Evangelizzazione globale
tra le case popolari di Rosolini (Siracusa)
di Stefano Trombatore
Il racconto di un
parroco siciliano. Venuto a contatto con le gravi indigenze degli abitanti di
un nuovo quartiere, sente l'urgenza di mettersi al servizio di quella gente,
iniziando dai più piccoli. Nasce così, con l'aiuto di tutta la comunità, un
cammino di evangelizzazione globale.
Tutto è iniziato da un
piccolo fatto che poteva rimanere anche un episodio. Maria Grazia, una delle
tante bambine che frequentano in chiesa un corso di catechismo per la prima
comunione, un giorno mi si presenta con un biglietto della mamma che mi chiede
del denaro. Sento subito che non basta mettere le mani in tasca per risolvere
il problema; così decido di accompagnarla a casa. Raggiungiamo insieme il
centro di un complesso di case popolari costruite di recente alla periferia
estrema della parrocchia per ospitare le famiglie più disagiate di tutta la
città, un grosso centro urbano della provincia di Siracusa. Proprio qui abita
la famiglia di Maria Grazia. Entrato in casa, mentre il padre semiparalitico mi
invita a sedere, sono attorniato da tanti bambini che immagino provenienti da
tutto il caseggiato. Vengo a sapere invece, che sono le sorelle di Maria
Grazia, otto in tutto, e in più l'unico fratello, il maggiore, di 18 anni.
Un'immagine mi rimane impressa di questa prima scena: gli occhi bellissimi ed i
piedi nudi di quei bambini. Successivamente ritornando con un gruppo della
comunità, portando con noi scarpe, vestiti,
cibo, tutte cose di cui quella famiglia ha urgente bisogno, apprendiamo che il
giovane si trova agli arresti domiciliari per aver difeso il padre in una rissa
fra pastori. Ha trascorso la sua vita tra le pecore e non sa leggere nè
scrivere. E allora un giovane della comunità si offre per fargli da maestro a
domicilio. Ma un giorno non lo trova più a casa. Il giudice, da me contattato e
pregato perché gli concedesse la libertà provvisoria, non fa in tempo ad
intervenire perché il giovane è stato di nuovo arrestato per violenza carnale
ad una ragazzina minorenne che abita nello stesso quartiere. Quando, per radio,
apprendo la notizia sento che ora più che mai devo andare avanti, mettermi a
servizio di Lui, di Gesù in questi poveri. Anche gli altri della comunità fanno
la stessa scelta e così gli atti d'amore si moltiplicano: due catechiste vanno
a trovare due sorelle di Maria Grazia per prepararle alla cresima ed alla prima
comunione (saranno le loro naturali madrine);
insieme partecipiamo alla celebrazione del matrimonio della sorella maggiore
creando un clima di famiglia; ci interessiamo per costruire un forno per il
pane; parliamo con l'avvocato per ridurre il suo onorario...
Cominciando dai bambini
Già le nostre ripetute
visite alla famiglia di Maria Grazia ci avevano costretto a guardarci attorno
mettendoci a contatto con tutto un mondo di ignoranza, di prostituzione, di
delinquenza che ci interpella: non possiamo tirarci indietro! Sono proprio i
bambini a condurci letteralmente per mano in questa esperienza. Proprio loro,
infatti, sin dall'inizio sono stati sempre con noi e ci hanno sempre seguiti
come uno stormo di uccellini in qualunque casa saremmo entrati... A un certo
punto pensiamo di darci appuntamento con loro ogni domenica mattina, per giocare
insieme lungo la strada che attraversa le case popolari.
Dapprima i genitori ci
guardano da dietro le imposte, poi spalancano le finestre, e infine scendono in mezzo a noi. Noi comunque li
precediamo; lasciamo i bambini con i nostri giovani, ed andiamo a trovarli
nelle loro case. Superata l'iniziale diffidenza, cominciano ben presto ad
esporci le loro lamentele, i loro guai, le loro richieste di aiuto. La nostra
prontezza ad ascoltarli ed a rispondere concretamente alle loro richieste li
colpisce e non manca di suscitare una loro risposta. Due sposi mi invitano a
trascorrere con la loro famiglia la notte di S. Silvestro e alla fine mi danno
un'offerta per i poveri del Terzo Mondo, somma che prima avevano destinato per
comperare una statua di un santo; un'altra famiglia mette a disposizione il
proprio garage e la propria assistenza per i bambini; una famiglia fa pace con
i vicini perché scopre un'altra dignità che non potrà più essere minacciata da
motivi futili...
Dal servizio all'uomo
alla trasmissione della fede
Con il gruppo delle
famiglie della comunità, pensiamo ormai maturo il tempo per realizzare degli
incontri serali per gli adulti. Le difficoltà maggiori le troviamo
nell'individuare un'abitazione che veda d'accordo più persone possibili, per
via delle tante piccole liti che pesano su tutti. Nei primi incontri la nostra
preoccupazione è quella di aiutarli a prendere coscienza del valore umano
dell'unità, che rimane l'unica loro ricchezza, la sola forza non violenta per
risolvere i loro problemi comuni. Assieme a loro passiamo subito ai fatti:
formuliamo e sottoscriviamo tutti il testo delle lettere che inviamo al Comune,
all'istituto Case Popolari, all'Enel, in cui chiediamo interventi per rimediare
alle gravi carenze dei servizi pubblici. Poi, con la collaborazione del Comune,
iniziamo la costruzione di impianti sportivi di base che intitoliamo Fantasy
Center....
Intanto anche i bambini
compiono i loro progressi: dopo il momento del gioco ci si raduna in un garage
o nella vicina campagna, disponendosi su grosse pietre sistemate per
l'occasione a cerchio e si improvvisano delle catechesi situate, dove le verità
della nostra fede, scoperte ed approfondite insieme, diventano la logica
formulazione di un'esperienza già vissuta e Gesù il naturale riferimento del
tutto. Ma ciò che per loro è naturale per noi diventa sempre più sorprendente.
Non sono mai riuscito a capire, ad esempio, com'è possibile che, al ritorno in
chiesa dopo l'incontro nelle case popolari, ritrovo tanti di quegli stessi
bambini che mi aspettano per la S.Messa. I loro piedi sono più veloci della mia
automobile.
Ma forse più grande è il
loro amore!
La festa di una
comunità rinnovata
Arriva così il giorno
della festa parrocchiale. La processione di tutto il popolo, con la statua della
Madonna, questa volta fa sosta proprio presso le case popolari i cui abitanti
ci accolgono con luci improvvisate e spari di mortaletti. Al ritorno in chiesa,
sentendomi stanco, mi butto su una sedia osservando passivamente i preparativi
per lo spettacolo finale. Ad un tratto, mi si presentano due ragazzi delle case
popolari con in mano una bibita con la cannuccia già inserita, me la offrono e
fuggono immergendosi nella folla. Sentono la vergogna dei poveri per un atto
così tenero e nobile? O forse attendono la ricompensa solo dal Padre?
E' proprio vero allora:
quando i poveri vengono toccati dall'Amore traspare il vangelo puro.
Stefano Trombatore