Risolvere insieme il problema delle vacanze

 

 

Giorni indimenticabili

 

di Enrico Pepe

 

 

Accade spesso di cercare la soluzione a certi problemi per vie complicate e lontane, mentre essa è più semplice e più vicina di quanto si pensi. Basta un po' di fantasia e di buon cuore.

 

 La fantasia, infatti, non è mancata nella scorsa estate ad un gruppo di sacerdoti delle diocesi di Padova e di Venezia. “Un mercoledì di maggio ci eravamo ritrovati - racconta d. Ottavio Ongaro - per programmare dei campi-scuola estivi per ragazzi e giovani delle nostre parrocchie, quando ad un certo punto ci è venuta un'idea: ci diamo tanto da fare per i nostri giovani, e giustamente, ma non possiamo fare qualcosa anche per i sacerdoti?”.
Detto fatto. Don Ottavio mette a disposizione la sua canonica a Conco in provincia di Vicenza sull'altopiano di Asiago; e un altro, don Piero Lucchetta, la sua a Ca' Savio, presso Venezia sul mare. L'invito diramato ai sacerdoti dei dintorni offre così la possibilità di scegliere la montagna o il mare a seconda delle esigenze di ciascuno.

Come prima volta si può dire che l'esperimento è risultato, a dir poco, interessante e stimolante. In ambedue le località i partecipanti non si sono fatti attendere e tra loro c'è stato sempre un clima distensivo e fraterno.

Racconta don Piero: “Sia che si trattasse di organizzarsi per una partita a tennis o di interessarsi della salute dell'uno o dell'altro; sia che ci si mettesse a disposizione per insegnare esercizi di nuoto o per fare da guida turistica a Venezia, Burano o alle isole abbandonate della laguna; sia che si passeggiasse per la campagna o ci si ritrovasse per giocare attorno ad un tavolo, quello che ne risultava era sempre un profondo senso di fraternità, che rinfrancava non solo le forze fisiche, ma rifaceva nuova anche l'anima”.

Gli effetti positivi si sono notati anche al di fuori della cerchia dei sacerdoti. “In canonica c'era un via vai di persone che non disturbavano, anzi aiutavano le nostre vacanze”, continua don Piero. “Dicevano di venire “per amare e per imparare ad amare”. Infatti le signore si alternavano per preparare il cibo e per fare le pulizie; altri parrocchiani si rendevano presenti con doni vari quasi quotidianamente. In spiaggia un giorno abbiamo colto questa espressione a nostro riguardo: “Guarda questi preti come si vogliono bene!”. Non ci saremmo mai aspettata una simile osservazione dal momento che la nostra vita si svolgeva in maniera normalissima”.

Non meno positivo è risultato l'esperimento in montagna, dove i sacerdoti si sono succeduti ancora più numerosi. Ecco alcune delle loro testimonianze.

“Ho passato dei giorni - dice uno di loro - indimenticabili di amicizia e di fraternità”. E un altro: “Penso ancora con nostalgia alle preghiere fatte insieme e a quelle meditazioni all'aperto”. E ancora: “Il clima fraterno che abbiamo vissuto mi fa desiderare di continuare ad approfondire questo tipo di esperienza: queste vacanze in certi momenti sono diventate contemplazione”.