Nei Collegi Romani impegnati a dire con la vita che la Chiesa è comunione

 

 

Non solo a tempo perso

 

di Martin Piller, Roma

 

 

Ridurre lo studio in seminario alla sola dimensione intellettuale significherebbe impoverire enormemente la preparazione al sacerdozio. C'è, infatti, uno “studio” ben più ampio e vitale da portare avanti: l'allenamento a quella vita di comunione che è l'essere stesso della Chiesa, il suo dinamismo profondo che non può rimanere dono di grazia soltanto, ma si vuole fare storia.

 

Roma è la sede di numerosi collegi nazionali ed internazionali nei quali vivono seminaristi provenienti da ogni parte del mondo che studiano nelle diverse Università Pontificie. La chance che si presenta è unica: un'esperienza di comunione dalle dimensioni mondiali. Aiutarsi a coglierla è il proposito di circa ottanta seminaristi dei cinque continenti, venuti in contatto con la spiritualità dei focolari. Premessa di ogni nostro sforzo è l'amore reciproco, assicurato il quale cerchiamo di metterci al servizio della comunione nei collegi e fra i collegi. Innanzi tutto ci sembra importante confrontarci e sentirci periodicamente. Ci diamo, così, appuntamento una volta al mese per scambiarci esperienze sul vangelo vissuto e andare in profondità nell'unità tra noi.
Vivendo come una famiglia di veri fratelli vogliamo che l'amore reciproco non si limiti alla sola comunione spirituale. Ed allora si sono fatte strada fra di noi anche diverse forme di comunione dei beni. Soldi, vestiti, libri, appunti, lavoro estivo, tutto, per chi vuole, può diventare oggetto della vita di comunione.

Cominciando noi per primi, chi in un collegio chi in un altro, ben presto, altri hanno manifestato il desiderio di unirsi a noi. Sono nati così vari gruppi nelle nostre case che abbiamo chiamato “équipes”. Vedendo tutto alla luce del vangelo e avendo per base l'amore reciproco, le équipes si impegnano nelle cose più varie: rapporti con i superiori e gli impiegati dei collegi e delle università; animazione di altri gruppi del collegio; servizio a tavola; armonia degli ambienti... Tutto questo, secondo il nostro spirito, è visto sempre in unità con i superiori, i quali non mancano di svelarci quanto sta loro a cuore. Così, per esempio, un rettore ha voluto che offrissimo agli studenti anche delle iniziative pastorali. E' nata allora un'équipe di pastorale che ogni sabato si trova in una parrocchia alla periferia della città. Preoccupandoci solo di assicurare tra noi la mutua e perfetta carità il nostro modo di essere presenti in quella parrocchia è stato molto avvertito. Non sono state le nostre capacità nè tanto meno piani programmati a tavolino a guidarci, ma l'esperienza del Risorto che attira ed irradia.

Sostegno e fonte di questa vita, non certo sempre facile, è il rapporto con Dio. E' perciò di vitale importanza che tutti riescano a trovare il modo e il tempo per le pratiche di pietà personali - meditazione, rosario, breviario, confessione, ecc. - ma anche che il nostro cammino alla santità sia fatto insieme. Ognuno di noi infatti si sente partecipe della vita dell'altro.

 

 

 

Assieme a tutti                                                                                                                       

        

Imprenscindibile, inoltre, è avvertito il rapporto con i laici, che tanto hanno da dire, con la loro vita radicalmente donata a Dio e alla Chiesa, anche a chi si prepara al sacerdozio ministeriale. E' diventata, così, ormai quasi tradizione l'annuale visita alla cittadella di Loppiano dove persone di tutte le vocazioni del popolo di Dio vivono e testimoniano insieme la spiritualità dell'unità, dando vita al bozzetto di una società rinnovata dal vangelo. Non ci lasciamo sfuggire, inoltre, gli incontri che giovani e adulti organizzano qui in città.

Un altro momento annuale che è molto sentito e utile per la nostra vita di comunione è la vacanza della settimana di Pasqua. Trascorriamo questi giorni insieme fuori città. Ed ogni volta constatiamo che nel clima dell'amore reciproco e di unità, riposa non solo il corpo ma anche lo spirito. Tornando in seminario, poi, si è più pronti per riprendere i contatti con tutti e mettersi a studiare con più impegno e con nuova energia.

Anche lo studio, che tanto spazio occupa nella nostra formazione, non è rimasto fuori dal nostro interesse. Mettendo insieme idee, ricerche, intuizioni ne è nato fra l'altro, in collaborazione con sacerdoti e religiosi, un vero gruppo culturale. Ormai è ben avviato e da più di cinque anni affronta, con l'aiuto di professori e studenti delle diverse università, temi di grande attualità. Quest'anno riflettiamo sul tema: “Nuova evangelizzazione ed unità del mondo”.

 

Più si vive insieme e più si trovano i mezzi per approfondire i rapporti. Le lettere e il telefono sono ormai appuntamento giornaliero di ciascuno di noi. Inoltre abbiamo un foglio di aggiornamento delle notizie ed esperienze nostre e di seminaristi di altre parti del mondo.

Vivere così, abbiamo visto, non è un'utopia e neppure un hobby da portare avanti a tempo perso. E' per noi un modo per dire con la vita che la Chiesa è comunione.

 

Martin Piller