L'unità un segno dei tempi

 

Gli atti di un convegno

di giovani religiosi                                                                                                             

 

         “L'unità un segno dei tempi”. All'insegna di questo tema al Centro Mariapoli di Castelgandolfo dal 2 al 4 gennaio 1989 si erano radunati 260 giovani religiosi, accompagnati da una cinquantina di formatori, rappresentanti 51 Istituti, provenienti da 34 paesi.

Edito da Città Nuova, un volume documenta ora l'incontro. Curato da p. Fabio Ciardi omi, oltre ad offrire a tutti il frutto di un incontro ricco e vivace, intende essere un piccolo strumento nelle mani di quanti vi hanno partecipato in modo che analoghe esperienze possano ripetersi in altri luoghi.

 Vari e ricchi i contributi. In una sua riflessione su “Valori, limiti e attese dei giovani religiosi”, p. Flavio Carraro, ministro generale dei Cappuccini, propone una descrizione della situazione odierna dei giovani religiosi. Dopo aver evidenziato quei valori che trovano particolare risonanza nell'animo delle giovani generazioni - la persona, la dimensione comunitaria, lo stile di fraternità, la prospettiva dell'universalità, il desiderio di un rapporto con Dio nella semplicità, concretezza, comunitarietà -, p. Carraro mette in luce anche alcuni aspetti più problematici: il rischio di una prevalenza del “terrestre” rispetto al soprannaturale, la paura di scelte definitive e totali e l'incogruenza nel conciliare valori contrastanti. Da qui le attese della formazione alla vita religiosa: una progressione nella comunione con Dio nella preghiera che rende i giovani religiosi “persone in ascolto”, sensibili alla dimensione comunitaria della vita, per entrare nel progetto di Dio e vivere una comunione che è servizio, dono di sé, rinuncia, partecipazione e corresponsabilità, dialogo e collaborazione, al di là di ogni barriera, in una “fraternità universale e cosmica” per costruire “una superiore unità”.

Alle sollecitazioni dell'intervento di p. Carraro risponde in prima linea il contributo di Chiara Lubich su “L'amore reciproco: nucleo fondamentale della spiritualità dell'unità”. Sottolineando che il comandamento nuovo di Gesù è il cuore del cristianesimo e che amare vuol dire: “vedere Gesù nei fratelli, amare tutti, amare per primi”, Chiara Lubich propone una semplice, profonda ed efficace pedagogia dell'amore autentico, “per sapere come amare”: “E' il farsi uno con ogni prossimo..., come dice Paolo: farsi deboli con i deboli... farsi tutto a tutti. Farsi uno: entrare il più profondamente possibile nell'animo dell'altro; capire veramente i suoi problemi, le sue esigenze; condividere le sue sofferenze. Chinarsi sul fratello. Farsi in certo modo l'altro... “In questo modo il fratello non è di ostacolo all'amore di Dio ma “ne diviene l'occasione”; la carità, pertanto, è la “nostra via di santità”. Nell'amore reciproco poi c'è comunione, condivisione di beni materiali e spirituali, e c'è unità di pensiero, in virtù di quella presenza di Gesù che vive fra i suoi e li fa uno. L'amore reciproco diventa così segno di credibilità ed è capace di conquistare il mondo a Cristo.

L'intervento successivo di p. Fabio Ciardi, mette in luce l'azione costante dello Spirito nella Chiesa, colta a partire da espressioni chiave della Scrittura e del Concilio, per poi interrogarsi su cosa dice lo Spirito alle chiese. La presenza e l'azione dello Spirito è costante e dinamica e chiede di mantenere aperti il cuore e la mente nell'ascolto di quanto Egli continua a dire oggi alla Chiesa: carità, comunione, unità.

P. Carlos Andrade cfm, giovane professore di teologia dogmatica di Madrid, ha contribuito con una riflessione su “I fondatori e il vangelo incarnato” constatando come sempre, nella storia della Chiesa, lo Spirito Santo ha saputo dare risposte adeguate alle necessità di ogni epoca, suscitando persone - i fondatori - che hanno saputo leggere i segni dei loro tempi e ripetere una parola di Dio che, attraverso di loro, sembra quasi incarnarsi, come risposta evangelica, nei diversi carismi che hanno abbellito la Chiesa.

“In questo mondo di dolore, di incapacità, di disunità, di peccato, come è possibile aspirare con verità a realizzare l'unità?”, si chiede, tornando all'oggi, p. Amedeo Ferrari ofm conv ed evidenzia in risposta uno dei punti cardini dell'unità: Gesù abbandonato come chiave all'unità con Dio, con se stessi e con i fratelli.          

Nell'ultimo intervento della prima e più ampia parte del volume “I religiosi dell'Opera di Maria”, p. Donato Cauzzo mi, offre l'esperienza di contatto con il Movimento dei focolari che, da più di quarant'anni, molti religiosi stanno portando avanti e che si è rivelata una strada particolare per contribuire all'attuazione dell'unità.

Seguono in una seconda parte dello stimolante volume, otto delle esperienze raccontate al convegno in prima persona da giovani religiosi.

 

H. B.

 

FABIO CIARDI (a cura di), L'unità un segno dei tempi. I giovani religiosi si interrogano, Città Nuova ed., Roma 1990, pp. 152 , L. 10.000.