Una lettura del nostro tempo

 

 

Lo Spirito Santo

e la sua azione nel mondo di oggi

di Mons. Klaus Hemmerle

 

I movimenti: ci si stupisce come questo fenomeno caratterizzi, sia in campo ecclesiale che secolare, la nostra epoca. Facendone una fenomenologia e analizzando le grandi aspirazioni di fondo che si esprimono in essi, l'autore giunge alla convinzione che “il canto di questo secolo è un latente “Veni, creator Spiritus” da parte di tutta l'umanità”.

 

L'attuale è un secolo, sì, della Chiesa, ma ancor più dello Spirito Santo. A sottolinearlo è un fenomeno caratteristico del nostro tempo: i movimenti. Con ciò non intendo riferirmi tanto ai movimenti in quanto organizzazioni determinate, ma a ciò che vi è di vitale in essi ed attira l'attenzione delle persone, facendo storia nella storia. E' interessante costatare come questo fenomeno si verifichi sia in campo secolare, che in quello ecclesiale.

 

 

Tre aspirazioni del mondo di oggi

 

Guardando al quadro sociale mondiale nell'insieme, si possono osservare tre tensioni di fondo, che poi sono alla base dei vari movimenti che riscontriamo nel mondo di oggi.

Una prima tensione si manifesta in un'esigenza di emancipazione. Ci sarebbero tante forme su cui soffermarsi. Basti pensare, ad esempio, all'emancipazione della donna e alle tante altre rivendicazioni di indipendenza caratteristiche del nostro secolo. E' tutta una linea che si rifà a una concezione più liberale della vita, anche se non si limita a questo. E' un'esigenza che si spiega in parte come reazione alla cultura tecnologica; cultura, che accanto al miraggio di un futuro sempre più sicuro, tende a ridurre l'uomo, alienandolo da se stesso, a semplice ruota di un grande ingranaggio. Da qui la rivendicazione della propria identità; essere se stessi, essere soggetto, e non solo oggetto o mezzo, si evidenzia come una delle aspirazioni più fondamentali di questo secolo.

Un'altra tensione si esprime come ricerca delle origini. Con lo sviluppo della tecnica, il nostro vivere risulta sempre più programmato; ma con ciò l'uomo smarrisce il contatto diretto con le fonti, con quell'origine da cui scaturisce la linfa della vita. Sembra questa la ragione di fondo del formarsi dei diversi movimenti giovanili d'inizio secolo fortemente riemersi nella nostra storia anche più recente; come pure dei movimenti ecologici dei tempi attuali sorti come ritorno alla natura nella sua originarietà. Rientrano in questo filone, come perversioni aberranti, anche certi sommovimenti popolari, come il razzismo, il nazismo, il fascismo.

Una terza tensione la si riscontra in una crescente esigenza di socialità. In modo particolare questa tendenza si è concretizzata in tutta la realtà legata al movimento comunista. Alla radice di esso e di altri fenomeni del nostro tempo c'è la consapevolezza che non si può vivere se non in “comunione”; e si spiegano quindi la ricerca di forme collettive di vita, come espressione del desiderio irriducibile di un essere-con.

Essere se stesso, essere all'origine, essere con gli altri: queste sembrano essere le tre direzioni dei movimenti che fermentano dal di dentro questo nostro secolo e che lo rendono particolarmente vivo. Non mancano però gli esiti contraddittori. Quando ci si ferma a uno solo di questi elementi e ci si chiude in esso, esasperando o la ricerca dell'autonomia o l'originalità o il collettivo, si approda inevitabilmente all'ideologia, e allora l'uomo, anziché raggiungere la realizzazione di sé, si autodistrugge.

Accanto ai grossi travagli che hanno accompagnato il nascere di queste tensioni, oggi si evidenzia però giustamente il loro positivo quale aspirazione planetaria: la ricerca di un'unità nuova ed universale che abbracci la libertà dei singoli e la genuinità delle origini.

