Seminaristi latinoamericani nel contesto della crisi economica dilagante

 

 

Comunità concretamente

 

di Mariano Cocco Lasta, Argentina

 

 

La grave crisi economica e sociale dell'Argentina non manca di farsi sentire anche nei seminari. A Tucuman, a Paranà, a Mercedes (Buenos Aires) dei seminaristi si son messi concretamente al servizio delle loro comunità. Ne è seguito un approfondimento dei rapporti e, di conseguenza, l'esperienza del centuplo promesso a chi vive il vangelo.

 

In Argentina, di fronte alla crisi economica dilagante, noi seminaristi di diverse diocesi, cerchiamo di aiutarci a vicenda a promuovere nei nostri seminari uno spirito di comunione e di unità.
Inizio il mio racconto dal seminario di Tucuman, dove due nostri amici, Miguel e Jorge, di fronte ai crescenti contrasti all'interno della loro classe di teologia, hanno sentito di non poter stare con le mani in mano. Hanno quindi cominciato prima a pregare regolarmente per ognuno dei loro compagni e poi hanno cercato di mettersi concretamente al loro servizio. Jorge per esempio si è offerto di fotocopiare per tutti gli appunti delle lezioni. Miguel invece impegnava il suo tempo in altro modo cercando soprattutto di ascoltare attentamente coloro che venivano a comunicargli qualche dolore. Alcuni giorni dopo i superiori hanno chiesto alla loro classe di avanzare qualche proposta per migliorare la vita del loro corso. Per questa riflessione ci si è divisi in gruppi di due.

Racconta Miguel: “Col compagno che era con me si è stabilita subito una comunione profonda. E allora ho potuto fargli una proposta che sapevo molto utile per avanzare nella vita di comunione: scegliere periodicamente una parola del vangelo per viverla durante un certo tempo con l'obiettivo, poi, di scambiarci il frutto di questa vita illuminata dal vangelo. Entusiasta dell'idea il mio compagno ha proposto di suggerirla a tutto il corso, e, con mia sorpresa, la proposta ha subito trovato il consenso dei miei compagni. Anche il vicerettore era presente ed ha commentato: “Credo che con questo siete veramente giunti a ciò che è l'essenza dello spirito di una comunità”. Tempo dopo, nella revisione bimestrale del nostro corso, abbiamo potuto constatare quanto era stato fecondo il vivere la parola mettendone in comune i frutti.

Intanto, trovandoci nel periodo più “caldo” della crisi economica che aveva da tempo colpito il nostro paese, c'era in molti seminaristi il desiderio di uscire dal seminario per aiutare la gente in difficoltà.

Anche io - è ancora Miguel che racconta - avevo sentito fortemente questo impulso. Ma ormai capivo che la volontà di Dio era un'altra: era nel seminario, colpito anch'esso dagli effetti della crisi, che dovevo cercare di essere un costruttore di comunione. Così ho iniziato a condividere con tutti le mie cose. Per esempio, quando mi sono arrivate due saponette, una l'ho subito data a un altro compagno; allo stesso modo ho versato il contenuto di una bottiglia di shampoo in varie bottigliette più piccole che poi ho distribuito... Sì, tutto poteva trasformarsi in una gara d'amore.

Per mantenere vivo questo spirito, io e Jorge ogni mattina, prima di andare a lezione, ci troviamo per meditare su un brano della Scrittura o un testo spirituale, mettendo in comune il frutto di questa meditazione. Prima di lasciarci, infine, ci ridichiariamo di essere pronti a dare la vita l'uno per l'altro. Questo ci aiuta a vivere ogni giorno come fosse l'ultimo, e a rispecchiare nella nostra vita l'Amore della SS.Trinità”.

 

 

 

Far proprie le necessità degli altri                                                                                           

                                                                                                                                            

Posti di fronte alla difficile situazione economica generale, anche nel seminario di Paranà i nostri amici si sono lanciati a vivere nella loro comunità una più intensa vita di comunione, tradotta in una condivisione concreta. In questo spirito hanno iniziato a coltivare un pezzo di terra vicino al seminario. Volevano così condividere con il popolo, e soprattutto con i più poveri, la fatica di guadagnarsi i mezzi per il proprio sostentamento. Hanno inoltre, con alcuni altri, ridipinto il corridoio della facoltà di teologia e hanno iniziato a mettere in comune i loro risparmi per affrontare insieme le necessità più urgenti di ciascuno di loro.

Il vescovo di Paranà ha definito di vitale importanza questo loro apporto alla vita del seminario e li ha invitati con insistenza a continuare.

Anche nel seminario di Mercedes (Buenos Aires) lo spirito dell'unità sta dando il suo contributo, attraverso Luis Giorgio, un altro nostro amico. Nell'inverno scorso un suo compagno è stato derubato dell'unico giubbotto che aveva. Quando Luis l'ha saputo non ci ha pensato due volte: gli ha subito donato il più bello dei due giubbotti che aveva. Ci racconta inoltre questa esperienza: “Ritornato in seminario dopo le vacanze invernali, i nostri superiori hanno dovuto prendere dei provvedimenti per ridurre le spese del seminario a causa della crisi generale. In concreto questo ha significato che molti articoli di prima necessità - sapone, carta igienica, shampoo, yerba mate (un'erba con cui si fa una bevanda molto diffusa in Argentina), zucchero, e così via - dovevamo riuscire a procurarceli per conto nostro. Ma non tutti avevano la possibilità di farlo. Uno della mia stessa classe ha allora proposto a tutti noi di fare una dispensa-bazar unica, per mettere in comune le nostre risorse. Già l'esperienza era fallita in altre occasioni e anche questa volta c'è stato subito qualcuno che ha tentato di farla morire sul nascere, mettendo in dubbio, per esempio, che poi ci sarebbe stato chi avrebbe rimpiazzato gli articoli che si sarebbero esauriti. Era evidente che non ci si sentiva ancora una famiglia nella quale uno, se apre il frigorifero, si sente libero di prendere o no quello che trova a disposizione, o di metterci dentro quello che ha.

Sul momento non si è potuto concludere niente. Il giorno dopo sono andato a parlare con questo mio compagno che aveva lanciato la proposta e gli ho detto: “Non arrendiamoci, perché davanti agli ostacoli o ci blocchiamo e tutto resta come prima, oppure ci lanciamo e mettiamo tutto nelle mani di Dio sapendo che Lui è il primo ad avere interesse che vada avanti fra noi la comunione”. E subito ci venne un'idea: cominciare noi, mettendo a disposizione di tutti le nostre cose e comprandone altre con i pochi soldi che avevamo. E così abbiamo fatto. Già il giorno dopo, ci sono arrivati, in dono dalla Provvidenza ben 6 kg di yerba mate. A questo punto anche gli altri si sono uniti a noi e abbiamo sperimentato che, quando noi riusciamo ad unire i nostri cuori e le nostre poche cose, Dio non perde l'occasione di farsi sentire come Padre. Neanche nei tempi migliori, infatti, avevamo avuto tanta varietà di cose a nostra disposizione”.

 

Mariano Cocco Lasta