L'impegno di un gruppo di seminaristi in uno dei collegi Romani

 

 

Un'équipe per l'unità

 

di Jürgen Eickenbusch, Roma

 

 

Mettersi insieme, dichiararsi l'amore scambievole e fondarsi sulla Parola: questa la via seguita da un'équipe di seminaristi del Collegio Germanico a Roma impegnati a incrementare la vita della loro comunità, prendendone di mira gli aspetti più vari, dallo studio alla ricreazione.

 

La vita di ogni seminario si esprime nelle più varie dimensioni. Per portarle avanti ci sono gruppi, strutture, consigli, ecc. Così almeno è da noi nel Collegio Germanico-Ungarico a Roma.
Alcuni anni fa un gruppo di seminaristi, che avevano conosciuto la spiritualità dell'unità, si sono resi conto della necessità di mettere ancora più a frutto questa loro vita nel proprio ambiente. Da ciò è nata quella realtà che poi abbiamo chiamato “équipe”.

Fin dall'inizio quest'équipe ha avuto alcune caratteristiche e finalità particolari.

La prima era evidentemente quella di portare unità là dove mancasse. Quasi in ogni seminario, infatti, ci sono ambiti segnati da conflitti aperti o più spesso nascosti; persone che soffrono o si sentono sole; situazioni o problematiche dolorose. Pur sapendo che non è possibile rimediare immediatamente a tutto questo, ci è parso importante dare un contributo alla soluzione di questi problemi, cercando di essere fermento di unità.

Un secondo aspetto: abbiamo visto quanto sia necessario fare le cose insieme. Non era possibile infatti suscitare più comunione in collegio se l'unità cui miravamo non era innanzi tutto realtà tra noi.

Questa unità - ecco una terza caratteristica dell'équipe - non è possibile senza un fondamento. Noi l'abbiamo trovato nella Parola di Dio. E' la Parola vissuta e condivisa che ci unisce. Ed è la Parola la sorgente di tutta la nostra attività.

Così, quando ci incontriamo una volta al mese, iniziamo sempre con uno scambio di esperienze fatte sia insieme come équipe, sia singolarmente. In questo modo le scoperte di ciascuno tornano a vantaggio di tutti gli altri e ci si sprona reciprocamente ad andare avanti. Approfondiamo poi un altro passo della Scrittura e insieme vediamo come metterla in pratica. Nascono, di conseguenza, dei progetti piccoli o grandi per creare nel collegio una comunione più autentica. Non si tratta in genere di nuove attività - ce ne sono, infatti, già abbastanza - ma piuttosto di dare un'anima alle tante realtà già esistenti. Sono ormai varie le realizzazioni che abbiamo portato avanti.

Due volte all'anno, per esempio, nel nostro collegio, si svolge una serata di ricreazione chiamata “Muftik”. Tra scenette e contributi umoristici e musicali, è sempre un momento molto divertente, che a volte però può risultare pesante nei confronti di qualcuno. Tempo fa quasi tutti i responsabili di questa festa facevano parte anche della nostra équipe e allora ci siamo promessi di impegnarci tutti nella preparazione e di aiutare pure gli altri a realizzare le loro idee con spirito costruttivo. Ne è venuta fuori la “Muftik più bella che abbia mai visto”, come ha commentato una suora che da 18 anni lavora nel collegio.                                                               

Oltre che dei rapporti fra tutti, cerchiamo di prenderci cura anche degli ambienti in cui viviamo. Fino a qualche tempo fa la sala dove gli studenti fanno merenda, era così trasandata che erano in pochi a frequentarla. Nessuno si sentiva responsabile di questo luogo. Quindi ci è venuta l'idea di ripulirlo e ne abbiamo parlato con l'economo per essere sempre in accordo con i superiori. Lui ne è rimasto felicissimo, e così una sera, sul tardi, - per non disturbare gli altri e non essere disturbati - ci siamo messi al lavoro. Alcuni compagni ci hanno scoperto e pensavano di sognare. Era infatti insolito vedere dei seminaristi “abbassarsi” a un tale lavoro.

Neanche lo studio è rimasto fuori dal nostro interesse. Come tutti, eravamo abituati a gestirlo piuttosto individualmente. In quattro abbiamo dato origine a un gruppo di studio per prepararci insieme agli esami. Siamo giunti in questo modo a tante nuove comprensioni alle quali da soli non saremmo mai arrivati. Quando qualcuno di noi doveva sostenere un esame, è stato un momento condiviso da tutti. L'esperienza è stata così positiva che abbiamo deciso di portarla avanti anche dopo gli esami incontrandoci ogni settimana per comunicarci idee e domande riguardo a quello che studiavamo.

Non sono che alcune piccole esperienze; ma ciò che ha conferito loro pienezza è stato il fatto che erano sempre basate sulla Parola vissuta e sullo sforzo comune di vivere nell'amore reciproco per l'unità del nostro collegio.

 

Jürgen Eickenbusch