 

 

 

Tre istanze in ambito ecclesiale

 

In ambito ecclesiale si riscontrano, forse non a caso, le stesse tre direzioni che trovano poi la loro espressione in altrettanti tipi di movimenti.

a. La tensione alle origini trova riscontro in tutto il vasto movimento biblico e liturgico del nostro secolo. La ri-scoperta della Bibbia ha portato a prendere coscienza che la Parola di Dio, prima ancora di essere fonte di teologia dommatica o morale, è fonte di vita. La Parola di Dio è un messaggio originale; è presenza di Colui che ce la rivolge. L'esigenza di incontrare il Cristo di oggi nella sua Parola è uno dei fermenti più vitali di questo secolo che si è condensato anche in diversi documenti magisteriali, come l'enciclica Divino afflante Spiritu e la Costituzione dogmatica Dei Verbum del Vaticano II.

Analoga realtà vitale la si riscontra nel movimento liturgico che ha portato a concepire la liturgia maggiormente alla luce del Cristo vivo, risorto, sempre presente in mezzo al suo popolo.

Segno di questo richiamo delle origini è anche il moltiplicarsi di movimenti mariani: Maria emerge nella comunità cristiana come non mai. A volte tali movimenti possono assumere forme tradizionali di culto che non assottigliano però la forza di propulsione che è in essi. Così, ad esempio, si scopre oggi che Pietro, e la conseguente forma di ecclesiologia, è, sì, indispensabile, ma non sufficiente. Anche Paolo e Giovanni sono importantissimi, ma non sono tutta la Chiesa. Alla Chiesa appartiene anche la donna, la laica, quella fedele che è tutta nel suo “sì” alla grazia di Dio e alla sua Parola.

Sarebbe qui da illustrare anche un gruppo di movimenti che si possono nominare “nazaretani”. Penso, per esempio, a Charles De Foucauld e a tanti altri come lui, che hanno cercato di rivivere il Gesù nascosto, il Gesù povero, Gesù che per lunghi anni è apparso del tutto come uno di noi. Alla base di questi movimenti c'è una profonda aspirazione alla semplicità e alla vita contemplativa; e la loro caratteristica è l'esperienza della comunione, l'atmosfera di famiglia che si crea.

b. Una seconda tensione si evince come una ricerca di partecipazione e di libertà più ampie. Con ciò non mi riferisco ai movimenti contestatori, che sono piuttosto riflessi di movimenti secolari e quasi proiezioni di questi in ambito ecclesiale, bensì a due gruppi di movimenti, molto significativi, che evidenziano la maturazione verso una “Chiesa-soggetto”, in cui il popolo di Dio riscopre tutta la propria vitalità: l'apostolato dei laici e i movimenti “carismatici”.

L'apostolato dei laici esisteva senz'altro già prima del nostro secolo; oggi sta nascendo però tutta una nuova autocoscienza dei laici, che li porta ad assumersi in pieno la responsabilità del “sacerdozio regale”. La Chiesa così non si riduce più alla sola dimensione gerarchica presentandosi quasi come un castello fuori città. Ormai percorre le strade di questa città, si fa presente nelle case: l'intero popolo di Dio è diventato soggetto di azione e di missione.

Altro segno molto rilevante di questa seconda tensione, sempre più crescente nel corso di questo secolo, è il fiorire dei tanti movimenti carismatici con la conseguente riscoperta del ruolo dei carismi accanto ai ministeri.

c. La terza tensione, che poi assume in sé anche le precedenti, si manifesta come ricerca dell'unità. Basti pensare al Movimento ecumenico sorto sin dagli inizi del secolo. E ancora alla grande svolta nei rapporti col mondo che è avvenuta nell'atteggiamento ecclesiale col passaggio dall'approccio apologetico al dialogo. Dialogo in tante direzioni: con gli ebrei, con le altre religioni e persino col mondo ateo. Sembra manifestarsi nella Chiesa una accresciuta capacità d'accoglienza. Ed è significativo che il “risveglio della Chiesa nelle anime”, di cui parlava Romano Guardini, si accompagni alla prospettiva dell'universalità del messaggio di Cristo. Da tale messaggio scaturisce, sì, una missione, ma tale da includere il dialogo. Esistono, poi, numerosi movimenti impegnati a dialogare non soltanto sul piano delle idee ma anche dell'azione. Si è sviluppato un movimento ecologico, anche a livello di chiesa; un movimento per la pace; e poi il grande movimento per la giustizia, forza nascosta che spinge a cercare la comunione tra ricchi e poveri, tra sud e nord, fra le varie società e all'interno delle stesse società. E così l'unità, verso cui sono orientati e orientano tutti questi movimenti, non si ferma all'ambito intra-ecclesiale ma tende ad abbracciare l'intera umanità.

