Una vita

per la Chiesa

Toni Weber nacque a Niedergoesgen, nella Svizzera tedesca, il 19/7/35. Compì gli studi liceali nell'abbazia di Einsiedeln dove sentì la chiamata al sacerdozio. Venne a Roma per gli studi teologici e qui conobbe il Movimento dei focolari e vi aderì pienamente.

Conclusi brillantemente i suoi studi alla Pontificia Università Gregoriana nel 1964 col dottorato in teologia “summa cum laude” e con la medaglia d'oro per la migliore tesi dell'anno, gli si aprirono le porte per continuare la sua carriera ad Oxford e poi in Germania, ma egli preferì insegnare teologia nel Seminario Regionale del nordest del Brasile. Furono quattro anni preziosi per penetrare nella problematica del terzo mondo in un periodo pieno di speranze, ma anche così tormentato a causa della situazione politica e sociale di quella regione.

Era sua convinzione che in quel paese di profonda tradizione cristiana il sacerdote avrebbe giocato un ruolo determinante e per questo mise qui le basi di un solido ed oggi fiorente Movimento sacerdotale.

Nel 1968 Toni fu richiamato dal suo vescovo in Svizzera, dove fece una breve pausa di due anni per riprendere le forze nel clima della sua terra. Nel 1970 era a Roma e gli veniva affidata la direzione della Scuola sacerdotale di spiritualità del Movimento dei focolari.

Furono dodici anni di fecondo lavoro in un campo delicato e importante per la Chiesa. A Frascati, in questa scuola, passarono in quegli anni più di 1500 sacerdoti e seminaristi di tutti i continenti. Era una scuola di vita, dove lo spirito del Concilio diveniva realtà e fare presbiterio non era un puro fatto giuridico, ma esperienza quotidiana di famiglia che non mancò di attirare parrocchie, giovani, coppie di fidanzati ed anche persone di altre religioni, fra cui numerosi buddisti residenti a Roma che dicevano di trovarvi “l'atmosfera del loro tempio”.

Nel 1982, su richiesta di 47 vescovi delle Filippine, il Movimento dei focolari apriva una scuola sacerdotale in quel paese e la affidò a Toni Weber. Per sette anni Toni si immerse con tutta la sua anima nel mondo orientale.

Ma la sua attività non si è esaurita nelle Filippine. Spesso su invito dei vescovi ha incontrato a più riprese sacerdoti in India, in Tailandia, in Vietnam, a Hong Kong, a Taiwan, in Corea, in Australia ed ha avuto anche la possibilità di fare un viaggio nelle Cina continentale seguendo i passi di Matteo Ricci.

A contatto con queste culture millenarie, così diverse tra loro e così lontane dalla cultura occidentale, il suo pensiero ha conosciuto un eccezionale approfondimento e si è concentrato sempre più nell'essenziale, aprendosi ai grandi orizzonti della storia e della teologia ed esprimendosi nello stesso tempo con la sconvolgente semplicità del vangelo. “Sono convinto - diceva - che dobbiamo tornare all'essenziale: come nei primi tempi del cristianesimo il kerigma era Gesù risorto, così oggi non ci può essere un altro kerigma, se non il Risorto presente in comunità cristiane che si amano come Lui ci ha amati”.

Una sfida da raccogliere con gratitudine.

Toni Weber ci ha lasciati il 16 aprile di quest'anno. Egli ora riposa in un piccolo grazioso giardino nella piazzetta antistante la chiesa parrocchiale del suo paese natale.

 

Enrico Pepe