La fede e l’ateismo nel mondo

 

Raccolti in un libro i risultati di una ricerca

Del Pontificio Consiglio per il dialogo con i non credenti

 

Dialogo tra credenti e non; pratica e sentimento religioso; avvicinamento al sacro e continua secolarizzazione. Questi i temi a cui ha guardato per due anni un'importante ricerca operata dal Pontificio Consiglio per il diaologo con i non credenti, con il contributo di università cattoliche, istituzioni culturali, conferenze episcopalli di tutto il mondo.

Il libro che ne sintetizza i risultati si presenta come una profonda e aperta guida della geografia religiosa odierna non mancando di offrire anche delle idee generali sul rapporto tra fede e ateismo.

In un'intervista con la radio vaticana il Card. Poupard, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo con i non credenti ha evidenziato le grandi linee che sono emerse dalla ricerca. “Quando parliamo dell'ateismo”, ha detto, “dobbiamo - dopo la pubblicazione di questa inchiesta - essere molto attenti alla terminologia che usiamo. In poche parole direi: “ateismo” sempre di meno e “non credenza”, “indifferenza” sempre di più. Mi spiego: si combatte sempre di meno l'idea che ci sia un Dio e la fede in Dio, ma nella pratica vediamo sempre più gente che vive come se Dio non esistesse. E' dunque questa la grande sfida alla Chiesa, e cioè a tutti i cristiani, che sono invitati - oggi - a dare veramente testimonianza di una fede che cambia la vita”.

Contrapposti fino a poco tempo fa economicamente, i due grandi blocchi dell'Est e dell'Ovest risultano da questa indagine ancora nettamente diversificati.

Nei paesi dell'Europa occidentale e in America, da quanto l'inchiesta rivela, si assiste ad un fenomeno di grossa importanza: la nascita delle sette. “Ad un certo momento - ha detto il Card. Poupard -, quando l'uomo non trova più nelle grandi Chiese, nelle grandi religioni la risposta alle sue attese va a bussare alla porta delle sette, o, in caso, sono le sette che vanno a bussare alla sua porta; e lui apre, perché crede di trovare lì quello che non ha più trovato altrove. Dunque questa è una grande sfida per tutte le Chiese”.

Mentre all'Ovest credere e non credere sembra significare la stessa cosa, “all'est, invece, - così ancora il Card. Poupard - tutta la gente è profondamente convinta che sia molto importante credere, che non soltanto serve a qualcosa, ma che senza la fede non ci sarebbe più speranza. E', quindi, una situazione del tutto diversa perché lì si vede anche la testimonianza fuori della Chiesa e tanta gente, iniziando dagli intellettuali, dai giovani, vengono alla Chiesa in quanto portatrice di un messaggio di speranza”.

In un tempo come questo carico di aspirazioni unitarie, in un'Europa proiettata sempre di più a diventare “casa comune”, l'inchiesta si rivela di indubbio valore. La società del domani, pluralista, rispettosa, diversificata, non può non fondarsi su alcuni valori universali. E fra questi quello religioso non è certo l'ultimo in ordine di importanza.

 

M. G  

 

PAUL POUPARD, La fede e l'ateismo nel mondo. Indagine del Pontificio Consiglio per i non credenti, ed. PIEMME, Casale Monferrato 1989, pp. 216, L. 25.000.