 

 

 

Mistero - comunione - missione

 

Diamo ora brevemente uno sguardo alle ripercussioni che questi movimenti hanno avuto nell'insegnamento della Chiesa e specialmente nel Concilio Vaticano II. E' sorprendente costatare come le grandi tematiche di questo Concilio rispecchino proprio il quadro fin qui disegnato. Questo è ancor più evidente da quando i Sinodi dei vescovi dell'85 e dell'87 hanno riletto l'ecclesiologia del Concilio alla luce delle tre dimensioni mysterium - communio - missio. Non è difficile notare come questa triplice prospettiva sia in perfetta sintonia con le tre grandi aspirazioni che abbiamo registrato nel mondo di oggi: mistero-origine, missione-partecipazione, comunione-socialità.

A ben guardare, poi, i tanti movimenti, che sono andati strutturandosi negli ultimi decenni in ambito ecclesiale e che sono tra le risorse più vitali della Chiesa di oggi, non fanno altro che dare ulteriore consistenza storica a questa triplice tensione di fondo. Ciò che prima esisteva piuttosto come aspirazione, succesivamente è andato prendendo forma in concretizzazioni storiche come il Movimento di Schönstatt, il Movimento di Charles de Foucald, il Movimento dei focolari, il Movimento carismatico, Comunione e Liberazione, il cammino neo-catecumenale e così via .

 

 

 

Protagonista nascosto: lo Spirito

 

Si potrebbe pensare che tutto questo sia semplicemente frutto dell'evolversi di una dinamica sociale ed ecclesiale. Ma forse si può dare una spiegazione più profonda.

Pare che in questo nostro secolo si combatta una grande battaglia degli spiriti, resa ancor più accesa per l'odierno sviluppo dei mezzi di comunicazione; battaglia che vede opporsi falsa unità e vera unità, falsa libertà e vera libertà, naturalismo falso e autentica ricerca delle origini. Se ne ha però un'esatta percezione soltanto se si tiene presente quella chiave di lettura della storia che ci viene suggerita da quel noto principio della scolastica, secondo cui il “malum” non è altro che un “bonum deficiens”.

A questo punto possiamo chiederci: chi è che ha suscitato nell'umanità di oggi questo anelito all'unità, questa ricerca della libertà, questa spinta a tornare alle origini? E viene da avanzare la risposta: non può essere che Colui che fa nuove tutte le cose. Quando la S. Scrittura parla del nuovo inizio, della nuova vita, la riferisce sempre allo Spirito Santo. E' lui che rinnova ogni cosa, perché la riconduce al rapporto originario tra il Padre e il Figlio. Ma Egli è anche Colui che ci dà la libertà dei figli e, rendendoci figli, ci fa dire “Abba, Padre”.

Infine, Egli è Colui che crea l'unità. In Lui, infatti sono uno il Padre e il Figlio, e per Lui noi stessi siamo inseriti nella vita trinitaria. E non solo. Lui è anche il vincolo d'unità fra di noi.

Viene allora da concludere che il protagonista nascosto della nostra epoca sembra essere proprio lo Spirito Santo.

Anzi, credo che non si possa capire la nostra epoca se non alla luce della Sua azione.

Stupisce, poi, costatare come le tre tensioni: originalità - emancipazione - socialità, che caratterizzano il mondo di oggi, rivelino nel loro profondo un richiamo non solo allo Spirito Santo ma a tutte e tre le divine Persone: Egli è lo Spirito dell'origine, in quanto Spirito del Padre; Egli è lo Spirito che libera, in quanto Spirito del Figlio; ed è infine Spirito dell'unità, in quanto Spirito che lega ambedue. Non a caso, dopo tanti secoli che nella teologia è prevalsa nettamente la cristologia, oggi viene molto in rilievo la pneumatologia. Penso che nell'inquietudine dell'uomo che cerca se stesso si possa ravvisare come un grido alla Trinità, allo Spirito Santo. E allora si può forse dire che il canto di questo secolo è un latente “Veni, creator Spiritus” da parte di tutta l'umanità.

 

Mons. Klaus Hemmerle