Garanzia del domani
“I sacerdoti sono chiamati ad aprirsi al dialogo con gli altri
sacerdoti, soprattutto i più soli, i più poveri, quelli in prova. Devono
stabilire con ognuno un rapporto costruttivo, una comunione d'anima e, per
quanto è possibile, una comunione di beni: diventare con loro un cuore ed
un'anima sola. E tutto ciò non è che a beneficio dell'intera diocesi.
Per l'unità fra i sacerdoti, per
la presenza di Gesù in mezzo a loro, di Gesù risorto (che ha promesso di essere
con tutti i cristiani, ma specialmente con gli annunciatori del vangelo, fino
alla fine del mondo - cf Mt 28, 20 -), le parrocchie ne guadagneranno, e così i
seminari, le scuole, le missioni e tutte le opere apostoliche.
Questa unità, ancora, dei
sacerdoti fra loro, è una garanzia del domani della Chiesa.
A chi guardano i giovani, che
Dio può aver chiamato allo stesso compito, per capire come sarà il loro avvenire
al servizio di Dio e degli uomini? Essi vedono negli attuali sacerdoti il loro
dover essere e spesso si accompagnano ad essi come alla loro futura famiglia.
Sono sacerdoti così uniti, col regno di Dio in mezzo a loro e tutte le conseguenze che esso comporta, coloro che possono dimostrare quanto è vera la risposta di Gesù a Pietro: “chiunque ha lasciato case o fratelli o sorelle o padre o madre o moglie o figli o campi per il mio nome, riceverà il centuplo ed erediterà la vita eterna” (Mt 19, 29).
Chiara Lubich
(Dal discorso a 7000 sacerdoti e religiosi nell'Aula Paolo VI a Roma, il 30-4-82)