempre più grande di coloro che non conoscono o hanno rifiutato l'annuncio di Cristo. Ma evangelizzazione vuol dire anche dialogo: se l'annuncio della verità è la prima carità della Chiesa, tale annuncio deve però avere il sapore e lo stile della carità, sia nel dialogo ecumenico, come in quello inter-religioso (fenomeno nuovo e crescente per le nostre Chiese), e in quello con la cultura di ispirazione laica.

 

L'ultimo ambito è quello della testimonianza della carità nel servizio all'uomo. Sempre nell'orizzonte planetario della solidarietà, della pace e della salvaguardia del creato, i vescovi individuano due forme tipiche di questo impegno nell'oggi della Chiesa. Quello dell'amore preferenziale per i poveri come scelta cristologica ed ecclesiologica di fondo, e quello della proposta e dell'attuazione dei riferimenti etici e antropologici del vangelo e della dottrina della Chiesa in campo sociale e politico.

         L'ultimo capitolo vuole scendere sul piano pratico. Nella prospettiva dei grandi orizzonti teologico-pastorali prima accennati, e che debbono innervare l'autocoscienza e l'azione della Chiesa nel prossimo decennio nelle sue varie dimensioni, vengono proposte tre scelte prioritarie, anche se non esclusive: i giovani, i poveri, il sociale e il politico. La scelta dei giovani si giustifica per la difficoltà della trasmissione della fede alle nuove generazioni, e per l'urgenza di offrire la novità e l'integralità del Vangelo della carità a una gioventù in sincera ricerca di grandi, responsabili e concreti ideali di vita e di impegno. La scelta degli ultimi ribadisce un'opzione già fatta nello scorso decennio dalla Chiesa in Italia, e le conferisce un respiro più ampio e più universale. La presenza nel sociale e nel politico, vuol rispondere alla richiesta di autentici valori etici ed antropologici nel mondo della cultura, della pubblica amministrazione, della comunicazione sociale: con coraggio i vescovi denunciano i fenomeni mafiosi, il traffico delle armi, le chiusure particolaristiche e corporativistiche, proponendo nel Vangelo della carità il centro ispiratore di una nuova cultura della solidarietà.

Ultima novità del documento, almeno per la Chiesa in Italia, è l'invito finale che vien fatto alle chiese locali, ma anche alle associazioni e ai movimenti (già consultati in sede di elaborazione), a far pervenire riflessioni, esperienze e proposte, per favorire un reciproco arricchimento tra le nostre Chiese, una verifica del cammino in via di compimento ed anche un discernimento comunionale delle ulteriori tappe e indicazioni del decennio.

Degli orientamenti di grande respiro e di grande semplicità allo stesso tempo. Non c'è che augurarsi che il Vangelo della carità plasmi in profondità le scelte e il cammino delle nostre Chiese.

 

Piero Coda