Dalla catechesi su
"Gesù via" a Santiago de Compostela
Ancora anni fa, Paolo VI a
Sydney, parlando ai Vescovi dell'Oceania, ha detto: La Chiesa è carità (...).
Questa è, a noi sembra, la virtù principale domandata alla Chiesa cattolica in
quest'ora del mondo.
Nel Concilio Vaticano II
poi si è affermato che, per ridare il vero volto alla Chiesa cattolica, è
necessario che essa si rimodelli sullo spirito dei primi cristiani. E, come
sappiamo, per il cristianesimo dei primi tempi, la realtà originaria della
Chiesa era proprio essere comunione, essere carità.
Per questo il Vaticano II
ha dichiarato che il Popolo di Dio ha per legge il nuovo precetto di amare come
lo stesso Cristo ci ha amati (cf. Gv 13,34).
Allora, se le cose stanno
così, è necessario che oggi i cristiani calino in tutti i rapporti che hanno
nella nostra Chiesa, quest'amore divino; lo calino non solo fra i singoli, ma
fra le realtà ecclesiali.
La Chiesa inoltre,
specialmente dopo il Concilio, si è aperta verso le altre Chiese. E così le
Chiese fra loro. Prima si ignoravano, quando non erano l'una contro l'altra.
Ora no: c'è avvicinamento, c'è dialogo, ci si riscopre fratelli in Cristo. Ma
per vivere così, occorre l'amore.
E' stata soprattutto la
mancanza di carità che ha compromesso l'unità della Chiesa. Ed ora non si
ricomporrà senza immettere nella cristianità una grande corrente d'amore.
Così la Chiesa vuole che
abbiamo amore verso chi pratica altre religioni. E' l'amore, infatti, che fa
scoprire le parziali verità in esse contenute: e tale conoscenza è
indispensabile per un dialogo costruttivo.
Anche su tutti gli uomini
di buona volontà dobbiamo versare il nostro amore per costruire insieme un
mondo migliore per l'umanità.
Che sia poi di attualità
quest'amore lo dicono quelle nuove realtà, espressioni della Chiesa di oggi,
che richiamano non di rado alla fraternità, all'unità, all'essere comunità.
Sono quelle in cui ogni giorno anche molti di noi viviamo. Si tratta dei vari
movimenti, gruppi, associazioni e nuove famiglie religiose, che lo Spirito
Santo, sempre attualissimo, ha suscitato in questo tempo, per i bisogni del
nostro tempo.
Essi parlano spesso
esplicitamente di carità. A volte si
può dire gridano la necessità
dell'unità con i loro tipici carismi e le loro realizzazioni. Sono presenti in
quasi tutte le nazioni del mondo; vi fanno parte persone di tutte le razze, di
tutte le età, vocazioni e condizioni umane.
Queste sole realtà sono
una dimostrazione viva della volontà di Dio a cui sembra Egli chiami oggi
l'umanità: al vicendevole amore.
Ma la carità è anche di
grande attualità per i bisogni dell'umanità intera.
Anche se il mondo è
tuttora caratterizzato da molteplici tensioni, da guerre sanguinose, da minacce
di nuovi conflitti, e ancora da fenomeni di terrorismo e da molti altri mali,
non si può negare che qualcosa stia mutando e maturando.
E' all'orizzonte la piena
unità europea e si fanno tentativi di altre aggregazioni fra i popoli. Molti
organismi quale l'ONU, tengono presenti gli interessi di tutti i popoli.
L'unità è un segno dei
tempi.
Da alcuni mesi poi così si dice è scoppiata la pace, almeno fra le grandi potenze, al posto della
guerra atomica.
Questo fatto fa sperare
che molte aspirazioni alla fraternità universale, all'unità, suggerite,
suscitate, o almeno sostenute dalla provvidenza di Dio nel mondo, possono
diventare più facilmente patrimonio di tutti.
E, dopo millenni di storia
in cui si sono sperimentati i frutti della violenza e dell'odio, forse presto
si potranno sperimentare i frutti dell'amore: quell'amore che va vissuto fra i
singoli, ma pure fra i popoli, perché anche la patria altrui va amata come la
propria.
E ciò sarà se il mondo
vedrà, alimentata dai cristiani, quella civiltà dell'amore che i Papi
auspicano, che molti attendono e che deve venire. Civiltà che esige una grande
diffusione d'amore, anzi un'invasione d'amore nel mondo. E' questo oggi
l'Ideale di centinaia di migliaia di giovani e adulti. Ma deve essere l'impegno
di tutti. Così il mondo sarà più unito.
Ed è qui che Gesù-Via amerebbe
condurci. Egli, nella sua preghiera prima della passione, ha chiesto: Padre,
che tutti siano uno.
Gesù intendeva certamente
l'unità dei cristiani, che già si realizza nella Chiesa, ma essa non può non
avere ripercussione sull'unità di tutti gli uomini e dei popoli, della quale,
anzi, è premessa, garanzia e prefigurazione.
In quella preghiera il
Figlio ha pregato il Padre per l'unità. Una Persona divina ha pregato l'altra
Persona divina. Dio ha pregato Dio. E' una preghiera quindi che non può, un
giorno, non essere pienamente esaudita.
Certo, arrivare lì,
arrivare a far più uno il mondo, a fare un mondo unito, è un obiettivo alto,
altissimo, estremamente difficile, che può sembrare utopia e ancora molto
lontano. Ma come ha detto Giovanni
Paolo II ai Giovani per un mondo unito
fa la storia chi guarda al futuro, non chi si lascia catturare
unicamente dal presente.
Chiara
Lubich